promesse del nuoto
Ai Trials canadesi Summer McIntosh ha riscritto la sceneggiatura di "Una settimana da Dio"
La giovanissima nuotatrice ha collezionato cinque vittorie in cinque gare e due record del mondo. E per un attimo ha fatto scricchiolare il primato di Pellegrini nei 200 stile libero
Chissà cosa stava facendo questa notte, intorno a mezzanotte e mezza, Federica Pellegrini. A quell’ora, le 18.30 a Toronto, in Canada, il suo record del mondo nei 200 metri stile libero in vasca lunga – che campeggia orgoglioso anche nella sua bio su Instagram – ha rischiato di cadere. A metà gara Summer McIntosh era davanti di due centesimi di secondo. Poi nei secondi cento metri, quelli in cui Federica Pellegrini iniziava e spesso completava le sue rimonte, Summer McIntosh ha nuotato un po’ più lenta e ha toccato in 1’53’’91, il nuovo record del mondo giovanile, la quinta miglior prestazione di sempre nei 200 stile libero. Il primato di Federica Pellegrini è di 1’52’’98. È il record del mondo più longevo del nuoto femminile, uno dei due (l’altro è quello della cinese Liu Zige nei 200 farfalla) che ancora resiste dall’epoca dei costumi in poliuretano, i “costumoni” che nel biennio 2008-2009 quasi permettevano agli atleti di galleggiare minimizzando le resistenze in acqua. È stampato nei libri di storia dal 29 luglio 2009. Probabilmente verrà cancellato presto.
Ai Trials canadesi che sono terminati proprio questa notte, Summer McIntosh ha riscritto la sceneggiatura di “Una settimana da Dio”. Cinque gare e cinque vittorie, ma soprattutto due record del mondo (nei 400 stile libero e nei 400 misti) e tre record del mondo giovanili (oltre ai 200 stile libero, anche nei 200 farfalla e nei 200 misti). Ha dimostrato una polivalenza quasi mai vista nel nuoto ad altissimi livelli: eccelle in specialità diverse, tutte massacranti. È diventata la prima atleta in assoluto a detenere contemporaneamente il record del mondo dei 400 stile libero (3’56’’08) e dei 400 misti (4’25’’87). E tutto questo, a 16 anni.
Summer McIntosh è nata il 18 agosto del 2006, l’Italia aveva già vinto il Mondiale di Berlino. Sua mamma Jill Horstead è un’ex nuotatrice canadese che ha partecipato alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, sua sorella maggiore Brooke (del 2005) fa la pattinatrice sul ghiaccio, naturalmente da professionista. Ha il nome dell’estate e il cognome (quasi) di un computer, e si allena negli Stati Uniti, a Sarasota, in Florida. Nel 2012, quando la cantante canadese Carly Rae Jepsen ha pubblicato il brano “Call me maybe”, reso tormentone anche dalla versione della nazionale americana di nuoto in preparazione per le Olimpiadi di Londra, lei era una bambina già dalle leve lunghe che si divertiva a ballarlo nel cortile di casa. Nel 2013, quando Katie Ledecky ha realizzato il suo primo record del mondo, lei aveva sette anni e appendeva i suoi poster alle pareti. Oggi è una delle sue più grandi avversarie.
Il sito specializzato State of swimming ha già individuato nella finale dei 400 stile libero alle Olimpiadi di Parigi 2024 con Summer McIntosh, Katie Ledecky e Ariarne Titmus (l’ex detentrice del record del mondo) la versione femminile dei 200 stile libero maschili di Atene 2004, la “race of the century”, la gara del secolo: anche in quel caso c’erano uno statunitense (Michael Phelps), un australiano (Ian Thorpe) e un terzo incomodo (l’olandese Pieter van den Hoogenband). Prima forse però Summer McIntosh dovrà compiere delle scelte: ai prossimi Mondiali in Giappone le batterie e la finale dei 400 stile libero saranno lo stesso giorno delle batterie e delle semifinali dei 200 misti, mentre a Parigi la finale dei 200 stile libero sarà poco dopo quella dei 400 misti. Oppure siamo di fronte alla next big thing del nuoto mondiale? Nel frattempo, Federica Pellegrini può ancora dormire serena per un po’.