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Un'altra ultima occasione per Chris Paul

Andrea Lamperti

A 38 anni uno dei migliori playmaker della storia recente dell'Nba non ha ancora vinto un Anello. Sembrava potesse continuare così, poi ai Phoenix Suns è arrivato Kevin Durant e in Arizona ora sono convinti di poter regalare al numero 3 il titolo che non è mai riuscito a conquistare

Ancora qualche mese e la 18esima stagione Nba di Christopher Emmanuel Paul, in arte CP3, sarà giunta al capolinea. E chissà se allora, guardandosi indietro, la guardia dei Phoenix Suns avrà finalmente trovato la tanto agognata pace interiore. A 38 anni, dopo una carriera in cui si è affermato tra i migliori playmaker dell’era moderna e in cui si è assicurato un posto nella Hall of Fame,  rischia di terminare con un vuoto difficile da colmare, in quello che definisce maggiormente la legacy di un giocatore della sua caratura: la vittoria di un titolo.

Il pubblico, a dirla tutta, sembrava aver gettato la spugna con il suo inseguimento all’anello. Una delusione ai playoff dopo l’altra, un infortunio dopo l’altro, e soprattutto alla luce del suo fisiologico declino fisico, che aveva contribuito in questa stagione ad allontanare i Suns dalle principali contendenti al titolo. Dopo la trade deadline, però, la geopolitica della lega è cambiata non poco, e la franchigia dell’Arizona è quella che ne ha approfittato maggiormente, spuntandola nella corsa a Kevin Durant e proiettandosi istantaneamente nell’élite della lega. Sarà questo, alla fine di tutto, il turning point della carriera di Chris Paul?

   

Rimpianti, e ancora rimpianti

Le ambizioni di titolo di Paul, e le crescenti pressioni derivate, hanno inizio con il suo trasferimento a Los Angeles, nel 2011. Ai Clippers, “l’altra squadra di LA”, che con CP3 vive il proprio Rinascimento, passato alla storia come Lob City: sei anni di fila ai playoff, dopo un’eternità nei bassifondi della lega. Non abbastanza però, complice anche qualche infortunio, per consentire a Paul di competere ai massimi livelli.

Si dovrà aspettare il 2018 per vederlo con una contender, gli Houston Rockets. Al fianco di un James Harden formato-Mvp, CP3 guida l’unica credibile antagonista di Golden State, il superteam per eccellenza, reduce da tre Finals e nel pieno dell’era-Durant. La grande occasione di Paul e Harden, però, va in frantumi quando Paul si ferma per un infortunio muscolare, in Gara 5 proprio contro gli Warriors. Il più grande rimpianto della sua vita, probabilmente.

Nel 2020, ormai 35enne, Chris ripone nelle mani dei Suns le sue (ultime) speranze. E sono ben riposte, perché già alla sua prima stagione la squadra si afferma tra le migliori della lega, grazie all’esplosione di Booker e alla crescita dei giovani. Paul in primavera ha i soliti acciacchi, ma ai Lakers prima e ai Clippers poi non va meglio, anzi, e sono proprio i Suns a strappare il pass per le Nba Finals. Le prime per CP3, dove troverà i Bucks di Antetokounmpo.

La storia, però, ha un appuntamento con il greco, Mvp della serie. Vince Milwaukee in sei gare. A Phoenix cala il sipario, che diventerà buio pesto l’anno successivo, con la precoce eliminazione per mano dei Mavs. Pare un punto di non ritorno, e Paul sembra inesorabilmente destinato a finire tra le guardie da Hall of Fame senza un anello, come Stockton, Iverson e Nash prima di lui. E invece…

  

La grande occasione

Ed eccoci ai giorni d’oggi, al nuovo bagliore che illumina la Valley of the Sun, il talento di Durant. Al fianco di Paul, Booker ed Ayton, con Monty Williams in panchina, un discreto supporting cast e una rassicurante profondità: sulla carta, con l’imprimatur di Las Vegas, Phoenix è ora la squadra da battere ad ovest.

L’opportunità più inattesa per CP3, ma decisamente la più concreta. Al netto dei sacrifici di Bridges e Johnson, infatti, ora Phoenix ha in Durant e Booker la coppia di scorer più temibile dell’intera Nba. E vicino a loro, Paul avrà un ruolo ideale per le sue caratteristiche e soprattutto per la sua anagrafica: quello di regista, quantomai alleggerito da responsabilità realizzative.

Se la stagione regolare finisse ora, i Suns (quarti) si troverebbero davanti Golden State in un primo turno da sogno… per chi si gode da fuori lo spettacolo, almeno. Un passo alla volta, però: mancano ancora 17 partite, la classifica è molto corta e i Suns hanno un calendario particolarmente impegnativo. La loro corsa al titolo, però, è già iniziata. Con in testa quell’anello che metterebbe fine ai tormenti di Chris Paul, uno dei piccoli più grandi di sempre.

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