Il Foglio sportivo
Diego Abatantuono si dimette da tifoso del Milan
“Hanno solo l’obbiettivo di fare soldi. Perché dovrei abbonarmi ancora?”. Intervista all'attore grande tifoso dei rossoneri
“RedBird pensa di aver risolto i problemi rinnovando il contratto a Leao, quello che non ci hanno detto è che servirà solo a rivenderlo a più soldi il prossimo anno”. Roventi e non solo a causa dell’arrivo dell’estate, le parole in esclusiva di Diego Abatantuono sul momento rossonero. “Vanno via tutti, Maldini, Tonali, andrà via sicuramente anche Theo Hernandez, perché io dovrei rimanere un tifoso del Milan? Le squadre non sono più come una volta, è solo una questione di business. Sono sicuro ormai solo di una cosa, il calcio è la ‘giostra’ su cui si guadagna più in assoluto”.
L’addio di Tonali è solo l’ultima grande delusione in ordine cronologico, di un mese di giugno che non ha lasciato tregua ai tifosi rossoneri. In tendenza sui social, spopola l’hashtag “cardinaleout”. Il fondatore di RedBird Capital Partners, Gerry Cardinale, ha attuato una strategia che a oggi stenta e non poco a decollare. “Gerry chi? Mai sentito, io conosco solo Jerry Calà, un ragazzetto con la battuta pronta, simpatico. Il nome Cardinale non mi dice nulla. Un tempo i nomi dei presidenti li sapevo, oggi per ricordarmeli accendo la tv e mi riguardo ‘Il Padrino’, è pazzesco sono identici: Rocco, Jerry, Franck…”.
Le certezze, al di là dei nomi, sono poche. “Pochissime, mi chiedo perché io debba rinnovare l’abbonamento a San Siro e alle varie piattaforme per seguire le partite del Milan. L’obiettivo è solo vendere e fare soldi. Poi mi sento dire, come fai a rifiutare 80 milioni per Tonali? Semplice, rifiuti e tieni il calciatore. Il Milan, tra l’altro, ha un pubblico straordinario, lo stadio è sempre pieno, bisognerebbe dare un segnale positivo o quanto meno se degli 80-100 milioni vogliono darci qualcosa anche a noi, siamo contenti”.
Dopo anni di purgatorio, il Milan almeno possiederà la liquidità per un mercato in entrata considerevole. “Non mi aspetto nulla, nessun acquisto di livello. Il primo già è andato, mi riferisco a Thuram, giovane interessante, era nostro, poi è andato all’Inter. Se fossi in loro (l’Inter), farei fare tutta la ricerca dei talenti al Milan, poi vado lì il giorno della firma e gli offro un milione in più, semplice. D’altra parte, sono anni che fanno così, senza andare troppo indietro l’ultimo caso è stato Calhanoglu, sono bastati 500mila euro a fargli cambiare maglia. Io mi auguro solo che arrivi un attaccante, di qualità. Servono fatti, è inutile parlare. Una volta si diceva ‘chiacchiere da bar’, ormai dovremmo chiamarle da ‘banca’ perché fanno solo conti su come investire, rivendere e guadagnare. Le squadre non dovrebbero avere più tifosi, ma commercialisti”.
Il Milan negli ultimi giorni ha ultimato i primi due acquisti del suo mercato, Sportiello e Loftus-Cheek: “Loct Lanftu... si ho letto. Mi chiedo chi venderanno ora. Anche se compri un giocatore internazionale, di prospettiva e poi vendi Bennacer serve a poco. Stessa cosa in porta, il titolare mi auguro rimanga Maignan. Il Milan ormai è impostato per diventare l’Atalanta, una squadra dove passano dei talenti e vanno via. Giocatori di prospettiva, secondo gli addetti ai lavori... ma chi sono questi addetti? Io non lo so e secondo me non sono neanche milanisti. Così facendo, specie in Europa, avremo grossi problemi”.
L’unica certezza, al momento, rimane solo quella di Pioli in panchina? “Per la rosa che ha a disposizione, Pioli è il miglior allenatore d’Europa. Scarsi come noi, in Champions League, non ce ne sono tante. Il Milan, quest’anno, ha rischiato di andare in finale di coppa con una squadra di solo undici giocatori buoni. Ci è mancata anche un briciolo di fortuna, l’infortunio di Bennacer per esempio, è stato determinante per il nostro centrocampo. Giocatore troppo importante, anche perché in panchina non hai un sostituto. L’allenatore non poteva fare di più, a tratti abbiamo espresso anche un gran calcio, come in occasione della trasferta contro il Napoli, abbiamo meritato ampiamente il passaggio del turno. Peccato non essere riusciti a ribaltare i ‘cugini’ in semifinale, nonostante il grande supporto di tutto San Siro”.
La semifinale tra Milan e Inter rischia di essere l’ultimo capitolo di un lungo romanzo, che ha visto protagonista per anni uno degli stadi più affascinanti del mondo. “San Siro è lo stadio per eccellenza. Ormai ogni squadra, deve avere lo stadio di proprietà. Ma perché? Se lo ripetono, manco fosse un Vangelo. Per incrementare il bilancio, per il blasone del club… A me questo sistema fa schifo. Il Milan quest’anno ha sempre fatto soldout, non vedo perché ci sia questa fretta a tutti i costi nel voler cambiare stadio. Sicuramente è una tematica importante per il futuro, ma anche in questo caso, lo vedo solo come un investimento capitale e non come un bisogno reale. Se un brand dovesse mai comprare una squadra di calcio solo per lo stadio, non parlatemi di bandiere, fascino, storia e blasone. Solo una questione di soldi”.
Il punto di incontro potrebbe essere forse quello di dedicare il nuovo stadio del Milan a Silvio Berlusconi. “Dici bene… potrebbe. Un grande presidente. Una persona generosa, la sua regola era quella di portare a casa il risultato. Ognuno di noi ha le proprie idee, specie in politica, ma nel calcio Berlusconi ha avuto tanti meriti. In primis, quello di farci divertire tutte le domeniche. Era un calcio diverso, dove anche noi tifosi ci sentivamo parte di qualcosa, ora vogliono solo i soldi per gli abbonamenti, cazzo… Ogni stagione alla guida del Milan, c’erano obiettivi concreti e forse, a oggi, è proprio quello che manca alla società. Idee solide e capacità. Berlusconi, a suo modo, ha costruito qualcosa di grande, a livello di immagine del club ha fatto un lavoro straordinario e questo gli andrà riconosciuto per sempre. Non avrà eguali”. Il Milan guarda al futuro con speranza e rimpiange un passato ricco di storia, vittorie e armonia.