Foto tratta dalla pagina Facebook dell'Itas Trentino

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Itas Trentino ha battuto la Lube Civitanova in gara-1 della finale scudetto più giusta

Gabriele Spangaro

I trentini sono in vantaggio dopo partita a lungo molto equilibrata e che ha offerto un ottimo spettacolo pallavolistico. Giovedì si gioca a Civitanova Marche gara-2. 

Al termine di gara cinque delle due semifinali dei playoff di Superlega di pallavolo è facile aver pensato che Lube Civitanova e Itas Trentino fosse la finale più giusta per lo scudetto. Questo perché Trento e Civitanova sono le squadre, insieme a Perugia eliminata a sorpresa ai quarti, che all’inizio erano state ritenute più forti e complete e perché i giocatori che compongono i roster – cioè le liste delle squadre – sono nomi importanti che vantano trofei internazionali. Civitanova gioca la sua sesta finale consecutiva e cerca il quarto scudetto in cinque anni, Trento arriva di nuovo in finale scudetto dopo sei anni, e quest’anno ha già giocato e perso quella di Coppa Italia e del Mondiale per club. L'Itas Trentino ha iniziato con una vittoria per 3-1 la serie scudetto dopo una partita a lungo molto equilibrata e che ha offerto un ottimo spettacolo pallavolistico. Insomma una gara-1 che invoglia a vedere gara-2 che si giocherà giovedì.

  

Trento è una squadra matura e ha mantenuto il proprio gioco ad alto livello con più costanza rispetto ad altri. Non si è disunita nemmeno nel momento di massimo rendimento di Piacenza, cioè dopo il primo set di gara cinque che Yuri Romanò e soci hanno dominato 18-25 con il 58 per cento di attacchi vincenti. È una squadra che mostra e dice quel che vuole, con la mentalità dello scalino più su. In particolare, Sbertoli, il palleggiatore di Trento, nell’intervista post gara cinque ha fatto riferimento al fatto che “Trentino volley c’è sempre e non è da tutti, noi lavoriamo per questo e lavoreremo per fare ancora uno step in più” ha detto, facendo riferimento alle molte finali che la squadra ha giocato negli ultimi due anni. Angelo Lorenzetti, l’allenatore che il prossimo anno non siederà più sulla panchina di Trento, rispondendo ad una domanda sulla finale scudetto appena conquistata, ha detto “sono contento per i ragazzi, perché hanno conquistato la Champions league del prossimo anno” (le due finaliste sono qualificate insieme alla vincitrice della finale per il terzo posto), evidenziando ancora una volta l’importanza che Trento dà ai propri obiettivi, ai propri gradini, che da fuori possono sembrare dati per scontati.

 

Dall’altra parte c'è la Lube Civitanova, che ha fatto la parte del cattivo, vincendo su una Milano che aveva conquistato, già con l’impresa contro Perugia, il sostegno che inevitabilmente un movimento sportivo concede alla sfavorita di turno che vince contro i più grandi. Matteo Piano, sorridente nonostante la sconfitta, ha detto: “Abbiamo sentito tanto il fatto di essere la squadra che ha fatto sognare un po’ tutti”. Civitanova ha un enorme potenziale in attacco e fa molto affidamento su Aleksandar Nikolov, sorpresa di questa stagione, e Marlon Yant, quest’ultimo spartiacque di gara quattro con il 70 per cento di efficacia in attacco e 26 punti, ma quando questi mancano può ricorrere a soluzioni rodate e di grande sicurezza come Simone Anzani, anche lui decisivo in gara quattro, soprattutto a muro, e Ivan Zaytsev, che con il palleggiatore Luciano De Cecco ha un’ottima intesa.

 

Milano era riuscita a sfruttare i momenti di poco equilibrio e inefficacia di Civitanova, alzando allo stesso tempo il livello delle prestazioni dei suoi protagonisti, il palleggiatore Paolo Porro e l’ala Yuki Ishikawa su tutti, autori di una grande fase playoff.

 

Sia l’Itas Trentino che la Lube Civitanova sono grandi squadre, che riescono a spostare “il momento” dalla loro parte anche quando sembrano più in difficoltà; hanno quel che gli stessi protagonisti sconfitti in semifinale non riescono a definire in altro modo se non “qualcosa in più” che permette di giocare la finale del campionato di pallavolo più difficile del mondo.

Per ora è in vantaggio l'Itas. Giovedì si rigioca.

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