Gran calma #25
Perché si prova ad alimentare una pia speranza di riaprire una Serie A già del Napoli?
È bastata la sconfitta della squadra di Spalletti contro la Lazio per provare a illudersi che il campionato non sia già deciso. Il problema però non è quante partite potranno perdere gli azzurri, ma i punti persi in continuazione dalle altre
I risultati della 25esima giornata di Serie A
Sassuolo-Cremonese 3-2 26′ Laurienté, 41′ Frattesi, 62′, 83′ Dessers (C), 92′ Bajrami
Torino-Bologna 1-0 22′ Karamoh
Napoli-Lazio 0-1 67′ Vecino
Monza-Empoli 2-1 19′ Ciurria, 51′ Satriano (E), 67′ Izzo
Atalanta-Udinese 0-0
Fiorentina-Milan 2-1 49′ rig. N. González, 87′ Jović, 95′ Theo Hernández (M)
Spezia-Verona 0-0
Sampdoria-Salernitana 0-0
Inter-Lecce 2-0 29′ Mkhitaryan, 53′ Lautaro Martínez
Roma-Juventus 1-0 53′ Mancini
La classifica della Serie A dopo 25 giornate
Napoli 65; Inter 50; Lazio 48; Roma e Milan 47; Atalanta 42; Juventus (-15) e Bologna 35; Torino 34; Udinese e Monza 32; Fiorentina 31; Sassuolo 30; Empoli 28; Lecce 27; Salernitana 25
Spezia 21; Verona 18; Cremonese e Sampdoria 12.
Perché il venticello aleatorio che sta gufando il terzo scudetto del Napoli avrà vita breve
Da qualche giorno, ma forse da prima, s’avanza uno strano soldato. Il sospetto che il Napoli, dopo la meritata sconfitta contro la Lazio, possa perdere anche il match che lo vedrà opposto all’Atalanta, quindi il prossimo in casa col Milan, e magari gli altri di cartello, favorendo una clamorosa rimonta delle milanesi e, perché no, delle romane. Meme, tabelle abbozzate, sketch da reel, tutto concorre ad alimentare una pia speranza di riaprire il campionato. Ma il tarlo non fa i conti con tante realtà: prima di tutto la classifica, che i partenopei stanno dominando dall’inizio con 15 punti di vantaggio sulla seconda. Poi il gioco, per niente appannato dalla sfida con i biancocelesti: la squadra di Maurizio Sarri è già in nuce un Napoli 2, per disposizione tattica e integrazione di alcuni elementi (Elseid Hysaj, a breve forse anche Piotr Zieliński). Quindi lo stato di salute delle contendenti: Milan e Inter non sanno più infilare vittorie consecutive, a ogni stop corrisponde sempre un altro start. Per tacere dell’Atalanta, ridotta allo 0-0 interno dalla volitiva Udinese. Infine il parallelo con il 1988: allora lo spogliatoio era spaccato, adesso non si vede segno di ammutinamento alcuno nei confronti di Luciano Spalletti, abile anche nel dare spazio a tutti. È bello pensare che tutti stiano cercando spifferi e spiragli per non chiudere le motivazioni del torneo, ma pare più un wishful thinking che altro: gran calma quindi, il Napoli (come recitano le bandiere già stampate) vincerà presto il suo terzo scudetto. E al bando la scaramanzia, siamo nel 2023.
Perché è opportuno recuperare Giacomo Raspadori e Giovanni Simeone tra i protagonisti
Un paio di fantasmi, decisamente più concreti, si aggirano invece attorno al centro di allenamento di Castel Volturno. Giacomo Raspadori - ora peraltro infortunato - e Giovanni Simeone avevano iniziato la stagione, e la propria avventura nel Golfo, coi migliori auspìci: gol pesanti, prestazioni di livello, repentina integrazione. Poi, solo scampoli di partita, anche in ruoli atipici per il giovane italiano, e una costante perdita di rilevanza nei meccanismi oliatissimi della squadra che sta ammazzando il campionato. Se il Cholito ha risposto presente a ogni chiamata, tornando decisivo nella vittoria contro la Roma, Raspadori - classe 2000, ma pare già un veterano - dovrà avere gran calma e attendere la fine della stagione per godere eventualmente di qualche considerazione. Un peccato, dato l’alto investimento che sopra di lui aveva compiuto anche la Nazionale di Roberto Mancini, vestendolo d’azzurro nella trionfale spedizione europea e consegnandogli le chiavi dell’attacco contro Inghilterra e Ungheria in Nations League. Discorsi che valgono anche per Federico Gatti, acquistato a suon di tromba dalla Juventus e presto accantonato in panchina per dar spazio alle certezze brasiliane della difesa. Bisognerà tornarci, affinché il patrimonio non sia disperso e “l’antico vaso” venga portato in salvo.
Perché le certezze di classifica lo stanno facendo diventare il campionato dei dettagli e what if
Arrivati a due terzi della stagione in Serie A, nella giornata dei tre zero a zero (e dei tre pali juventini) i motivi d’interesse settimanali mutano pelle. Dal diradarsi del quadro generale si estraggono momenti parcellizzati, conversazioni futuribili, note a margine in attesa di essere sviluppate: ad esempio, anche considerando le pagelle del giorno dopo, in pochi hanno segnalato che Charles de Ketelaere, discusso oggetto misterioso nel lungo inverno milanista, ha giocato a Firenze la sua miglior partita da qualche mese a questa parte. E in buona sostanza lo si deve al ruolo più decentrato che gli è stato chiesto di coprire, come accadeva negli exploit al Bruges: da esterno salta l’uomo, crea la superiorità numerica, mette in mezzo buoni cross e soprattutto perde meno palloni. Potremo dire di averlo previsto anzitempo, ma meglio arrivarci comunque. Per un CdK che timidamente si riaffaccia, Ademola Lookman rifiata: il folletto bergamasco non segna da quasi un mese e mezzo, dopo aver tirato la carretta per intere giornate. Gran calma, è di sicuro solo un appannamento momentaneo. Chi invece sta esplodendo dopo essere stato coltivato e atteso - allo stesso modo del connazionale e pari ruolo Tressoldi - è il difensore brasiliano Igor Julio dos Santos, ormai quasi sempre inamovibile nella Fiorentina, che ha annullato Olivier Giroud così come aveva fatto recentemente con altri centravanti di rango. E hanno debuttato con simpatia e profitto due portieri, Simone Perilli e Samuele Perisan, i quali non hanno sfigurato né fatto rimpiangere i prestigiosi titolari. Tanto ormai è tutto Var, sempre Var: hai segnato? Gran calma.
Perché serve tutelare l’istinto e trovargli spazio anche in ruoli delicati: il caso Junior Sambia
A proposito di spettri, per buona parte del torneo il travaglio interno alla Salernitana ha cercato in varie maniere di coprire la fascia destra, con assetti a quattro difensori oppure a tre, arretrando o avanzando Antonio Candreva, senza mai ricorrere alle prestazioni di (Salomon) Junior Sambia, acquistato dal Montpellier durante l’estate. Eppure, quando Davide Nicola prima e Paulo Sousa poi vi hanno fatto ricorso, hanno scoperto un prospetto del tutto differente dallo standard cui si è abituati. Il 26enne francese, salvato in extremis dal Covid, gioca un calcio naif: pettina il pallone con la suola, vuole tirare da quaranta metri e lo fa di controbalzo, quasi riuscendoci. Ci prende anche su punizione: leve lunghe, slanci tanti. Istintivo, sabiriano. Nome ballerino, brasiliano. Se è in giornata diventa eroe, Josimar. Ma gran calma, perché ora sta rientrando a regime Pasquale Mazzocchi, un treno capace di inserimenti sia a destra che a sinistra: se Candreva rimarrà dietro la punta, continueremo a vederne delle belle grazie a colui che non è stato visto arrivare.
Perché il ritorno degli ottavi di Champions League e le altre coppe possono cambiare qualcosa
Da martedì a giovedì, e poi la prossima settimana, tornano in scena le coppe europee. Mai, negli ultimi anni, così tante squadre italiane hanno nelle proprie mani le potenzialità concrete di superare il rispettivo turno: se il Napoli non dovrebbe avere problemi a regolare a domicilio l’Eintracht Francoforte, difficili - ma non impossibili - si parano davanti a Inter e Milan le trasferte di Porto e Londra, sponda Tottenham. Gli analoghi 1-0 casalinghi ovviamente non lasciano tranquilli, ma consentono alle milanesi di fare la partita cui sono più avvezze: e, soprattutto i portoghesi, non sono propriamente campioni nello sviluppare il proprio gioco offensivo rispetto a quanto invece sappiano agire di rimessa. L’attacco di Antonio Conte, per converso, è brillante ma difesa e centrocampo sono del tutto abbordabili per gli avanti rossoneri, ove le condizioni di forma siano all’altezza del noto dna continentale. Juventus, Lazio e Fiorentina hanno ottenuto in sorte avversarie altrettanto sormontabili, un po’ meno la Roma con la Real Sociedad lanciata verso la qualificazione in Champions League: il rischio più grande, in effetti, sta nel prendere sottogamba questi incontri e magari fare calcoli di formazione e turn over. Quindi gran calma e giocare al massimo, perché se qualcuna dovesse cadere non reggerebbero gli alibi.
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