Il Foglio sportivo - il ritratto di Bonanza
Del “mai” di Riva, ci resta il suo per sempre ma di Lukaku non rimarrà niente
Non è di un tradimento che stiamo parlando, non ci sono soltanto i soldi a stare in ballo ma un posto riservato nella vita. L'importante è sempre stato la coerenza delle azioni e il peso delle parole
Non bisogna sorridere se non ci si crede davvero. Una frase letta in un racconto, scritto da un autore che meriterebbe maggiore attenzione (P.V.P. le sue iniziali). Queste parole mi sono tornate in mente osservando la faccia di Lukaku nel famoso giorno del cinque volte “mai”. Guardare oggi quella faccia e quel sorriso, alla luce di quanto poi è successo, fa pensare. A cosa crede Lukaku, quali sono le sue speranze? Non è di un tradimento che stiamo parlando, a quello semmai ci pensano i tifosi che credono a un mondo costruito per farsi delle illusioni, ma di una visione dell’uomo. Che cosa avremmo fatto noi? È questa la domanda centrale che, scusate il disturbo, chiama in causa il lettore. Amati da tutti, avreste rifiutato quell’amore? Ricchi e possenti, sareste andati in cerca di ulteriori ricchezze e di altro potere? Stimati per la vostra fede, fatta di gesti inequivocabili, come lo sguardo rivolto al cielo, la mano sul petto, il bacio della maglia, l’indice appiccicato al naso a chiedere rispetto, avreste dimenticato tutto quanto, in nome della vostra vaporosa ambizione? Immagino che la risposta sia no, anche se di fronte ai soldi ognuno reagisce un po’ a modo suo.
Ma qui non sono i soldi a stare in ballo, almeno non soltanto quelli, ma molto di più, come ad esempio un posto riservato nella vita. C’è poi un lato quasi comico in questa storia e ci riguarda. Non ci sentiamo un po’ ridicoli ad inseguire certi modelli? Lukaku è un bravissimo centravanti, ma siamo sicuri che il calcio non possa fare a meno di lui, almeno per un po’? Adesso che se ne sta in disparte ad allenarsi, forse pentito, magari solo risentito con se stesso per la mossa maldestra compiuta senza calcolare le conseguenze, non sarebbe meglio per tutti se lo lasciassimo lì, da solo, a tirar su dei campanili con il pallone come facevamo da bambini nel cortile?
Ma non succederà, arriveranno in tanti a contendersi il calciatore, dimenticando la inconsistenza dell’uomo. Perché funziona così, e i Gigi Riva sono lontani, al di là del mare, sopra una poltrona un po’ sdrucita, circondato di foto in bianco e nero, in mezzo a muri di carta da parati, in quanto forse da tempo non si rifà l’arredo. Perché non è mai stato questo l’importante, ma la coerenza delle azioni e il peso delle parole. Del Riva che disse “mai”, ci resta il suo per sempre, e invece di Lukaku, un giorno, nessuno saprà niente.