Guida ai playoff della Nba
Inizia la parte più interessante della stagione del basket americano. Ecco cosa aspettarsi dai prossimi 45 giorni sotto canestro
Dopo la regular season, anche il play-in è andato in archivio, emettendo sentenze definitive per Thunder, Pelicans, Bulls e Raptors, le cui corse sono già arrivate al capolinea; iscritti last minute ai playoff, invece, i sopravvissuti agli spareggi degli ultimi giorni: Lakers, Wolves, Hawks e Heat. E così, il 2023 del basket a stelle e strisce è pronto a entrare nel vivo, con il tabellone dei playoff ormai definitivo e le prime gare in programma già stasera.
Una Conference alla volta, dunque, ecco cosa aspettarsi dai prossimi 45 giorni di Nba, da cui emergeranno le due finaliste per il Larry O’Brien Trophy.
Eastern Conference: bipolarismo o tripolarismo?
Le 82 partite di stagione regolare hanno definito in modo netto le gerarchie a est, restituendo una griglia playoff in cui è difficile immaginare sorprese. Quantomeno nei primi turni, e ovviamente a scanso di infortuni particolarmente impattanti.
Le migliori tre squadre emerse nel corso dei mesi sono le uniche, sulla carta, a nutrire legittime aspirazioni di titolo. Ovvero: Milwaukee Bucks, Boston Celtics e Philadelphia 76ers, guidate dalle rispettive stelle Giannis Antetokounmpo, Jayson Tatum e Joel Embiid, che si troveranno di fronte Heat, Hawks e Nets, con speranze di upset ridotte all’osso. Più aperta, invece, la serie tra Cavaliers e Knicks, con i primi - forti anche del fattore campo - decisamente favoriti, nonostante l’1-3 negli scontri diretti stagionali.
Un primo momento cruciale arriverà probabilmente nelle semifinali di Conference, che potrebbero mettere contro Celtics e Sixers, in una sfida che profuma di storia e per Phila di occasione di riscatto, dopo il 4-0 nella bubble (2020) e il 4-1 due anni prima. Dall’altra parte, invece, ci si aspetta un percorso relativamente agevole per Antetokounmpo e compagni, che difficilmente potranno essere impensieriti in una serie al meglio delle sette gare da Miami, Cleveland o New York.
È anche in virtù del lato “facile” di tabellone, nonché delle sicurezze cementificate sul campo negli ultimi sei mesi e dell’esperienza vincente condivisa da questo gruppo nel 2021, che i Bucks sono considerati i legittimi favoriti per raggiungere le Nba Finals. Coach Budenholzer può contare su un roster molto profondo e su un sistema che nel tempo ha fatto della continuità un assoluto punto di forza, soprattutto a partire dallo scambio di tre anni fa per Jrue Holiday.
Dal canto loro, anche i Celtics hanno mantenuto intatto il core che ha raggiunto le finali nel 2022, ritoccato soltanto con la preziosa aggiunta in estate di Malcolm Brogdon. I bianco-verdi si presentano come contendenti al titolo più che credibili, ma qualche alto-e-basso registrato in regular season e soprattutto il cambio in panchina lasciano sulla post-season di Boston un margine di incertezza leggermente più ampio rispetto a Milwaukee.
In seconda fila, poi, ecco i Sixers di Joel Embiid (lanciato verso il titolo di Mvp) e James Harden. A prima vista leggermente più indietro rispetto a Bucks e Celtics, ma forse più per il ricordo degli ultimi playoff e per la sfiducia in coach Doc Rivers, che per effettive disfunzionalità del roster.
I rapporti di forza, in ogni caso, sono ben delineati, con due super-favorite, una possibile antagonista e cinque outsider. Pazienza, dunque: dopo un primo turno che potrebbe essere interlocutorio, a inizio maggio lo spettacolo entrerà nel vivo. Se siete a caccia di upset, intanto, la sponda occidentale potrebbe regalarvi più soddisfazioni.
Western Conference: un regno senza gerarchie
A ovest è stata un’annata anomala e decisamente imprevedibile, per una lunga serie di motivi testimoniati anche dal fatto che le tre principali favorite entrino nel tabellone con la quarta, sesta e settima testa di serie. Si tratta di Phoenix Suns, Golden State Warriors e Los Angeles Lakers, le tre organizzazioni che ai nastri di partenza sembrano - pur con un margine contenuto - le più attrezzate per arrivare fino in fondo. Le loro ambizioni passeranno prima di tutto dalle condizioni fisiche delle rispettive superstar, tutte abbastanza in là con l’età e/o particolarmente propense agli infortuni.
Nonostante la cavalcata solitaria di quest’anno, i Denver Nuggets sembrano ancora vulnerabili in contesto playoff, con il bi-Mvp Nikola Jokic che rappresenta un rebus difensivo di difficile soluzione. Il primo turno contro i Minnesota Timberwolves, comunque, è alla portata, e darà un’idea di quanto ci possiamo aspettare dalla loro primavera.
Clippers permettendo, ad attendere Jokic e compagni ci saranno i Suns, che dopo essere andati all-in per Kevin Durant hanno chiuso la stagione con un convincente filotto di vittorie. Con KD al fianco di Devin Booker, Chris Paul e Deandre Ayton, la sensazione è che Phoenix non sia inferiore a nessuno; per ora, però, è principalmente una sensazione, perché il rodaggio è stato davvero breve.
La seconda testa di serie, i Memphis Grizzlies di Ja Morant, saranno un’avversaria complicata, nonostante le pesanti assenze (Clarke e Adams), per i Lakers di LeBron James. All’orizzonte sembra esserci una sfida molto equilibrata e potenzialmente piuttosto lunga, in quello che è indubbiamente l’accoppiamento più sexy delle otto serie al via nei prossimi giorni.
Ad aspettare la vincente tra Memphis e LA dovremmo trovare, con ottime probabilità, i Golden State Warriors, che inaugurano la loro difesa del titolo contro i Sacramento Kings. Non è una serie scontata: i Kings sono stati la grande sorpresa di questa stagione, ispirata dall’ex assistente di Steve Kerr, coach Mike Brown; arrivano ai playoff con solide certezze e, dati alla mano, con l’attacco più produttivo della lega. Di fronte, però, si troveranno i soliti Warriors, con la loro esperienza e forti anche del ritorno di Wiggins dopo due mesi d’assenza. Una prova di maturità, insomma, molto vicina ai limiti del proibitivo.
Dal secondo turno, poi, il sentore è che tutto possa accadere. Detto delle tre favorite, infatti, Nuggets e Grizzlies sono più che due outsider, e gli stessi Clippers, Wolves e Kings sono tutti avversari competitivi. Sì, potrebbe essere davvero un “Wild, Wild West”.