Sei Nazioni 2023
Luca Morisi ci racconta l'Inghilterra del rugby
Al Sei Nazioni 2023 la Nazionale italiana gioca contro gli inglesi a Twickenham: "È un tempio, entrarvi un’impressione, giocarvi il massimo". Racconti londinesi del trequarti centro azzurro
In Inghilterra il rugby è nato e cresciuto: storia e geografia. In Inghilterra il rugby ha trovato regole e codici, club e tornei, miti e leggende: educazione e cultura. In Inghilterra il rugby si è fatto un nome e si è dato il nome dal luogo – un college – dove vide la luce: Rugby, appunto. E domenica alle 16 (Sky Sport e TV8), seconda giornata del Sei Nazioni 2023, l’Italia affronta la madrepatria del rugby, che quest’anno compie 200 anni di mete e placcaggi, drop e mischie, trasformazioni e touche.
Luca Morisi è uno dei sei azzurri che giocano in Inghilterra e – con Danilo Fischetto e Giosuè Zilocchi - dei tre che fanno parte dei London Irish: “Anno di fondazione 1898, quando gli emigrati scozzesi e gallesi avevano già dato vita ai loro rispettivi club a Londra, London Scottish e London Welsh. Alle pareti le immagini e i cimeli di chi ci ha preceduto. Una tradizione che impone consapevolezza e responsabilità. All’inizio solo irlandesi, oggi la prima squadra, professionistica, è una multinazionale, oltre a irlandesi, con inglesi, gallesi, scozzesi, australiani, figiani, samoani, argentini... e noi tre italiani. Il nuovo centro di Hazelwood dispone di cinque campi, di cui uno sintetico, palestra, spogliatoi, ristorante e club house, un’accademia, squadre amatoriali maschili e femminili, 400 bambini del minirugby, appuntamenti per famiglie. Insomma, un luogo che faccia comunità, ma che allo stesso tempo renda economicamente gli investimenti”. Il fallimento di due club (Worcester e Wasps) incombe sull’ambiente: “I budget si sono ridotti, ma noi giocatori siamo stati rassicurati, io sono al primo di due anni di contratto”.
Milanese, 32 anni il prossimo 22 febbraio, figlio d’arte, 1,83 per 95 chili, trequarti centro, scuola Asr poi Benetton, 40 presenze (e cinque mete) in Nazionale, da quando è arrivato a Londra Morisi ha avuto un solo giorno libero: “Ne ho approfittato per fare un giro in centro. Appena possibile visiterò Rugby, dove non sono mai stato, e tornerò a Bath. La Brexit ha complicato la burocrazia. Le mie pratiche sono state facilitate dalla posizione di giocatore e dall’intervento della società. Ho affittato un appartamento nella zona di Twickenham: i prezzi sono proibitivi, ma il manager mi ha trovato una soluzione quasi ragionevole. Nella squadra si parla soltanto inglese, il mio migliora, e se per il rugby è già più che sufficiente, altrove lo è un po’ meno, per capire l’English humour avrò bisogno di altro tempo, sempre che riesca a capirlo. Ho comprato una macchina, a casa ho un parcheggio privato, in città ci sono quelli multipiano, un giorno che ero in ritardo ho parcheggiato a rischio e puntuale è arrivata la multa. Altrimenti uso treni e bus, il servizio è buono, gli orari rispettati, anche se recentemente ci sono stati molti scioperi, la gente protesta per la difficile situazione economica. Quanto al mangiare, mi adatto facilmente e sperimento volentieri le varie cucine, giapponese e cinese, indiana e libanese, i ristoranti italiani sono i più numerosi ma anche fra i più cari e non ne sento la mancanza, faccio la spesa al supermercato, e lì i prezzi sono più o meno come quelli italiani. Il bere, quello si è carissimo, il vino soprattutto, ma anche la birra, perfino caffè e cappuccino, ma questo dovunque al di fuori dell’Italia. Che cosa ho imparato? Se prima stavo bene con me stesso, adesso sto anche meglio. E se prima peccavo di timidezza, adesso mi sono svegliato. Bisogna arrangiarsi”.
Il rugby secondo Luca: “Qui è molto fisico, molto duro, molto impegnativo. E si gioca ogni settimana, le partite distribuite, a seconda delle dirette tv, da venerdì a domenica”.
Morisi è stato eletto nella squadra ideale della prima giornata del Sei Nazioni dopo la sconfitta contro la Francia (29-24): “Abbiamo rivisto la partita e analizzato gli errori che ci sono costati la vittoria. Sappiamo che il nostro percorso di crescita passa anche attraverso queste amnesie. L’Inghilterra, che ha perso contro la Scozia in casa, vorrà rifarsi. Così sarà ancora più difficile. Per vincere, la nostra partita dovrà essere perfetta”. A Twickenham: “È un tempio, entrarvi un’impressione, giocarvi il massimo. Già l’arrivo, in pullman, è emozionante, con migliaia di persone che ci aspettano e accolgono, fra sorrisi, canti e bandiere, in un’atmosfera che sa di storia secolare. Dentro, lo spazio è dedicato solo al campo, le tribune sono verticali, e così ti vedi il pubblico addosso, ne avverti il calore, lo guardi negli occhi, lo senti respirare, incitare, urlare”.