Il Foglio sportivo
Paltrinieri trasforma la fatica del nuoto in spettacolo
La sua Olimpiade comincia dai 10 chilometri in acque libere ai Mondiali. Ecco come ha cambiato il suo sport
Era notte (in Italia) quando Gregorio Paltrinieri, debilitato dalla mononucleosi, sorprese tutti dalla corsia otto con una delle gare più belle della sua carriera e agguantò la medaglia d’argento negli 800 stile libero all’Olimpiade di Tokyo 2020. Era sempre notte quando, ancora a Tokyo, conquistò il bronzo nella 10 chilometri in acque libere. Soprattutto, era notte quando a Rio 2016 riscrisse la storia del nuoto italiano diventando il quarto campione olimpico del nostro paese dopo Domenico Fioravanti, Massimiliano Rosolino e Federica Pellegrini. “La scalata è terminata, lampi d’oro squarciano le tenebre, Gregorio Paltrinieri è campione all’Olimpiade, è medaglia d’oro! Gli eroi vengono ricordati, i miti e le leggende non muoiono mai”, urlò solenne il telecronista della Rai Tommaso Mecarozzi all’arrivo dei 1.500 stile libero. Sarà notte anche questa volta. Stanotte, per la precisione. Tra sabato e domenica, all’una italiana, scatterà la 10 chilometri in acque libere del Mondiale di Fukuoka 2023.
Gregorio Paltrinieri è il campione in carica. L’estate scorsa, su queste pagine, Roberto Perrone scriveva: “Greg farà, con gusto, con voglia, cinque gare, due in vasca (800 e 1.500 sl) e tre fuori (5, 10 km, staffetta 4x1,5 km). Nuoterà in totale 21,100 km, mezza maratona”. Sarà così anche quest’anno, ma con due differenze fondamentali: a Fukuoka il nuoto in acque libere viene prima delle gare in corsia, con tutto lo strascico fisico e mentale che si trascina con sé il nuotare in mare aperto, tra correnti, calcioni e meduse, e soprattutto i primi tre classificati della 10 chilometri si qualificheranno per l’Olimpiade di Parigi 2024. Ottenere il pass olimpico con un anno d’anticipo significherebbe poter programmare in maniera diversa, migliore, più rilassata, la stagione in cui Paltrinieri compirà 30 anni. La stagione della sua quarta Olimpiade. Dovesse vincere una medaglia anche in Francia, Paltrinieri diventerebbe il primo nuotatore italiano capace di salire sul podio in tre edizioni diverse dei Giochi. Un altro record per i libri di storia.
Gregorio Paltrinieri è al vertice del nuoto internazionale da oltre un decennio. Ai Mondiali in vasca lunga ha vinto 12 medaglie, una in più di Federica Pellegrini. Tra il 2016 e il 2018 è stato contemporaneamente campione olimpico, mondiale ed europeo dei 1.500 stile libero: il Grande Slam. Negli anni è cresciuto, è maturato, è diventato il capitano della nazionale italiana e un punto di riferimento per tutto il movimento, ma non ha mai perso quella fame di agonismo che aveva quand’era ragazzino. Negli ultimi mesi ha gareggiato poco, in compenso si è distinto per una profonda chiacchierata su nuoto, basket e umanità varia con Federico Buffa e Federico Ferri su Sky Sport. Il suo corpo va gestito pensando a Parigi. Oltre al record di cui sopra, Gregorio Paltrinieri sogna di realizzare la doppietta 1.500 stile libero in vasca-10 chilometri in acque libere. Alle Olimpiadi non c’è mai riuscito nessuno.
Lui ce l’ha già fatta, proprio un anno fa, al Mondiale di Budapest. Dopo il quarto posto negli 800 stile libero, si caricò leggendo i siti di scommesse che lo quotavano 26 a 1 e da un’altra corsia laterale, questa volta la numero uno, dominò i 1.500 con la seconda miglior prestazione di tutti i tempi, 14’32’’80, a lungo sotto il record del mondo del cinese Sun Yang (14’31’’02). Quest’estate la finale dei 1.500 stile libero sarà l’ultima fatica della sua campagna giapponese e si preannuncia una delle gare più emozionanti di tutto il Mondiale. La “gara regina”, l’ha definita lui in un’intervista al sito L’Ultimo uomo, ciò che una volta erano i 100 stile libero. Per anni gli 800 e i 1.500 sono state considerate specialità lente, noiose, qualche televisione andava addirittura in pubblicità durante le prime virate. Ora non è più così, e il merito in parte è proprio di Gregorio Paltrinieri.
Con le sue vittorie Paltrinieri ha ispirato un’intera generazione di mezzofondisti. Nella classifica dei migliori tempi realizzati durante la stagione è solo undicesimo: in dieci hanno nuotato più veloce di lui, tutti sono più giovani di lui. Ci sono i tedeschi Florian Wellbrock (14’34’’89, quarta miglior prestazione di sempre) e Lukas Martens (14’40’’85), c’è l’irlandese Daniel Wiffen (14’34’’91, quinta miglior prestazione di sempre), c’è l’ucraino Mykhailo Romanchuk (14’40’’21, che per un periodo si è anche allenato a Ostia, fianco a fianco di Greg), ci sono lo statunitense Bobby Finke (14’42’’81), il cinese Fei Liwei (14’46’’59), l’australiano Samuel Short (14’46’’67) e il britannico Daniel Jervis (14’46’’95). Gregorio Paltrinieri è fermo al 14’49’’02 nuotato ad aprile durante i Campionati italiani assoluti di Riccione. In quell’occasione ha sperimentato una nuova strategia di gara: una partenza un po’ più lenta, senza andare sotto ritmo, per poi accelerare negli ultimi 500 metri, aumentando la frequenza di bracciata e la velocità. Una tattica utile anche per le acque libere. Non si finisce mai di imparare. L’appuntamento con i 1.500 stile libero è per domenica 30 luglio, non di notte ma dalle 13 italiane. Prima, però, c’è la 10 chilometri di stanotte. C’è un’Olimpiade a cui qualificarsi. Puntate la sveglia.