Foto LaPresse

Il Foglio sportivo

Perché lo sci azzurro è colorato soltanto di rosa

Stefano Vegliani

Il segreto dei successi mondiali di Brignone e Bassino, aspettando la Goggia che vuole vincere per Elena Fanchini

Due ori. Due donne. Federica Brignone e Marta Bassino. Non si vedevano da fine anni Novanta. Era lo sci di Deborah Compagnoni e Isolde Kostner. Erano altri tempi, quelli con milioni di telespettatori incollati alla tv, con una popolarità dei nostri campioni misurata in share televisivo. Ora gli ascolti sono molto più fluidi, tra tv, Instagram, Tik Tok.

 

Sabato 11 febbraio tocca alla Discesa, la gara di Sofia Goggia. Forse sulla carta la prova con più chance di vittoria, parlando di pronostici. Ci sarà un’atmosfera strana, la morte di Elena Fanchini ha tolto il respiro a chi è stata sua compagna di squadra. Le azzurre, così come i maschi hanno fatto giovedì, correranno con il lutto al braccio. La Discesa libera mondiale sarà in contemporanea con il funerale a Solato in provincia di Brescia. Il pettorale rosso di leader della classifica di Coppa del Mondo che Sofia aveva promesso a Elena dopo la vittoria di Cortina non è riuscito ad arrivare in tempo. Nessuno pensava a un addio così repentino. “Non ho mai pianto così in vita mia“, ha detto Sofia Goggia”. “Le sorelle Fanchini, quando Sofia Goggia è entrata in squadra sono state le compagne più vicine, spinte da uno spirito protettivo per la nuova arrivata”, racconta Gianmario Bonzi, il telecronista di Eurosport per lo sci femminile, “quello che è successo aggiungerà una motivazione. La pista è perfetta per le caratteristiche tecniche di Goggia, se non commette errori si può giocare la medaglia”. Nelle tre prove della vigilia due volte prima con semplicità e scioltezza: “Ho capito la pista”, ha detto. 

 

Se per le donne i Mondiali sono cominciati come meglio non si poteva prevedere, per gli uomini invece le cose non stanno andando molto bene. La combinata, una prova dimenticata nella preparazione degli atleti azzurri, è sparita dalla Coppa del Mondo, ma resta una medaglia in palio sia ai Mondiali che alle Olimpiadi: la presenza azzurra è stata puramente statistica. Dal Super G ci si poteva aspettare qualcosa in più da Mattia Casse, terzo nell’ultimo prima dei Mondiali, ma solo tredicesimo al traguardo. E da Dominik Paris che ci ha messo troppa foga fino a incastrarsi in una porta e finire con il sedere dolorante sulla neve.

 

Siamo stati per anni i maghi della velocità, Dominik Paris è il quarto nella classifica all time delle vittorie di Coppa del Mondo di discesa con 17 sigilli, ma quest’anno tutto sembra difficile. Il miglior giovane, Giovanni Franzoni, classe 2001, è infortunato. In questo momento non c’è ottimismo sul futuro della velocità. Un po’ meglio le prospettive nelle discipline tecniche dove si aspetta sempre la zampata in Slalom di Alex Vintazer sperando trovi la strada per uscire dal tunnel dell’eterno inconcludente. Pensando più in là, alle Olimpiadi di Cortina, abbiamo, con Franzoni, Filippo Della Vite, entrambi 2001, tra i migliori della loro età in gigante. Nello slalom Corrado Barbera, nato nel 2002, ha vinto il Mondiale juniores. Ma anche a livello giovanile sono i risultati femminili più consistenti: tre medaglie juniores contro una, tanto che Beatrice Sola, bronzo nello Slalom under 20 sarà al cancelletto di partenza di Meribel. In fondo lo sci ricalca quello che da qualche anno oramai avviene in tutto lo sport italiano con una consolidata supremazia per le ragazze.
Ora c’è una domanda che tutti si pongono: ritroveremo Brignone, Bassino, Goggia e Curtoni  ancora in pista fino alle Olimpiadi di casa nel 2026?
Marta Bassino è la più giovane e quindi è una certezza, con il Super G ha raddoppiato l’oro del Parallelo dei Mondiali di Cortina di due anni fa. Mercoledì 15  vorrà difendere il suo titolo e poi giovedì 16 sarà al cancelletto di partenza del Gigante, dove ha vinto una delle tre gare su otto che Shiffrin ha lasciato alle avversarie in stagione. Marta Bassino è considerata tecnicamente l’erede stilistica di Deborah Compagnoni, le manca giusto la medaglia olimpica.

 

Federica Brignone, si è fatta decorare il casco con una tigre; la ferocia della tigre l’ha dimostrata nel primo giorno di gara con l’oro in Combinata. La stagione era cominciata malaccio, tanto che durante la trasferta nord americana di novembre sembrava quasi pentita di non aver smesso dopo aver vinto l’ultimo Gigante dell’anno scorso proprio sulla pista francese che tante soddisfazioni sta regalando all’Italia. Ancora poche settimane fa, quando era chiaro che stava arrivando lo stato di forma giusto ha affermato che questa poteva essere l’ultima stagione. Oggi non c’è una risposta definitiva, anche se molti la chiedono: a cominciare da allenatori e ski man. Difficile che una certezza arrivi appena finita la stagione. “Federica ha sempre preso in piena autonomia le decisioni sulla sua vita, da sempre”, dice sua mamma Ninna Quario, “certo allo sci ha dato moltissimo e ha ricevuto altrettanto, altre volte aveva espresso il desiderio di smettere, ma poi non l’ha fatto”. 

 

Sofia Goggia, che scende per l’oro che le manca nella Discesa mondiale è ben difficile che rinunci alla terza Olimpiade. Elena Curtoni è esplosa tardi quindi ha ancora fame e si diverte, l’anno scorso, però ha sposato Nicolò Robello velista professionista pronto a portarla a vedere altri orizzonti.