L'intervista
Paolo Porro ci racconta come Milano si sta innamorando del volley
"Il pubblico si appassiona se si vince e si dimostra che si sta mettendo il cuore. Abbiamo creato quel susseguirsi di emozioni che poi ha portato noi a giocarci l’accesso a una finale scudetto e il pubblico a fare continui sold out", ci dice il palleggiatore dell'Allianz Milano
Mentre l’Itas Trentino è in vantaggio 2-1 sulla Lube Civitanova nella serie che vale la finale scudetto di Superlega di pallavolo, con gara 4 che si disputa stasera all’Eurosuole Forum di Civitanova Marche, la Gas Blue Sales Piacenza ha vinto nettamente in tre partite la serie che valeva il terzo posto contro l’Allianz Milano, e di conseguenza ha conquistato il terzo gradino del podio che vale la qualificazione alla Champions league del prossimo anno. Piacenza ha vinto nettamente contro Milano (3-0, 0-3 e 3-0), che pure era stata la squadra che più di tutte aveva sorpreso ai playoff, eliminando la Sir Safety Perugia, e sfiorando una seconda impresa in semifinale contro Civitanova. Nonostante la sconfitta e il quarto posto finale, che darà a Milano l’accesso a una comunque non preventivata – come ha sottolineato anche lo stesso coach Roberto Piazza – Coppa Cev, la seconda competizione europea per importanza, il cammino della squadra meneghina è andato ben oltre quanto si potesse aspettare, con alcuni protagonisti che si sono decisamente messi in luce nelle partite che contavano.
Il Foglio ha fatto una chiacchierata con Paolo Porro, palleggiatore classe 2001, perno del gioco di Milano e autore di un’ottima stagione. “Abbiamo fatto una regular season che è stata difficile per tutti, perché il campionato non è mai stato così combattuto come quest’anno. Ci sono stati risultati molto poco scontati, infatti la classifica dietro la capolista Perugia era cortissima e ai playoff un po’ tutte volevano dimostrare qualcosa in più. Non a caso si è quasi sempre andati alla quinta partita” ci ha detto sul campionato che si sta concludendo.
L’Allianz Milano, come detto, ha ottenuto un risultato inaspettato eliminando l’imbattuta Perugia ai quarti e ancora più inaspettata sarebbe stata un’eventuale finale scudetto con l’eliminazione di Civitanova, poi vincente e finalista, ma contro Piacenza è come se fosse mancato il gioco molto schietto ed efficace mostrato in quest’ultima fase. Roberto Piazza, dopo la sconfitta in gara due della finale per il terzo posto, aveva detto che era come se stesse mancando “la consapevolezza di stare giocando partite speciali”, che invece c’era stata in precedenza. Porro riguardo le partite con Piacenza ci ha detto che “sicuramente hanno messo più qualità in campo rispetto a noi ed è mancato quel gioco che ci ha contraddistinto fino ad ora. Alcuni giocatori di Piacenza sono molto esperti, hanno saputo cogliere le occasioni più importanti e portare a casa la partita. Dopo quarti di finale e semifinali prolungati a gara cinque eravamo entrambe un po’ scariche e lì entra in gioco la qualità”.
Paolo Porro ha giocato una fase play off in crescita costante, e come lui Yuki Ishikawa, Augustìn Loser e Jean Patry, di cui più di una volta si è detto fosse “tornato” il Patry campione olimpico in carica nelle partite che contavano. Porro si è dimostrato essere un giocatore piuttosto rapido e imprevedibile, cioè, come palleggiatore, un giocatore bravo a servire i compagni attaccanti in maniera che la difesa avversaria non abbia il tempo di posizionarsi a muro efficacemente.
Gli chiediamo allora quale sia stata la chiave, o almeno una delle chiavi, delle ottime partite di playoff e Porro ci risponde: “Ci sono squadre con roster eccezionali, noi abbiamo spesso compensato con la cattiveria, con il gioco di squadra, e con tanto gruppo. Abbiamo raggiunto il feeling giusto che è la cosa più importante, soprattutto quando si gioca ogni due o tre giorni, e io ero sicuro di dare una certa palla senza farmi troppi problemi. Ogni partita di playoff diventa un allenamento per la partita successiva, l'allenamento a un certo punto è recupero mentale soprattutto”.
Per Porro l’eliminazione in semifinale contro la Lube, ci dice, è stato un vero “pugno allo stomaco” sia perché Milano era in vantaggio per due set a uno in una combattutissima gara quattro, e cioè sarebbe stata sufficiente una manciata di punti per vincere, consapevolezza questa che massimizza il rammarico e il rimorso per i singoli errori, sia perché la gara in questione si è giocata proprio a Milano. È stata la prima semifinale in assoluto per la nuova società, “Milano è una città che si merita tutto questo” afferma il palleggiatore, ricordando i numerosi tutto-esaurito dell’Allianz Cloud durante la stagione, “secondo me la passione l'abbiamo fatta tornare. Ovviamente il pubblico si appassiona se si vince e si dimostra che si sta mettendo il cuore. Abbiamo creato quel susseguirsi di emozioni che poi ha portato noi a giocarci l’accesso a una finale scudetto e il pubblico a fare continui sold out. Noi abbiamo regalato emozioni a loro e loro a noi”.
Il prossimo anno Porro giocherà ancora a Milano e quando gli chiediamo gli obiettivi che si pone, ci risponde, con un misto di consapevolezza e sprezzo delle parole di circostanza, che quest’anno giocarsi una semifinale è stato un sogno e che erano consapevoli ci fossero formazioni ben più attrezzate, ma l’obiettivo c’è ed è sempre fare meglio dell’anno prima.
Il Foglio sportivo - In corpore sano