Sfogliare il tennis
Parla il direttore di 40-A, la rivista che racconta il Roland Garros come nessun altro
Victor Le Grand ci spiega l'ultimo numero della rivista di tennis del gruppo editoriale So Press, dedicata a Yannick Noah. "Il tennis francese? In crisi, ma tenete d'occhio Arthur Fils"
“Avevamo So Foot per il calcio, Pedale per il ciclismo, Tampon! per il rugby: mancava soltanto il tennis”. E così, Victor Le Grand e gli altri ragazzi di So Press, il gruppo editoriale che ha rivoluzionato il mercato parigino dei newsmag, con le sue riviste cool e patinate, hanno deciso di lanciare 40-A, un magazine annuale che parla di tennis, ma anche di molte altre cose. “Il tennis è uno sport di persone un po’ pazze e molto strane. E proprio per questo motivo ci sono sempre tante belle storie da raccontare”, dice al Foglio Victor Le Grand, direttore di 40-A. “Il tennis è anche un pretesto per parlare di altro, per esplorare cosa passa nella testa dei giocatori, per descrivere la persona dietro il professionista, con le sue mattane, le sue passioni, le sue nevrosi”. La filosofia di 40-A è la stessa delle altre riviste di So Press, che il presidente del gruppo editoriale, Franck Annese, riassume con queste parole: “Facciamo le riviste che ci piacerebbe leggere”. 40-A esce ogni anno in occasione del Roland Garros, il torneo su terra rossa più importante al mondo che quest’anno, per la sua 122esima edizione, è privo del suo re: Rafael Nadal, 14 volte vincitore dell’Open di Francia. Nel 2021, per la sua prima copertina, 40-A scelse Stefanos Tsitsipas, nel 2022 il focus erano i quattro malinconici moschettieri del tennis francese, Gasquet, Tsonga, Monfils, Simon. “Quest’anno abbiamo deciso di consacrare il numero a Yannick Noah per il 40esimo anniversario della vittoria del Roland Garros”, dice Le Grand. “Come ha detto Mats Wilander, che perse la finale del Roland Garros contro di lui nel 1983, Yannick Noah è ‘bigger than life’: più grande della vita”.
Di vite, Noah, nato nelle Ardenne da un padre camerunense, Zacharie, calciatore che vinse la Coppa di Francia nel 1961 con la maglia del Sedan, ne ha vissute tante. Cresce a Yaoundé, capitale del Camerun, dove scopre il tennis e dove nel 1971 si fa notare dal leggendario Arthur Ashe, il primo giocatore nero a vincere uno slam. Ashe gli offre la sua racchetta, lo segnala a Philippe Chatrier e a undici anni Yannick vola a Nizza per seguire una formazione di tennis intensivo. A 17 anni vince il Torneo di Wimbledon junior, l’anno successivo avvia la sua carriera professionistica e nel 1983 diventa re di Parigi: fu l’ultimo a vincere uno slam con una racchetta di legno, nonché l’ultimo francese ad alzare la Coupe des mousquetaires. “Ma in questo numero parliamo anche del Noah cantante e del successo di ‘Saga Africa’, delle sue innumerevoli conquiste femminili, di quando fece il testimonial per la marca di lingerie Sloggi, di quando nel 1996 fu chiamato dall’allora presidente del Paris Saint-Germain Michel Denisot per essere il mental coach della squadra di calcio parigina e aiutarli a vincere una coppa europea (ci riuscirono, ndr), ma anche della sua associazione, Fête le Mur, con la quale ha portato il tennis nelle banlieue”. Nel 2021, Le Grand voleva intervistare il bad boy del tennis australiano, Nick Kyrgios, e aveva anche immaginato uno show con lui protagonista: non si fece più nulla, ma la speranza è di recuperare presto, “perché ha il Dna 40-A”. Il tennis francese attraversa un momento di crisi, “c’è un vuoto d’aria”, sottolinea il direttore di 40-A, “ma Arthur Fils è un giocatore da tenere d’occhio”. Victor è in coda per accedere al campo 14. Sta per giocare Lucas Pouille, ex enfant prodige del tennis francese scivolato nell’inferno della depressione, prima di ritrovare la luce e la voglia di essere ancora protagonista. “Mi piacerebbe intervistarlo nel numero del prossimo anno, raccontare la sua storia. Intanto tifo per lui”.