tempi supplementari
La Juventus a processo tre volte per lo stesso reato. La giustizia sportiva non va
La Cassazione del Coni toglie i 15 punti di penalizzazione ai bianconeri sul caso plusvalenze. Ora la condanna viene congelata e ne viene chiesta la rivalutazione tre mesi dopo esser stata comminata. La partita è tutt’altro che chiusa
La Juve ha vinto la partita più importante dell’anno, quella da 15 punti, ma dovrà andare a giocarsi tutto ai tempi supplementari. E non è assolutamente detto che riesca a chiudere l’incontro in vantaggio. Il Collegio di garanzia dello sport del Coni ha rinviato alla Corte federale d’appello il verdetto sul processo per le plusvalenze bianconere. L’appello è stato parzialmente accolto, i 15 punti temporaneamente restituiti (con la Juve che sale al terzo posto spedendo le milanesi fuori dalla zona Champions), ma adesso toccherà alla Corte d’appello pronunciarsi con i tempi che si allungheranno almeno fino a maggio, rischiando di andare ad accavallarsi con l’altro processo che attende la società bianconera, quello sugli stipendi.
ll Collegio di Garanzia del Coni ha fino a un massimo di 30 giorni di tempo per pubblicare le motivazioni della sentenza, le prime indiscrezioni raccontano che se ne prenderà solo 15. Dal momento della pubblicazione, la Figc dovrà entro 15 giorni fissare la data della nuova udienza alla Corte d'Appello Federale.
La Juve non ha vinto come avrebbe voluto, perché puntava all’annullamento della sentenza, ma ha comunque segnato un gol importante che potrebbe portare alla rivalutazione della penalizzazione, ma anche alla conferma. Il dispositivo dice: “Il Collegio di garanzia a sezioni unite rinvia alla Corte federale di Appello perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A”. Il Collegio ha confermato le condanne per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, mentre anche le posizioni di Vellano, Nedved, Garimberti, Grazioli-Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio tornano alla Corte d'Appello.
La penalizzazione di 15 punti non è stata cancellata. Non bisogna assolutamente leggere la decisione del consiglio come un’assoluzione. Il passaggio fondamentale è quello in cui si chiede alla Corte d’appello Federale di “rinnovare la sua valutazione”. Penalizzazione non cancellata, ma in realtà neppure sospesa, più correttamente da rivalutare, anche se la classifica della Juve oggi è decisamente più confortante. Ma il fatto che le posizioni di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, con le condanne ricevute in prima istanza, non vadano riviste, non può lasciare troppo tranquilli i tifosi bianconeri: significa che le loro responsabilità restano tutte e che quindi la Juve proprio innocente non è. Non va poi mai dimenticato che una pena, per essere tale, deve essere afflittiva e quindi i punti di penalizzazione potrebbero anche non essere 15, ma quanti ne basteranno per escludere la società dalle coppe europee se la società bianconera verrà giudicata colpevole di slealtà sportiva. Insomma la Juve ha vinto la partita, ma è meglio aspettare a stappare lo champagne perché all’orizzonte restano parecchie nuvole.
La sensazione è che il Collegio non se la sia sentita di confermare a scatola chiusa la sentenza spettacolo che aveva condannato la Juve con 15 punti di penalizzazione, andando addirittura oltre alle richieste dell’accusa che aveva chiesto un meno 9. Che in quella prima sentenza ci fosse qualcosa di stonato era balzato immediatamente agli occhi, come se quella condanna fosse stata comminata non perché a quelle conclusioni portavano le prove raccolte, ma perché fuori c’era la piazza che gridava “al rogo, al rogo”. Quando la giustizia vuole fare spettacolo il rischio di finire fuori strada è altissimo. Condannare solo per ricevere un applauso della folla adorante è quanto di più ingiusto possa esserci in un tribunale. Ma non se l’è neppure sentita di cancellare totalmente quella sentenza spettacolo, rinviando il giudizio alla Corte d’appello Federale che potrebbe confermare o ribaltare il tutto. Rivalutare, giudicare con più calma senza cercare la sentenza spettacolare a tutti i costi.
Di certo c’è che la Juve andrà a processo per la terza volta per lo stesso reato. Che qualcosa non funzioni nella giustizia sportiva è sotto gli occhi di tutti. Già la Juve un anno dopo esser stata assolta era stata condannata sulla spinta della sollevazione popolare, arrivata dopo la pubblicazione delle intercettazioni richieste dalla giustizia ordinaria. Ora la condanna viene congelata e ne viene chiesta la rivalutazione tre mesi dopo esser stata comminata. Tutte cose che non fanno bene al calcio. Da rivedere non c’è solo il processo alla Juve. C’è qualcosa di molto più grande.