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Perché le italiane se la prendono con l'arbitro anche nelle belle partite?
In Milan-Napoli, quarto di finale d'andata di Champions League, le polemiche sull'arbitraggio erano più prevedibili della scissione del Terzo Polo. Un brindisi per la genialità del Bayern: cacciando Nagelsmann sta riuscendo a perdere quasi tutto
Mi piace questa fase della stagione, perché costringe giornalisti e tifosi a parlare di calcio e non degli stanchi diversivi con cui si riempie il discorso sul calcio quando le partite non contano ancora, siano le prodezze delle squadre femminili in campo o le prodezze dei calciatori a letto con chi vogliono loro. Più prevedibili della scissione del Terzo Polo, sono arrivate le polemiche arbitrali sul quarto di finale di Champions tra Milan e Napoli, un chiaro bug nell’algoritmo del calcio artificialmente intelligente di oggi, tutte queste italiane così avanti, anzi quasi certamente in finale (gli interisti si tocchino pure). Poiché in Italia non c’è calcio senza arbitro cornuto, siete riusciti a trasformare una partita quasi decente in una rissa sui cartellini dati, i rigori non dati, l’espulsione esagerata, la bandierina spezzata, e naturalmente il tocco folkloristico della class action dei tifosi partenopei contro il direttore di gara. Che noia, e quanto teatrino anche nelle indignazioni comandate sul presunto razzismo della coreografia della curva milanista (cosa devono fare i tifosi avversari per non discriminare i partenopei, cantare “Forza Napoli”?).
Meglio annegare nell’alcol per il mezzo suicidio del Manchester United in Europa League, capace di segnarsi due gol da solo nei minuti finali dell’andata contro il Siviglia complicandosi orrendamente il passaggio del turno. Ho capito che mi tocca tifare per il City di Pep Guardiola per tenere alta la bandiera inglese. È come bere birra calda, lo so, ma almeno è birra. City che in Premier League ha iniziato a mettere seriamente il pepe al culo dell’Arsenal, che domenica affronta il West Ham meno di ventiquattro ore dopo che i Citizens avranno affettato il Leicester. E a proposito di squadre fatte a pezzi da Haaland e compagni, fatemi brindare al Bayern Monaco, capace di cacciare Nagelsmann in tempo per mandare in vacca una stagione che stava girando bene: con Tuchel in panchina i bavaresi sono stati eliminati dalla Coppa di Germania, hanno preso tre pere in Inghilterra ai quarti di Champions e non possono nemmeno essere troppo sicuri del vantaggio di due punti sul Borussia Dortmund in quella palla di campionato che è la Bundesliga.
Un brindisi anche a Sadio Mané, multato e sospeso dal Bayern per avere pestato a sangue il compagno di squadra Leroy Sané negli spogliatoi dopo la sfida contro il City. Benedetto ragazzo, lasciare il Liverpool non è stata la scelta migliore della tua carriera (né la cessione più intelligente della storia dei Reds): restare in Premier League è sempre la soluzione, così come ordinare una pinta al pub e spazzare la palla in tribuna quando manca un minuto al fischio finale. Mi chiedo invece cosa abbia bevuto e mangiato di sbagliato Frank Lampard (salmone norvegese e champagne?). “Non pensavamo che il Real Madrid fosse così forte”, ha detto il fresco manager del Chelsea dopo il 2-0 che condanna i Blues a morte calcistica quasi certa in Champions. Io non pensavo che non si potessero fare battute su OMISSIS, allora.
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