nessuno come lui
Non è da un record che si giudica un giocatore. Ma forse ora Lebron James è il più forte di sempre
La stella dei Los Angeles Lakers nella notte ha superato il record di punti di Adbul-Jabbar. Non sappiamo se è il più grande di tutti, ma di sicuro è quello che sta durando di più
Non è da un record che si giudica un giocatore. Anche se aver stabilito il nuovo primato di punti realizzati su un campo della Nba, superando i 38.387 di Kareem Abdul-Jabbar, è tanta roba. LeBron James era un predestinato ancora prima di cominciare a vincere. Vent’anni dopo è il re incontrastato dei punti segnati con un conto destinato a proseguire fino a quando non verrà il giorno in cui si troverà di fronte suo figlio Bronny. James ha detto di voler continuare fino ad allora. Vuole sentirsi un po’ come Dino Meneghin, quando affrontò suo figlio Andrea. Un’attesa che potrebbe durare fino alla stagione 2024-2025. Altri due anni di partite, di punti, di fotografie. Non sappiamo se LeBron è il più grande di tutti, ma certamente è quello che sta durando di più di tutti. A 38 anni è ancora qui a buttarla dentro.
Wilt Chamberlain giocò la sua ultima stagione da star a 35 anni, smettendo poi due anni dopo. Michael Jordan si è ritirato per la seconda volta a 35. James ne ha compiuti 38 a dicembre e segna 30 punti di media a partita, al ritmo del suo primato personale, un primato stabilito quando ne aveva 37. Kareem, che ieri sera era seduto a bordocampo ad applaudirlo, stabilì il suo record di punti, superando quello di un’altra icona come Wilt Chamberlain, nell’aprile del 1984, sei mesi prima che LeBron venisse al mondo il 30 dicembre di quell’anno. Sarebbe stato bello se avesse segnato i punti del sorpasso con un gancio cielo, il tiro che ha reso immortale Kareem. Sarebbe stato un tributo alla leggenda che era venuto a vederlo sedendosi in prima fila. LeBron invece ha scelto un tiro in sospensione buttandosi all’indietro, un fade-away dicono quelli che se ne intendono. Se guardate il tiro scoccato quando mancavano 10 secondi e 9 decimi alla fine del terzo quarto della partita poi persa dai suoi Lakers contro Oklahoma, vedrete che solo uno spettatore non ha un telefonino in mano per riprendere la scena, per immortalare quello che potrebbe essere diventato anche il tiro più fotografato di sempre. Ci sta. Con quello che costavano i biglietti per l’evento annunciato. Pensate piuttosto che faccia avranno fatto quelli che avevano comprato i biglietti per la partita di venerdì, quando i Lakers affronteranno i Bucks, la squadra dove Kareem aveva cominciato a segnare nel 1969. Ma basta un record a fare di LeBron il più grande di sempre e non soltanto il miglior marcatore della squadra?
In 19 anni di carriera ha vinto l’anello quattro volte con tre squadre diverse, Miami, Cleveland e Los Angeles. Ha spostato gli equilibri del gioco. Ha occupato tutte le zone del campo. È un Michael Jordan moderno con un’aggiunta di Magic. Non è soltanto un giocatore di basket, è probabilmente il miglior atleta in circolazione. Ha portato Jordan in una nuova dimensione anche se per chi è cresciuto guardando MJ nessuno potrà mai superarlo. È stato il più giovane a raggiungere i 10mila punti, i 20mila e i 30mila. Ha più partite con almeno 20 punti di qualsiasi altro giocatore della storia. Ha superato Jordan al quarto posto della classifica marcatori il 6 marzo 2019. Ha superato Kobe Bryant per il terzo posto il 25 gennaio 2020 la notte prima del tragico incidente di Kobe. È diventato il secondo marcatore il 19 marzo 2022, superando Karl Malone. Ha scavalcato Kareem il 7 febbraio 2023.
“Non c'è mai stata una superstar in NBA migliore di LeBron James – scrive di lui Sports Illustrated che lo sbattè in copertina come The Choosen One ancora prima del via - Più di qualsiasi altra stella che abbiamo mai visto, James ha illustrato la sua grandezza non solo con i punti segnati, ma con il gioco nel suo complesso”. Il mitico Dan Peterson a cui l’Olimpia ritirerà la maglia il 5 aprile, mi dice: “Per vincere tutto, prendo Kareem. Tre titoli NCAA. Sei titoli NBA. Anche tre a Power HS a New York. Ma oggi nessuno è meglio di LeBron. Il gioco oggi è diverso. Proviamo a portare LeBron negli anni ’70, nell’NBA, con l’ hand check, con meno squadre, meno partite, senza il tiro da tre, senza la regola dei tre secondi difensivi, etc. Una giungla…”. Potrebbe diventare il primo giocatore a sfondare quota 40 mila punti segnati. The Athletic ha calcolato che con una media di 30 punti a partita, considerando qualche assenza e una naturale flessione, potrebbe arrivare oltre i 42 mila punti. Non ha ancora smesso di stupire, anche se forse ha smesso di vincere perché questi Lakers non sono competitivi per il titolo.
Per i nostalgici Kareem resta lassù, inarrivabile con quel gancio che lo ha portato in cielo. Per chi ha qualche anno in meno, lassù ci resta Jordan che però ha vinto soltanto a Chicago. Per i ragazzi di oggi, anche per quelli come Antetokounmpo, Doncic o Curry che provano a buttarlo giù dal palcoscenico, il più grande è lui. Ma non solo per il record dell’altra notte. Per tutto quello che ci ha messo in poco meno di vent’anni, da quando cominciò a segnare il 29 ottobre 2003 a Sacramento fino a ieri.