Olive #22
Perr Schuurs non ha mai avuto fretta
Per anni nei Paesi Bassi il difensore del Torino è stato considerato un Matthijs de Ligt che non ce l’aveva fatta del tutto. Poi, fortunatamente, è arrivato Erik ten Hag e il Torino
A quei pochi che erano seduti sulle tribune dello Juliana Sportpark di s-Gravenzande, sobborgo di L’Aja, il 4 ottobre del 2017 a vedere la selezione under 19 dei Paesi Bassi giocare contro i pari età di Malta, vedendo giocare il numero 3 parve di riconoscere quell’altro numero 3, quello che sino all’anno prima aveva guidato, e bene la Nazionale u19 olandese, quello di cui si narravano già le magnifiche sorti futuri: Matthijs de Ligt. In campo però Matthijs de Ligt non c’era, e la casacca col numero 3 la indossava Perr Schuurs.
Matthijs de Ligt e Perr Schuurs hanno la stessa età, il primo è nato tre mesi prima del secondo, giocano nella stessa posizione, sono entrambi alti, slanciati, biondi, hanno indossato la maglia dell’Ajax, ma assieme solo per nove minuti, gli ultimi nove minuti di Ajax-AZ Alkmaar del 7 ottobre del 2018. Perché il secondo, Perr Schuurs, è sempre stato considerato un Matthijs de Ligt che non ce l’aveva fatta del tutto. Ne erano convinti nelle Nazionali giovanili, lo erano i tifosi che seguivano le partite della Jong Ajax, la seconda squadra dei Lancieri, e pure quelli che guardavano la prima squadra all’Amsterdam Arena. Per loro, per tutti loro, Matthijs de Ligt era un’altra cosa: più elegante, più bello da vedere, più veloce, più efficace. Di un’altra categoria insomma. Non che Perr Schuurs fosse un brocco, questo non lo pensava nessuno, ma non ci poteva essere confronto tra i due. Anche perché avevano la stessa età, giocavano nella stessa posizione e alla stessa maniera, quella della scuola olandese che voleva dire soprattutto una cosa: chi difende non può solo difendere, ma essere capace di far ripartire l’azione.
Solo una persona era convinto del contrario: Erik ten Hag.
Dopo la sospensione dell’Eredivisie 2019-2020 a causa della pandemia, l’allora allenatore dell’Ajax, ora al Manchester United, rispose - a chi gli chiedeva come pensasse di superare l’assenza di de Ligt in squadra (era stato ceduto alla Juventus in estate) la stagione successiva - che lui non aveva alcun dubbio. che “Schuurs possa essere all’altezza del ruolo”. Poi aggiunse: “Schuurs diventerà un top player, uno dei difensori migliori d’Europa”. E a chi gli faceva notare che Peer Schuurs avesse la stessa età di de Ligt, replicò: “Non si matura tutti alla stessa velocità e nemmeno allo stesso modo. Ci sono ragazzi che a vent’anni hanno già il pieno dominio di loro stessi, altri no. Ciò però non vuol dire che siano meno abili. Schuurs ha un potenziale enorme. Dove può arrivare? Sinceremente ancora non lo so, ma parecchio in alto”.
Erik ten Hag in estate avrebbe voluto Perr Schuurs al Manchester United. I dirigenti dei Red Devils però avevano già investito 50 milioni di euro per Lisandro Martínez (sempre dall'Ajax) e non ritennero di dover esaudire la richiesta dell'allenatore, anche perché ritenevano la difesa già al completo con Harry Maguire, Raphaël Varane, Victor Lindelöf e Phil Jones.
Perr Schuurs poteva rimanere un altro anno, almeno, ad Amsterdam. Ma senza Erik ten Hag qualcosa era cambiato. Senza l'allenatore che aveva deciso di lanciarlo nonostante tutto, nonostante lo scetticismo nei suoi confronti figlio di un paragone pesante 75 milioni di euro, tanti la Juventus ne sborsò per Matthijs de Ligt, non c'era più nessuno a credere davvero che Schuurs potesse essere presente e futuro dei Lancieri.
Eppure mille chilometri più a sud c'era chi nel centrale difensivo olandese aveva visto esattamente quello che aveva visto Erik ten Hag. Giudizi simili, così come le conclusioni. Davide Vagnati era convinto che Perr Schuurs potesse diventare uno dei migliori difensori europei a tal punto da non aver nessun tentennamento nello sborsare 9 milioni di euro (ai quali si aggiungeranno 2,3 milioni di bonus), anche perché il Toro aveva oltre 40 milioni da poter investire dopo aver ceduto Bremer alla Juventus (per sostiuire proprio de Ligt). Perr Schuurs era convinto che Torino, il Torino, potesse essere la destinazione giusta per continuare a crescere e per dimostrare di essere un signor difensore, di non essere inferiore al coetaneo che (non solo) all'Ajax lo ha sempre messo in ombra.
Una competizione tra i due che però non esiste, imposta loro da addetti ai lavori e stampa olandesi. Perché tra Perr Schuurs e Matthijs de Ligt le cose vanno benone. Si sentono, hanno piacere a parlare, non percepiscono, per loro ammissione, rivalità sportiva e anzi vorrebbero giocare l'uno al fianco all'altro in Nazionale. Matthijs de Ligt con la maglia dei Paesi Bassi ha collezionato già 40 presenze, Perr Schuurs nessuna, ma è da inizio 2023 che a seguire il Torino c'è sempre uno dei uomini di fiducia del nuovo commissario tecnico oranje Ronald Koeman, ritornato alla guida della selezione nazionale dopo poco più di due anni e mezzo e una sbandata in direzione Barcellona. Sul campo Schuurs si sta dimostrando tra i migliori difensori della Serie A (a tal punto da essere ricercato da Liverpool, Atletico Madrid e diverse altre squadre della Premier League, le uniche che ormai hanno soldi, parecchi, da spendere), la convocazione non dovrebbe tardare ad arrivare.
Olive è la rubrica di Giovanni Battistuzzi sui (non per forza) protagonisti della Serie A. Nella prima puntata si è parlato di Khvicha Kvaratskhelia (Napoli), nella seconda di Emil Audero (Sampdoria), nella terza di Boulaye Dia (Salernitana), nella quarta di Tommaso Baldanzi (Empoli), nella quinta di Marko Arnautovic (Bologna), nella sesta vi ha invece intrattenuto Gabriele Spangaro con Beto (Udinese), nella settima di Christian Gytkjær (Monza), nell'ottava Armand Laurienté (Sassuolo), nella nona Sergej Milinkovic-Savic (Lazio), nella decima Sandro Tonali (Milan), nell'undicesima Cyriel Dessers (Cremonese), nella dodicesima Tammy Abraham (Roma), nella tredicesima Stefano Sensi (Monza), nella quattordicesima Federico Baschirotto (Lecce), nella quindicesima Moise Kean (Juventus), nella diciasettesima Rasmus Hojlund (Atalanta); nella diciottesima M'Bala Nzola (Siena); nella diciannovesima Federico Dimarco (Inter); nella ventesima Cyril Ngonge (Hellas Verona); nella ventunesima Riccardo Saponara (Fiorentina).