Bundesliga
Lo psicodramma del Borussia Dortmund è una grande storia di infelicità
I gialloneri non vanno oltre il pareggio con il Mainz e perdono il titolo all'ultima giornata: dall'attaccante Sebastian Haller all'allenatore Edin Terzic, rimane l'amaro in bocca per il mancato lieto fine. Ma è stato comunque un bel campionato
Le possibilità che il Borussia Dortmund perdesse il campionato all’ultima giornata erano prossime allo zero. Ma prossime allo zero non vuol dire zero e il destino si è messo di traverso, facendo vincere l’undicesimo titolo di Germania in undici anni al Bayern Monaco. Fin qui è una storia come tante: molto spesso nello sport succedono eventi imprevedibili, si sovvertono i pronostici, qualcuno che era uscito di casa felice rientra piangendo. Però in questa storia ci sono delle linee più profonde che scavano solchi che vanno oltre il risultato sportivo.
Prendiamo Sebastian Haller: attaccante che ha avuto una stagione incredibile all’Ajax e che appena arrivato a Dortmund ha scoperto di avere un tumore ai testicoli. Intervento, chemioterapia, paura, mesi e mesi a veder giocare i compagni. Poi la remissione dal cancro, il rientro in squadra, i gol che tornano, a raffica e portano la sua squadra in testa alla classifica a una sola giornata dal termine. Poi però ieri mette il pallone sul dischetto e si fa parare un rigore che, col senno di poi, avrebbe regalato il titolo ai suoi. Questo perché non viviamo in un cartone animato in cui tutte le cose vanno bene alla fine. Poteva essere il coronamento felice di una storia bellissima, è diventato il ricordo amaro nella storia di un campione che ha saputo rimettere in piedi la sua carriera dopo una diagnosi terribile.
Prendiamo poi Edin Terzic. Una vita passata a seguire il Borussia Dortmund, squadra di cui è stato scout, collaboratore tecnico, vice allenatore, traghettatore e infine allenatore in pectore, dopo l’esonero di Marco Rose. Sognava da una vita di vincere un titolo, di strapparlo ai rivali del Bayern e di poter festeggiare al Westfalen Stadion, sotto quel muro giallo di tifosi che è il simbolo del tifo caldo e appassionato di una città che vive di calcio. Ma la partita col Mainz già salvo e senza pretese è finita 2-2, il Borussia ha perso il campionato e lui si è ritrovato in lacrime sotto quello stesso muro giallo che cantava il suo nome, che testimoniava come la rabbia avesse fatto posto al sostegno più incondizionato. A 41 anni Terzic è un allenatore che si sta prendendo lo spazio che ha sempre voluto, ma è arrivato a tanto così dalla gloria. Questa è una storia di infelicità anche se la si vede dal lato opposto della barricata.
Il Bayern è forse l’unica squadra al mondo capace di tenere un livello altissimo per almeno quattro o cinque decenni consecutivi. Quest’anno però ha vissuto una stagione difficile: tra risse, pugni, esoneri, maldicenze, talpe, pettegolezzi e risultati spesso non all’altezza, la squadra bavarese ha consegnato il match point in mano al Borussia Dortmund, perdendo la settimana scorsa in casa contro il Lipsia. Da quel momento il Bayern non era più padrone del suo destino: vincere a Colonia poteva non bastare. Invece è bastato, contro ogni previsione. Dov’è l’infelicità qui? Beh, basta leggere il comunicato stampa che la squadra di Monaco di Baviera ha diramato durante i festeggiamenti, sollevando dall’incarico il ds Hasan Salihamidzic e, soprattutto, il ceo, Oliver Kahn, a cui non è nemmeno stato permesso di viaggiare con la squadra per la trasferta. Kahn, che ha giocato 14 anni al Bayern, ha vinto praticamente tutto col suo club ed è sceso in campo più di 600 volte con quella maglia, è stato lasciato a casa, emblema di un fallimento vincente, di una squadra che “ha vinto, ma…”.
Insomma, la riedizione del 5 maggio 2002, quando l’Inter perse 4-2 con una Lazio già certa della sua posizione in classifica, consegnando lo scudetto alla Juventus, è servita. Quel che resta di una Bundesliga ormai dominata da una sola squadra è comunque un campionato combattuto, in cui l’Union Berlino va in Champions per la prima volta nella sua storia e in cui retrocedono Hertha Berlino e Schalke04. Tutti questi verdetti però, sono stati spazzati via dallo psicodramma giallonero, che si è mostrato in tutta la sua violenza in un sabato di fine maggio che tutti, tifosi tedeschi e non, ricorderanno molto, molto a lungo.
Il Foglio sportivo