Formula 1
Verstappen stravince in Austria. La notizia è che Leclerc è arrivato secondo
Primo podio stagionale per la Ferrari con il monegasco che ha terminato il Gp d'Austria davanti a Sergio Perez. È ancora presto per dire se le Rosse possono lottare per il secondo posto nel campionato costruttori
Ha vinto, pardon, stravinto Max Verstappen e questo può apparire anche una non-notizia. Sul circuito di casa Red Bull l’olandese ha fatto tutto, pole e vittoria sia nella sprint che nella gara vera. Si è anche tolto lo sfizio di fare il giro veloce e prendersi il punto addizionale togliendolo al compagno di squadra Perez facendo un pit stop in più nonostante dal box gli sconsigliassero di prendersi un rischio inutile. Una smargiassata che almeno gli ha consentito di essere inquadrato per qualche minuto dalla televisione visto che il suo strapotere lo fa spesso “dimenticare” da chi decide chi e cosa mandare in onda.
La vera notizia del weekend stavolta riguarda la Ferrari ed è una buona notizia. Primo podio stagionale, su un circuito dove va ricordato che l’anno scorso Leclerc vinse e storicamente la Rossa va sempre bene, e una solida prestazione complessiva. Di Leclerc, che ha messo alle spalle i pasticci della sprint race e costruito una prestazione senza sbavature e di Sainz, vero leone nelle battaglie corpo a corpo penalizzato di 5 secondi per aver oltrepassato i track limits e capace di dare la sensazione di averne anche di più rispetto al suo compagno di squadra. In casa Ferrari la scelta di ripensare la vettura appare convincente e pone la Scuderia in un mood decisamente migliore rispetto alle squadre che si contenderanno la seconda piazza finale, l’unica contendibile visto il livello inarrivabile della Red Bull. Si conferma la scelta di Vasseur di aiutare Charles Leclerc a sentirsi prima guida. Anche in Austria Sainz è sembrato poterlo attaccare e passare ma dal box è sempre arrivata l’indicazione di non mettere lo spagnolo in competizione con il monegasco. In questo campionato separato che sono costrette a disputare le scuderie che non si chiamano Red Bull assistiamo ad un riposizionamento.
E’ comunque presto per dire che la Ferrari diventerà seconda forza ma alcune annotazione sembrano consolidarsi.
La prima riguarda la Mercedes, troppo altalenante nei rendimenti e mai realmente competitiva per il podio. Un week end che per i grigio-neri è stato di grande difficoltà e che porta a pensare che le tanto annunciate correzioni che Toto Wolff ha presentato come punto di svolta in realtà non siano che dei pannicelli caldi non in grado di ridare alla Mercedes una competitività (per la vittoria) sempre più lontana. Altra scuderia in ribasso è l’Aston Martin. Sembra finito il periodo nel quale, soprattutto con Alonso, gli inglesi erano i veri rivali della Red Bull. Nonostante le ricche spese di papà Stroll il progetto, partito benissimo, non ha avuto nulla in termini di sviluppo. Di altro segno è invece il momento della Mc Laren. Qui invece gli sviluppi, portati sulla vettura di un ritrovato Lando Norris, sono sembrati convincenti e se una scuderia storica ritorna a buoni livelli di competitività è di sicuro una buonissima notizia per tutta la Formula 1. Ultimo capitolo: i track limits. Le regole quando ci sono vanno applicate, su questo nessun dubbio. Così come non c’è alcun dubbio sul fatto che ci sono stati piloti in grado di non uscire mai dal tracciato incorrendo in segnalazioni e penalità. Però tutto questo ha nuociuto allo spettacolo, ha generato un senso di sconcerto in chi ha seguito la gara in tv o dal circuito e soprattutto ha limitato fortemente il talento dei piloti. Principalmente perché nessuno era in grado di rendersi conto di essere o meno nei limiti. Impensabile che uno come Hamilton prenda la bandiera bianco-nera dopo una dozzina di giri per essere andato oltre le linee per tre volte. È evidente, siccome la cosa si è verificata anche in qualifica, che se si vuole impedire ai piloti di uscire da una linea bisogna mettere sabbia o ghiaia. In modo che non sia un sensore a cancellar loro un tempo o generare un penalità di 5 secondi ma una effettiva perdita di aderenza o addirittura uno stop. Appuntamento a Silverstone domenica prossima per capire, in casa Ferrari, se fu vera gloria.