In Ucraina il calcio cerca di superare la guerra
Calciatori ed ex calciatori impegnati nella ricerca di fondi per la ricostruzione. Il campionato si farà e il messaggio è chiaro: l’Ucraina non sa cosa accadrà domani, ma sa che un domani ci sarà
Arrigo Sacchi una volta ha detto che “Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti”. Parole che Andriy Shevchenko, ex Milan e nazionale ucraino, ha fatto proprie da quando ha accettato di diventare testimonial di united24, l’iniziativa del governo di Kyiv per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina devastata dall’invasione russa; raccolta che al momento ha raggiunto oltre 400 milioni di dollari.
Il 5 agosto, allo Stamford Bridge di Londra, lo stadio del Chelsea, si giocherà la partita di beneficenza GAME4UKRAINE – che ha un proprio sito e alla quale, tra gli altri, prenderanno parte Zola e Fabio Cannavaro –, di cui è testimonial pure Oleksandr Zinchenko, l’erede di Sheva in Nazionale: l’incasso, come spiegato bene online, servirà per ricostruire il liceo Mykhailo-Kotsiubynskyi di Chernihiv, bombardato dalle truppe russe il 4 marzo dell’anno scorso. Stamford Bridge, ovvero lo stadio del Chelsea, ex squadra di Roman Abramovich, per chi vuole leggere il messaggio tra le righe.
A febbraio Shevchenko è stato protagonista di una serata di gala a Milano organizzata per finanziare la ricostruzione dello stadio di Irpin’, città che ha visitato, rimanendo molto colpito dall’incontro con alcuni bambini. La cifra necessaria era 600mila euro e il Milan, la squadra che ha trasformato l’attaccante ucraino nel calciatore globale che oggi tutti conosciamo, ne ha versati 150mila. Ma l’ex Pallone d’Oro non si è fermato qui e con altri 60mila euro ha finanziato “Insieme per l’Ucraina”, progetto realizzato da Fondazione ISMU, Codici e Progetto Integrazione, in collaborazione con il Comune di Milano. L’infoline, 020205, nasce per favorire una migliore inclusione dei nuovi arrivati nel tessuto cittadino e per promuovere un’integrazione di cui possano beneficiare la comunità ucraina e quella ospitante.
In questo ultimo anno e mezzo il calcio ucraino ha vissuto l’esilio forzato della guerra e il campionato, vinto ancora una volta dallo Shakhtar Donetsk (titolo numero quattordici, a meno due dalla Dinamo Kyiv), è stato giocato a porte chiuse con le partite spesso interrotte dagli allarmi antiaerei, una condizione distopica e forse inutile ma necessaria per dimostrare che l’Ucraina va avanti e che non si piega davanti all’invasione da parte dell’esercito russo. Il club arancionero, famoso per i suoi exploit in Champions League e per avere vinto la Coppa Uefa nel 2009, nel frattempo ha spostato all’estero il proprio settore giovanile. L’Ucraina, infatti, è uno di quei paesi europei capaci di produrre talento calcistico con continuità e lo ha anche dimostrato all’ultimo Europeo Under 21 nel quale la rappresentativa gialloblù ha raggiunto la semifinale contro la Spagna. Di quella squadra ha fatto parte Heorhiy Sudakov, vent’anni, centrocampista proprio dello Shakhtar, che appena un anno fa aveva mandato a uno dei suoi allenatori delle giovanili una foto di lui nascosto in un bunker antiaereo con la testa della moglie Lisa, incinta, appoggiata sulla propria spalla.
A Bucha, altra località visitata da Shevchenko nel ruolo di testimonial per united24, che ricorda da molto vicino lo United 26 del prossimo Mondiale nordamericano, il settanta per cento delle infrastrutture sportive è stato distrutto e con loro lo stadio. Probabilmente, una volta terminata la guerra, non saranno le prime a essere ricostruite, ma il calcio serve perché unisce, due testimonial come Andriy Shevchenko e Oleksandr Zinchenko, il passato e il presente dei fasti calcistici ucraini, sono potentissimi e il messaggio è chiaro: l’Ucraina non sa cosa accadrà domani, ma sa che un domani ci sarà.
Per questo il 5 agosto la partita di beneficenza, per ricostruire il liceo di Chernihiv, sarà trasmessa sia da DAZN che da Sky, chi vuole può comprare il biglietto direttamente sul sito, altrimenti può fare una donazione. Stretti fra Tango di Tananai e Girotondo di De André: “Ci sono troppe buche, Marcondiro’ndera ci sono troppe buche, chi le riempirà? Non potremo più giocare al Marcondiro’ndera non potremo più giocare al Marcondiro’ndà. E voi a divertirvi andate un po’ più in là andate a divertirvi dove la guerra non ci sarà”. Che è quello che ha fatto il football ucraino per sopravvivere e continuare a sperare, imparando che “Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti”.