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Il Foglio sportivo - Il ritratto di Bonanza

La seconda vita di Spalletti e Pioli

Alessandro Bonan

Nel calcio è sempre possibile rifarsi: c'è tempo per un riscatto, anche quando nulla sembra presagirlo. Prima lo scudetto del Milan, poi l'ascesa del Napoli. Perché i due allenatori sono un esempio per tutti

Se rinasco, lo faccio da vecchio. Scusate l’aforisma, ho quasi cinquantanove anni e quando sento di certe resurrezioni da ultra sessantenni mi emoziono. Però chiedo, non sarebbe stato meglio svegliarsi prima? Domanda legittima ma senza risposta che di sicuro si pongono tutti quelli che hanno superato il mezzo secolo e cominciano a guardarsi alle spalle pensando alle varie occasioni mancate. Applicando il rammarico a due personaggi del calcio, Luciano Spalletti e Stefano Pioli, gli avversari di campionato e poi di Champions League, vengono in mente le tante stagioni trascorse da Spalletti a Roma, dove si è parlato solo di Totti e di gossip, trascurando il suo lavoro, e a Milano, all’Inter, quando la vicenda Icardi/Nara, si portò via un risultato esemplare concludendo la partita a pizze e fichi, come se il calcio fosse quella roba lì. Dove sbagliammo noi, dove sbagliò Spalletti?

 

Visti i risultati odierni del Napoli, potremmo dire senza dubbio che abbiamo sbagliato più noi a farci prendere la mano da troppe beghe di contorno, dimenticando i fatti. Ma è facile dirlo oggi con il senno di poi e il fascino del proibito, del torbido che ogni volta ci provoca l’acquolina in bocca. Tanto che pure in Germania ci hanno superato, visto che il giovane Nagelsmann è stato fatto fuori dal Bayern Monaco, per colpa di una donna. Si, avete letto bene. La storia la conoscete ma merita un riassuntino. Lei è una giornalista sportiva, lui è l’allenatore del Bayern. Lui avrebbe detto a lei certe cose di spogliatoio, lei, nel frattempo spostata dal suo giornale alla cronaca, avrebbe riferito queste cose a qualcuno/a provocando in tempi stretti la diffusione di tali confidenze. Vero, non vero, chissà. Resta il fatto che lo strambo triangolo provoca la sommossa dei giocatori. Segue telefonata con licenziamento in tronco del giovane allenatore che nel frattempo, insieme alla fidanzata, si trovava in montagna a sciare (e poi dicono che la montagna fa bene). Roba che la questione Spalletti/Icardi, sembra un fumetto di Topolino.

 

Eppure pare che sia andata proprio in questo modo. Ma allora che cos’è il calcio, solo una rivista patinata da sfogliare, guardando le figure? Magari è così, ma per fortuna esistono i riscatti, il tempo per rifarsi. Spalletti oggi si gode il sole di Napoli e tutti gli fanno l’inchino. Pioli ieri, con lo scudetto del Milan conquistato a sorpresa, ha strappato la patente di allenatore medio che qualcuno gli aveva rifilato senza troppi riguardi. Si può rinascere a sessant’anni, senza rimpianti, senza paura di aver commesso l’errore decisivo. Si può rinascere da vecchi, e forse è ancora più bello.

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