La sentenza
Il Coni accoglie (in parte) il ricorso della Juve e rimanda il giudizio a un nuovo processo
Per il Collegio di garanzia, la Corte federale della Figc dovrà esprimersi nuovamente sul caso plusvalenze. I bianconeri tornano terzi in classifica, mentre restano le (tante) incognite sulla giustizia sportiva
L'ennesimo ribaltone. Il Collegio di garanzia del Coni accoglie il ricorso della Juventus e restituisce i 15 punti di penalizzazione ai bianconeri, rimandando tuttavia a un nuovo giudizio da parte della Corte della Federcalcio. Pena sospesa insomma, in attesa del nuovo processo che dovrà rivalutare la sanzione.
Accolte in parte le istanze dei legali, che avevano chiesto l'annullamento della sentenza, senza alcun rinvio. facendo leva sulle carenze motivazionali di una sentenza che aveva lasciato più di una perplessità: violava - secondo gli avvocati - i principi del contraddittorio, del giusto processo e del diritto alla difesa. In particolare perché la Juventus era stata già giudicata e assolta rispetto alle plusvalenze. Ma anche perché il capo d'imputazione era stato cambiato in corso d'opera, dopo la riapertura del procedimento, contestando ai dirigenti di Torino un "sistema" teso a truccare i valori dei calciatori e dunque i conti economici.
Così non è stato secondo il collegio presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli, che richiede ora una nuova valutazione. Un esito in qualche modo preannunciato. Lo si era capito ieri, dopo le parole di Ugo Taucer, procuratore Generale dello Sport che rappresentava l'accusa: "Temo che riguardo all’articolo 4 applicato alla società, sulla carente motivazione riguardo ai 15 punti di penalizzazione, un principio di fondatezza delle difese ci sia”, aveva ammesso auspicandosi subito dopo "il rinvio alla Corte d’appello federale con rimodulazione della sanzione”.
Ed è in questo senso che si procederà, mentre si può ipotizzare che per la Juventus possa arrivare una sanzione almeno un po' inferiore. Il Collegio ha poi accolto il ricorso di Pavel Nedved (anche la sua pena dovrà essere rivalutata) ma respinto quelli degli altri vertici della società Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini, a cui rimarranno le squalifiche precedentemente comminate. La Juve può tirare per il momento un sospiro di sollievo, ma la partita sarà ancora lunga.
Va ricordato che durante il processo che ha portato al meno 15, il procuratore Chinè - l'accusa - aveva chiesto una penalizzazione di nove punti, poi maggiorata in sede di giudizio. Resta adesso l'incognita sui tempi, in quanto la nuova pronucia verrà emessa da qui a trenta giorni (quindici nel migliore dei casi) e poi potrà essere impugnato: non può essere escluso quindi un nuovo ricorso al Collegio del Coni, con tutto quello che implica a fini della classifica, specie in un periodo decisivo, in cui ci si gioca l'accesso all'Europa. C'è il rischio che la telenevola si prolughi oltre la fine delle competizioni. Nel frattempo i bianconeri tornano al terzo posto, con 59 punti.
In attesa di capire quali ragioni abbiano condotto a questo nuovo rinvio, la vicenda illumina una volta ancora volta i limiti della giustizia sportiva, troppo frettolosa e spesso a traino di questa o quella procura. E in questo caso costretta a un ripensamento, di che tipo si vedrà. C'è di buono che comunque si sia giunti a questo esito in ambito sportivo e non attraverso altri tipi di ricorso. C'è insomma un giudice al Coni, che ha frenato quell'insana voglia di autosputtanamento che sembrava aver animato la giustizia sportiva fino a questo punto, andando a traino di un processo troppo mediatico, in base al quale la Signora non avrebbe potuto che essere colpevole.
Per la Juventus, che stasera si gioca a Lisbona l'accesso alle semifinali di Europa League con animo un po' più leggero, si aprirà a breve un ulteriore partita processuale che si somma all'inchiesta sulle plusvalenze, oggi oggetto di giudizio. Si tratta di quella derivante dal processo Prisma di Torino sulla manovra stipendi, con cui la dirigenza avrebbe provato a limitare le perdite durante la pandemia. L'accusa della Figc, un'altra volta, parla di violazione di lealtà sportiva. Può essere che in questo secondo filone, stando almeno a quanto trapelato, ci sia più sostanza. Ma questa è un'altra storia, occorre aspettare. Nel frattempo, meglio restare all'oggi e ricordare che i processi sui giornali non sono processi, per fortuna. E la giustizia è un'altra cosa.