11a tappa: Camaiore-Tortona, 219 km
Giro d'Italia. Il sorriso di Ackermann vince a Tortona. Alla rimonta pazzesca di Milan è mancato un centimetro
A quattrocento metri dall'arrivo il velocista italiano sembrava spacciato. Sulla linea d'arrivo però solo qualche centimetro gli ha impedito di festeggiare. Tao Geoghegan Hart si è ritirato. La corsa rosa perde un altro dei suoi grandi protagonisti
Può il secondo classificato in una volata impressionare più di chi la volata l'ha vinta? Novantanove volte su cento no. Oggi però è quella volta su cento. Perché Pascal Ackermann a Tortona si è messo tutti dietro in uno sprint tirato e incerto, quello che ha chiuso la 11esima tappa del Giro d'Italia, la Camaiore-Tortona, 219 km. Perché non era facile per il tedesco superare Mark Cavendish in gran rimonta su un Mads Pedersen che aveva esaurito l'accelerazione un po' troppo presto. Una gran volata quella di Pascal Ackermann, un vittoria che cercava da molto, che sembrava aver smarrito. È mai semplice passare da essere uno dei velocisti più forti al mondo, e per lo più in rapida ascesa, a finire sempre con qualche ruota, a volte parecchie, a precederlo. Si è mai crucciato troppo per questo, ha continuato a sorridere, perché, ha detto, “in fondo ci sono cose molto peggiori di piazzarsi in una volata”.
Ackermann ha vinto, Jonathan Milan ci è andato molto vicino e in una maniera talmente inaspettata che quasi non ci si crede. Perché a quattrocento metri dall'arrivo il friulano della Bahrain-Victorious era parecchio dietro, lontano dai primi a tal punto che se fosse arrivato tra i primi cinque sarebbe stato già qualcosa di eccezionale. Jonathan Milan si è alzato sui pedali, ha iniziato a muoversi a suo modo, ciondolante e lestissimo. Ha iniziato a superare corridori su corridori, tutta gente che era mica lì a farsi una passeggiata, ma che davano tutto ciò che avevano da dare. È arrivato vicinissimo alla ruota anteriore di Pascal Ackermann. Così vicino che per qualche istante non era chiaro chi avesse vinto nonostante l'esultanza dello sprinter tedesco. Di rimonte del genere se ne sono viste poche nel ciclismo. Rimonte del genere valgono tanto: la consapevolezza di essere un velocista di eccellente qualità. Rimonte del genere valgono niente: gli albi d'oro sono pieni di vincitori e vuoti di piazzati. Ce ne faremo una ragione, serberemo il ricordo.
La Camaiore-Tortona se la ricorderà sicuramente Tao Geoghegan Hart. E non saranno bei ricordi. L'inglese è caduto nella discesa della Colla di Boasi. Assieme a lui altri, da Alessandro Covi, il primo a scivolare, a Primoz Roglic, fino a Geraint Thomas, la maglia rosa: la gravità non guarda in faccia nessuno, figurarsi due come Roglic e Thomas che con l'asfalto hanno avuto anche troppo a che fare. Tao Geoghegan Hart non si è rialzato come hanno fatto i rivali. È andato via in ambulanza, ha dovuto abbandonare il Giro d'Italia. Ed è un gran peccato, perché stava andando forte, perché si era ritrovato dopo due anni difficili. Questo Giro è sempre più una corsa a eliminazione che assiste ai saluti dei protagonisti che avrebbero dovuto renderlo appassionante.
Pure per Óscar Rodríguez la discesa della Colla di Boasi è stata l'ultima di questo Giro. Lo spagnolo ha prima incocciato un cartello stradale e poi il muro di una casa dopo un contatto ruota anteriore-ruota posteriore con un corridore della Trek mentre era nelle prime posizione del gruppo per cercare di riprendere i fuggitivi Thomas Champion, Filippo Magli, Alexander Konichev Diego Pablo Sevilla, Veljko Stojnic e Laurenz Rex.
Doveva essere un inseguimento tranquillo, non è stato così nemmeno oggi. Perché Laurenz Rex si è messo di buona lena a cercare di rovinare i piani dei velocisti. Ha fatto penare i gregari che cercavano di agguantarlo, per lunghi tratti a pedalato alla loro stessa velocità, lui da solo contro tanti. Tanta roba Laurez Rex.