Le storie simili di Pioli e Inzaghi prima del grande appuntamento in Champions League
I percorsi di Milan e Inter negli ultimi due anni si sono intrecciati a doppio filo e, per certi aspetti, sono stati molto simili. Il lungo cammino verso una semifinale impronosticabile
La Champions League ci propone ogni anno il meglio del calcio a livello tecnico, tattico, emozionale, ma le sue partite e il suo andamento spesso sfociano anche nel regno dell'intangibile, dell'inspiegabile, ci spingono nel loro racconto a scomodare presunti concetti eterei come la mistica del Real Madrid, il dna europeo del Milan, la maledizione del Psg. Per comprendere come siamo arrivati a un altro derby in semifinale tra Milan e Inter è forse banale parlare di destino, ipotizzare l'esistenza di una mano divina (magari non quella che immaginava Sorrentino, ecco) che ha cospirato per costringere i tifosi rossoneri e nerazzurri a un altro mese di passione, speranze e agitazione. Siamo del resto di fronte a due squadre la cui vittoria della coppa a inizio stagione era quotata oltre cinquanta volte la posta in gioco dai principali bookmaker e che 0ra, grazie a un percorso entusiasmante e a un tabellone non impossibile, hanno una chance di compiere qualcosa di storico.
I percorsi di Milan e Inter negli ultimi due anni si sono intrecciati a doppio filo e, per certi aspetti, sono stati molto simili: la scorsa stagione si sono contese lo scudetto fino all'ultima giornata, quest'anno sono state entrambe poco continue in campionato ma quasi perfette in Champions League, dove sono sopravvissute a due avversarie fastidiose come Tottenham e Porto con identico punteggio (1-0 in casa, 0-0 in trasferta) e hanno poi eliminato con merito due delle rivelazioni di questa campagna europea, il Napoli e il Benfica. Pur simili nello sviluppo, tuttavia, questi percorsi sono anche molto diversi, perché differenti erano le premesse.
Stefano Pioli tre anni e mezzo fa ha preso un Milan giovane, demotivato, senza abitudine e attitudine alla vittoria e, dopo averlo riportato in Champions, lo ha trasformato in un gruppo vincente, capace di grandi imprese come lo Scudetto conquistato la scorsa stagione e la semifinale europea appena raggiunta, valorizzando nel frattempo quasi tutti gli elementi della rosa. Simone Inzaghi è arrivato invece nella squadra campione d'Italia, ma logorata mentalmente e fisicamente dal biennio di Conte, con diversi giocatori a fine ciclo, e pur conquistando tre trofei (due Supercoppe e una Coppa Italia) non ha saputo confermare quel titolo, perdendo la corsa punto a punto contro il Milan nel 2021/2022 e inciampando troppe volte per rimanere dietro al Napoli in questo campionato.
Nell'analisi delle (troppe) battute d'arresto subite da Milan e Inter in questa Serie A, Pioli ha goduto quindi di maggior indulgenza rispetto al collega, non solo per il credito dell'incredibile scudetto vinto lo scorso anno, ma soprattutto per la sensazione di aver avuto, anche nei momenti peggiori, la squadra in mano. Il Milan, almeno dall'esterno, continua ad apparire più unito e in sintonia con il proprio allenatore rispetto all'Inter. L'età media delle due squadre (25,7 anni i rossoneri, 28,4 i nerazzurri) e la maggior solidità economica lasciano presagire un futuro forse più roseo per il Milan, ed è molto difficile pensare che i rossoneri si separeranno da Pioli, a prescindere da come finirà questa stagione.
Inzaghi d'altro canto, pur con il futuro in bilico e con un appoggio meno incondizionato da parte della proprietà, ha dimostrato ancora una volta di essere quasi infallibile nel preparare gli scontri a eliminazione diretta, e lo stile di gioco della sua Inter, a differenza di quello del Napoli, sembra più indicato per normalizzare i punti di forza del Milan.
In una stagione in cui Milan e Inter hanno dovuto presto rinunciare all'ambizione di conquistare lo scudetto della seconda stella, il destino ha dato alle due squadre la possibilità di contendersi un sogno ancor più grande, la finale di Champions League. Dopo un percorso lungo, eccitante ma pure sofferto, Pioli e Inzaghi sono giunti a incrociarsi di nuovo, in uno scontro finale che potrà decidere il futuro proprio e, allo stesso tempo, quello dell'avversario. Istanbul è vicinissima, vedremo chi si presenterà all'appuntamento con il destino.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA