pedalate americane
Viaggio a pedali nell'Italia alla Gran fondo di New York
Centrotrentasette chilometri dalla Grande Mela alle colline che guardano dall'alto il fiume Hudson e ritorno. La creatura di Lidia e Uli Flhume ha mosso le ruote per la prima volta nel 2011. Quest'anno l'hanno vinta Mattia Gaffuri Chiara Doni
New York. Oramai è la corsa degli italiani. Gran fondo New York, ritenuto anche il campionato del mondo delle Gran Fondo: non tutte quelle del mondo, ma quelle organizzate dalla coppia Lidia e Uli Flhume dal 2011. Oggi diventato un format sparso ovunque, soprattutto negli Stati Unti e in Sudamerica. Si riconoscono perché sono caratterizzate dal discutibile colore verde brillante: per partecipare è obbligatorio indossare la maglia ufficiale.
Da due anni gli italiani dominano la classifica, l’anno scorso hanno vinto Luca Vergallito e Samantha Arnaudo. Quest’anno al primo posto assoluto, in tre ore e ventisette, troviamo Mattia Gaffuri (secondo nel 2022), terzo Francesco De Candido. Tra le donne podio tutto azzurro con Chiara Doni, Annalisa Prato e Samantha Arnaudo. È italiano anche il gruppo più numeroso con ventisette ciclisti all’arrivo: Colavita New York Racing Team che raccoglie oltre sessanta appassionati che vivono nella Grande Mela e si ritrovano tutti i weekend per pedalare in compagnia.
Lidia e Uli Flhunme hanno naturalmente importato l’idea venendo a correre in Italia e vedendo il successo di partecipazione. L’idea da cui sono partiti sarebbe di replicare con la bicicletta il successo della Maratona di New York. I partecipanti sono cresciuti costantemente dal 2011, anche se quest’anno, complice l’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione, c’è stata una evidente battuta d’arresto: da tremilaquattrocento a millequattrocentonovantadue. Certo è molto più complicato venire con la bici che con un semplice paio di scarpette per correre. Il segreto della Maratona sta nell’attraversamento della citta, mentre la GFNY parte da Harlem sul ponte George Washington, considerato il ponte più trafficato del mondo, e chiuso per l’occasione. Si butta in New Jersey e lungo la Hudson Valley. Sono le strade preferite dai ciclisti newyorkesi per le uscite del weekend: strade larghe e sicure.
C’è a New York, in realtà, un evento ciclistico che attraversala citta, il Five Boroughts bike tour, ma è una passeggiata per la citta di 40 miglia (65 chilometri) senza alcuna velleità agonistica e infatti raccoglie trentamila persone di tutte le età. La Gran fondo di domenica 21 invece è una gara che addirittura aspirava a essere inserita nel calendario Uci, per questo il percorso originale di 100 miglia (con la possibilità di un traguardo a 50 per chi non se la sentiva di coprire tutta la distanza è stato ridotto a 85 (137 chilometri) e quello corto cancellato. Purtroppo per gli organizzatori un camion articolato era fermo sul traguardo quando c’è stato lo sprint per secondo posto, c’è chi ha scritto che il camion si è classificato terzo. Il dislivello complessivo è di duemila metri che si sommano con tante salite brevi, ma nervose, anche con strappi oltre il quindici per cento. Le più famose sono Alpine Hill, subito dopo la partenza, un chilometro e mezzo, pendenza media 7.4 per cento, massima 9, poi Gate Hill, tre chilometri e trecento metri, media 4.9, massima 12, infine Cheescote, un chilometro e settecento metri, media 4.6, con massima di 18. Nella guida che viene consegnata a tutti i concorrenti si spiega come affrontare Cheesecote a seconda delle aspirazioni agonistiche: se si vuole vincere, se si vuole comunque fare il proprio primato personale oppure se l’obiettivo è semplicemente arrivare al traguardo: chi non ha velleità agonistiche è autorizzato a piangere, ma consigliando di rimanere sui pedali e non scendere spingendo la bici, “è una salita non un concorso di bellezza” è scritto a chiare lettere.
Gaffuri è scattato a metà peercorso, poco prima di Hill Gate, e nessuno è stato in grado di tenere il suo passo. Camuffato tra i partecipanti, come testimoniato anche da una foto sul sito quicicloturismo.it, ha partecipato il sindaco di Milano Beppe Sala, arrivato in città venerdì e ripartito domenica, trascinato dal gruppo di amici con cui pedala tutti i weekend.