Luciano Moggi e Andrea Agnelli (Olycom)

Tra passato e presente

La settimana calda della Juve e l'eterno ritorno di Calciopoli

Ruggiero Montenegro

Elkann: "Neghiamo ogni illecito". Mercoledì è attesa la sentenza del collegio di garanzia Coni sulle plusvalenze, giovedì i bianconeri si giocano i quarti di Europa League. E stasera Rai 3 ritorna al 2006, presentando "un quadro del tutto inedito" dei fatti di allora

In campo, e fuori dal campo. Tra presente e passato. Quella che andrà in scena domenica prossima all’Allianz stadium chiuderà una settimana per molti versi decisiva a Torino. Anche se a ben vedere Juventus-Napoli, e il risultato che verrà, sono forse oggi l’ultimo dei pensieri bianconeri. Perché – vuoi per ragioni di classifica, vuoi per beghe giudiziarie -  da qui a sette giorni, sono altri gli appuntamenti che contano. Riguardano semmai l’Europa, se parliamo di calcio giocato, e ancor di più le sentenze - quell'incertezza che accompagna la squadra di Allegri ormai da mesi. 

 

Non è un caso insomma che le questioni della giustizia sportiva siano al centro della lettera che oggi John Elkann, presidente Exor – la cosiddetta cassaforte di casa Agnelli – ha mandato agli azionisti. Ripercorrendo gli ultimi mesi, l’avvicendamento ai vertici della Juventus e mettendo in fila problemi e sfide del calcio, italiano ed europeo. Ma intanto: "La Juventus nega ogni illecito", scrive Elkann con riferimento al processo plusvalenze e a quello, nuovo, che sarà celebrato tra qualche settimana sulla per ora presunta “manovra stipendi”, attuata durante la pandemia per alleggerire i conti. 

Un modo forse per rispondere alle voci che volevano la Juventus pronta a patteggiare nel prossimo procedimento. Chissà. Sicuramente la maniera per ribadire la linea, serrare i ranghi dopo il restyling del Cda, alla vigilia del primo delicato passaggio per la nuova dirigenza.

Mercoledì 19, infatti, è atteso il responso del Collegio di garanzia del Coni sulla penalità di 15 punti inflitta in seguito al processo sulle plusvalenze. Non ci sarà un giudizio di merito: la sentenza potrà essere confermata, annullata o rimandata alla Corte, perché ne venga emessa una nuova, con motivazini più fondate. Un passaggio chiave dal quale dipenderanno molte delle successive scelte: si capirà per esempio se per il prossimo anno l’Europa – insieme all’economia che si tira dietro - è ancora una possibilità.

 

Non l’unica per la verità. Perché giovedì sera a Lisbona, la Juventus è attesa dall’altra grande sfida di questa settimana. Si giocherà contro lo Sporting il passaggio in semifinale di Europa League, che non sarà la Coppa dalle grandi orecchie, ma è pur vero che un trofeo europeo manca a Torino dal 1996. E in ogni caso, vincerla permetterebbe di accedere al tabellone della prossima Champions League da primi della classe, da teste di serie. Sarebbe una bella ventata di ottimismo in una stagione come questa. 

"La Juventus ha ora un nuovo presidente, Gianluca Ferrero, e un nuovo ad, Maurizio Scanavino, che è anche alla guida della nostra media company Gedi, dove sta portando avanti con successo un piano di rilancio", ha scritto ancora Elkann nella sua lettera, spiegando quello che sarà in fin dei conti il ruolo principale dei nuovi vertici: "Affrontare le numerose sfide attuali, proteggendo al tempo stesso la sua reputazione affinché possa tornare più forte sia in campo che fuori".

 

Già la reputazione. La stessa che 16 anni dopo Calciopoli cerca ancora di difendere Luciano Moggi, provando a svelare magagne e intercettazioni mai finite in quel processo dell’estate 2006. Se ne occuperà Report (al quale l’ex direttore generale bianconero, più volte condannato per quelle vicende, pare abbia consegnato una chiavetta rivelatoria)  attraverso “interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere”, scrive il programma di Rai 3 in un comunicato.

 

Un eterno ritorno che in fondo riporta l'attenzione (un’altra volta) su una della grandi questioni irrisolte del nostro calcio, sempre alle prese con fumose polemiche, incapace di mettere fine a certi capitoli. Quella giustizia sportiva che allora condannò la Juve, salvando il sistema. Salvo poi scoprire qualche anno dopo che l’Inter, al quale fu assegnato uno degli scudetti revocati alla Juve, avrebbe potuto essere processata per illecito sportivo - "Condotte finalizzate ad assicurare un vantaggio in classifica", disse il procuratore federale Palazzi nel 2011. Difficile, e forse nemmeno auspicabile, immaginare in ogni caso che dopo la puntata di stasera si possa assistere a chissà quale evoluzione giudiziaria su Calcipoli.

Ma ripercorrere quella vicenda è forse utile in questi tempi, alla vigilia di una stagione che vedrà il calcio alle prese con vari processi. Che riguardano la Juve ma non solo la Juve. D'altra parte anche dalla chiarezza della giustizia – da come funziona il sistema calcio - passa il rilancio del movimento, anche da qui - e non solo dagli stadi nuovi, come spesso si preferisce credere - passa la credibilità necessaria a una federazione che si è appena candidata a organizzare gli Europei del 2032. 
 

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