Foto Ap, via LaPresse

Quella pistola di notte e la paura di Kanté, “poliziotto buono” dei Bleus

Mauro Zanon

Banlieue difficili, amici pericolosi. Il calcio violento della Francia. In un'inchiesta di France Football rivela i problemi extra-calcistici del centrocampista francese

Parigi. È la primavera del 2017, manca soltanto un anno ai Mondiali di calcio in Russia. E N’Golo Kanté non è soltanto la star del Chelsea di Antonio Conte che di lì a poco avrebbe vinto la Premier League, il calciatore modello, dentro e fuori dal campo, per umiltà e spirito di sacrificio. E’ anche il pupillo di Didier Deschamps, il centrocampista imprescindibile della Nazionale francese. I suoi genitori, di origini maliane, lo hanno chiamato N’Golo in memoria di N’Golo Diarra, sovrano dell’Impero Bamana tra il 1766 e il 1795. Ma i suoi compagni preferiscono chiamarlo “Ng” o “la police”, per la sua capacità di far rispettare la legge in mezzo al campo.

 

A Londra, N’Golo, ha spesso nostalgia di casa. E appena può, torna dagli amici di sempre: a Rueil-Malmaison, periferia multietnica del dipartimento degli Hauts-de-Seine (a ovest di Parigi). Ma una sera, accade l’inatteso. N’Golo è seduto al tavolo di un ristorante degli Hauts-de-Seine quando un individuo con fare minaccioso lo invita ad alzarsi e a seguirlo all’interno di una macchina dai vetri oscurati. Una volta entrato nell’auto, l’uomo gli punta una pistola al ginocchio, lanciandogli un ultimatum: “O abbandoni il tuo agente, o lo ammazziamo”.

 

L’episodio, rivelato da una inchiesta di France Football consacrata ai problemi extra-calcistici del centrocampista francese, è la vetta drammatica del “dossier Kanté”, una storia di brutte frequentazioni su uno sfondo di povertà e criminalità, di falsi amici che hanno approfittato della gallina dalle uova d’oro, l’ennesimo capitolo del romanzo nero delle banlieue francesi dove la cupidigia e la violenza fanno da leitmotiv. Dopo quell’agguato, nulla è stato come prima per N’Golo, anche se a Ff il nazionale francese ha detto che “non è accaduto più nulla in tutto questo tempo”, che non “c’è niente da aggiungere”, e che è “discreto e concentrato sul Chelsea”, dove è “molto felice”. Secondo il settimanale francese, le ragioni di questa violenza abbattutasi in una sera di primavera di sei anni fa, sarebbero legate al trasferimento di Kanté dal Leicester – dove esplose calcisticamente grazie alla gestione sapiente di Claudio Ranieri – al Chelsea: un affare da 32 milioni di sterline che avrebbe fatto gola al suo nutrito e litigioso entourage, composto anche da intermediari con curricula poco raccomandabili. Per le operazioni finanziarie tra il 2013 e il 2015, France Football ha contato undici agenti coinvolti: quelli che lo hanno aiutato a essere reclutato dallo Stade Malherbe Caen, squadra di Ligue 2, quelli che hanno sondato il mercato francese di Ligue 1, e in particolare l’Olympique di Marsiglia, per un potenziale trasferimento, e quelli, soprattutto, che hanno favorito la sua firma al Leicester. Che sono cinque: Kamel Bengougam, Grégory Dakad, Abdelkarim Douis, raggiunti in seguito da Idriss Gharout, amico d’infanzia ed ex vicino di casa, e Rachid Saadna, vecchia conoscenza con parecchi precedenti giudiziari. È il fratello di quest’ultimo, Houari Saadna, il presunto delinquente che ha puntato la pistola al ginocchio di N’Golo. Il motivo? L’opulenta commissione ricevuta da Abdelkarim Douis (4,8 milioni di euro) per il trasferimento in Premier League, transazione dalla quale gli “amici” Idriss Gharout e Rachid Saadna sarebbero stati esclusi. “Come in tutti i quartieri difficili, ci sono anche delle persone malintenzionate”, commenta disilluso un abitante di Rueil-Malmaison. Sono quelle che hanno tentato una estorsionr a Paul Pogba nel marzo del 2022 per una storia simile e non hanno risparmiato nemmeno il ragazzo dal volto pulito dell’Equipe de France: N’Golo Kanté.

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