al foro italico
Il tennis italiano s'è afflosciato nella cornice più bella, quella di casa
Con l'uscita di Musetti e Sinner (a sorpresa), agli Internazionali d'Italia non ci sono più italiani. Hanno pesato la pressione e le scarse condizioni fisiche. Ma attenzione a parlare di crisi (che non c'è)
Il guaio è quello di ripetersi come un ossesso: andrà meglio il prossimo anno. Non ci siamo tolti troppi sfizi, quest'anno, agli Internazionali d'Italia. Non che il torneo sia finito, andrà avanti ancora fino a domenica, c'è ancora molta racchetta di cui godere. Ma per il tennis italiano è già in archivio. Ieri è stato un martedì a tinte fosche per i nostri, e non solo per le nubi che s'addensavano scaricando acqua sul Foro italico. Dopo oltre una settimana di competizione, avevamo in gara i nostri due migliori prospetti, sebbene tra i due, come s'è visto a Montecarlo, regni ancora una sproporzione di forze. E quindi quando il tabellone ha posizionato Lorenzo Musetti dalla parte di Stefanos Tsitsipas, stava nei fatti che potesse andare così, esattamente come nei quattro precedenti.
I due si erano incontrati di recente a Barcellona, lì il toscano aveva battagliato punto su punto, cedendo soltanto al terzo set. Ma era il faccia a faccia del Roland Garros dello scorso anno a ricordarci quanto e come, in realtà, l'impresa la si potesse sognare. Dodici mesi fa Musetti andò in vantaggio di due set, poi cedette di schianto i tre successivi, emulando la sconfitta dell'anno prima con Novak Djokovic, sempre a Parigi. E però quest'anno lo aveva battuto, nel Principato, il numero uno al mondo. Perché non agognare un parallelismo col greco? Non è andata così, e il 7-5 7-5 di mezzanotte è stato non un ridimensionamento, ma il riconoscimento che con i top ten persistono tuttora un po' di scaloni di differenza, tattica e tecnica più che fisica. Che non si colmano col tifo e con le bandiere (del calore non parliamo, visto che a Roma in questi giorni non c'è primavera che tenga: sembra di stare a Torino nella settimana delle Atp Finals).
Di sostegno del pubblico aveva senz'altro bisogno Jannik Sinner, uno che quest'anno è andato vicino a vincere un Master 1000 e che ha fatto semifinale in almeno altri due appuntamenti dello stesso spessore. Si era fermato, l'altoatesino, a Barcellona. Non si era presentato neppure a Madrid. L'obiettivo era preparare al meglio la settimana degli Internazionali, dove tornava se non da favorito, almeno da quinto giocatore più in forma della stagione. Solo che ieri, mentre vinceva il primo set al tie-break con l'argentino Francisco Cerundolo, sentiva che qualcosa non andasse. Non le gambe, il braccio, la corsa, la lunghezza e la regolarità dei colpi ma un po' tutte queste componenti messe assieme in frullatore di fiacchezza tennistica. Tant'è che dopo aver subito un doppo 6-2 tra secondo e terzo set, in conferenza stampa ha detto di non sertirsi bene, "capivo che era una di quelle giornate lì". E forse lo ha atterrito anche l'assenza del suo allenatore Simone Vagnozzi, che da giorni accusava sintomi influenzali e alla fine ha alzato bandiera bianca.
Alla fine di tutti questi giorni di tennis, con gli Internazionali che per la prima volta provano a fare il salto in versione simil slam (con una durata di quasi 14 giorni), forse la miglior notizia ce l'ha data Fabio Fognini, 36 anni il prossimo 24 maggio e ancora una voglia instancabile di divertite e divertirsi. Rimarranno le sue vittorie ai danni di Andy Murray e Miomir Kecmanovic, ma anche la sconfitta dal prodigio danese Holger Rune. Così come i progressi di Matteo Arnaldi, i tentativi di rientro a buon livello di Marco Cecchinato. Eppure una sensazione di frustrazione avvolge un poco quest'evento, perché, per dire, gli italiani non lo vincono dal 1976 con Adriano Panatta (che poi vincerà anche lo slam parigino). E solo due anni fa Lorenzo Sonego qui ci giocava una semifinale. Anche nel tabellone femminile non è andata meglio, con Camila Giorgi incapace di spingersi oltre il terzo turno.
C'è da preoccuparsi? Certo che no. Nessun catastrofismo terrebbe il passo alla consapevolezza che il tennis italiano si è rilanciato, risplende di una nuova luce.
Sinner? Chissà, questa sconfitta prima dei quarti di finale, come mai gli era capitato quest'anno se non agli Australian Open, gli lascerà il tempo per completare gli allenamenti in vista di Parigi (come pure immaginiamo farà l'altro eliminato eccellente della settimana, Carlos Alcaraz). Ma certo in una fetta di tifosi lascia l'amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere (un'ipotetica semifinale con Novak Djokovic) e invece non è stato. Comunque, niente per cui fasciarsi la testa.