Il Foglio sportivo
La stella del volley Egonu torna in Italia e non si ferma a Sanremo
Milano corteggia l'azzurra che gioca in Turchia: dopo il Festival sarà al centro del mercato. Ma la presidentessa di Vero Volley Marzari non vuole per il momento sbilanciarsi: "Parlare di questo durante la stagione non mi piace"
Paola Egonu lascia la Turchia e torna in Italia. Fermi tutti. La pallavolo non c’entra. Succederà giovedì prossimo, destinazione Sanremo per il Festival numero 73. Niente taraflex circondato da tribune, ma palco con scenografia a forma di cupola. A metterla in azione non ci saranno le alzate di Alessia Orro, ma gli assist di Amadeus. Questo blitz italiano avrà comunque significati importanti. Intanto permetterà all’opposto, che ha lasciato la scorsa estate Conegliano per accasarsi al Vakifbank Istanbul, di riallacciare i rapporti incrinati con la patria. Il primo ricordo da sbloccare è il video dello sfogo intercettato da uno smartphone che si trovava al posto giusto nel momento giusto (localizzazione Apeldoorn, Olanda) dopo la finalina mondiale con gli Stati Uniti dello scorso 15 ottobre. “Non puoi capire, non puoi capire- confessava Egonu al suo procuratore Marco Raguzzoni - mi hanno chiesto anche se fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in nazionale”. Un j’accuse che sa di razzismo, rivolto a leoni da tastiera e figlio delle tensioni di un torneo giocato sul filo dei nervi. Paola ha recentemente detto che sta ancora metabolizzando quel momento, che non c’è alcuna decisione definitiva sul futuro in azzurro.
Chissà allora se tra una canzone e l’altra, Paola manderà qualche messaggio di apertura al Presidente federale Manfredi, persona forte e decisa, che sul tema qualche mese fa disse che “la nazionale non è un albergo dal quale si esce e si entra a piacimento”. O al coach Mazzanti che ha rimandato ogni riflessione a maggio. Facendo intendere che conterà molto anche la sua. Ma non è tutto. I rumors circolavano da tempo e negli ultimi giorni sono diventati boatos. Egonu potrebbe clamorosamente tornare a giocare non solo per l’Italia, ma anche in Italia. Il Vakifbank, una sorta di Real Madrid del volley, ha ancora un mesetto (la scadenza è fissata per i primi di marzo) per esercitare l’opzione di rinnovo del contratto. Più passano i giorni, più aumenta la convinzione che quella deadline non sarà rispettata. Filtra che con l’allenatore Guidetti non sia scoccata la scintilla, che l’ambientamento sia stato tutt’altro che facile e che, soprattutto, i turchi siano orientati a virare su Tijana Boskovic, fuoriclasse in uscita dai rivali dell’Eczacibasi. A quel punto la caccia a Paola sarebbe aperta.
Con due opzioni su tutte: Milano e Scandicci. Se quest’ultima può vantare rapporti privilegiati con l’agente Raguzzoni che ha già portato nella provincia fiorentina la grandissima Zhu Ting, Vero Volley ha un’opportunità territoriale unica. Il consorzio nato e sviluppato a Monza, nel settore femminile sta via via spostando i suoi interessi verso Milano. A partire dal naming della squadra, metabolizzato dai tifosi dopo qualche perplessità iniziale. Logisticamente quest’anno verranno disputate alcune partite all’Allianz Cloud (l’ex Palalido), come succederà già mercoledì prossimo per il match di Champions contro Le Cannet, mentre nel futuro il trasloco diventerà definitivo. Milano ha fame di grande volley, gli 8000 del Forum per la recente Milano-Perugia maschile lo dimostrano. Ma la presidentessa di Vero Volley Alessandra Marzari non vuole per il momento sbilanciarsi. “Leggere il nome di Egonu associato alla nostra società mi ha colto di sorpresa. È ancora sotto contratto, parlare di mercato durante la stagione non mi piace. Se si libererà faremo le nostre valutazioni. Come davanti a tutte le opportunità che si creano”.
Eppure, Egonu-Milano non è una novità. L’anno scorso era l’alternativa al Vakifbank per il post Conegliano. “Vero, non nascondo che abbiamo portato alla giocatrice una nostra offerta, ma siamo arrivati tardi e non eravamo competitivi”. Essere competitivi con Egonu significa prepararsi a impegni economici importanti visto che percepisce 1 milione e 200mila euro di ingaggio in Turchia. Ma al di là della fattibilità dell’operazione (e sulla decisione peserà il parere dell’azionista di riferimento Aldo Fumagalli, tra l’altro marito della Marzari), alla presidentessa piace disegnare un quadro più ampio. Avere in squadra Egonu significa occuparsi non solo di un fenomeno del volley, ma anche di un personaggio che va oltre il campo di gioco, non facile da gestire, abituato a privilegi di ogni tipo. Su questo aspetto le idee sono chiare, quasi un segnale per dire: siamo pronti a lavorarci. “La maturazione definitiva di Egonu non c’è ancora stata- aggiunge Marzari. È un percorso che necessita del tempo, deve ancora fare molti passi. Faccio un esempio: questa cosa di attaccarsi al razzismo quando le viene criticata una performance in campo non straordinaria (come invece succede la maggior parte delle volte) non va bene, deve finire. Tutti noi rincorriamo un modello nella nostra vita. Non so ancora quale sia il suo”. Parole forti e solo chi non conosce il rapporto intenso che Marzari ha con le sue giocatrici potrebbe definirle come pietre su una collaborazione futura. Tutt’altro. Milano, dove ad attendere Egonu ci sarebbero le amiche Orro, Sylla e Folie, è l’ipotesi più concreta. Le valigie per tornare nei prossimi giorni in Italia sono pronte. E forse la pallavolo c’entra eccome. Prepariamoci quindi alla prima tappa, giovedì prossimo al Festival. L’Allianz Cloud è il possibile traguardo finale. Anche se, percorsa al contrario, la Milano-San remo di Paola non sarà certo in discesa.
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