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Un brindisi per il predicatore Cristiano Ronaldo e per Martina Navratilova
CR7 ha esultato facendosi il segno della croce in favor di telecamera in Arabia Saudita. In teoria potrebbe essere arrestato, non è successo: lui può fare quello che vuole. E adesso guardiamoci tutti insieme la super Premier, altroché la Saudi Professional League
Anche se non mi frega nulla delle vostre serate, vi invito a fare come me e brindare durissimo a Cristiano Ronaldo e Martina Navratilova. Il perché è presto detto: qualche giorno fa CR7 – che da queste parti si è sempre preferito al circense argentino prepensionatosi in Francia prima e Stati Uniti poi per il semplice fatto che in Inghilterra ha giocato e vinto – ha portato in finale della perdibilissima Champions League araba la sua squadra, l’Al Nassr. Sai che roba, direte voi. Lo ha fatto segnando un rigore, e fin qui nulla di nuovo. Il motivo del brindisi è tutto nell’esultanza del portoghese: prima dell’ormai stucchevole salto con giravolta e Sium! annesso, Ronaldo ha reso onore al suo primo nome e si è fatto il segno della croce in favor di telecamera. In Arabia Saudita. Dove è vietato ostentare qualunque simbolo o segno cristiano.
Adesso in teoria CR7 potrebbe anche essere arrestato, ma la verità è che nessuno gli dirà niente perché lui è Cristiano Ronaldo e può fare quello che vuole, anche convertire i musulmani. Difficile sostenere che non ci abbia pensato, dato che non è solito esultare così, e programma ogni suo gesto dentro e fuori dal campo calcolandone le conseguenze. Sono curioso di vedere se qualcuno lo costringerà a scusarsi, ma se lancia una crociata sappia che sono pronto a seguirlo.
Non prima di avere brindato a Martina Navratilova, però. L’ex tennista icona lgbt ha fatto l’errore di dire che il re è nudo, anzi che la regina è il re: commentando la vittoria in un torneo americano femminile di un atleta dichiarato donna ma nato uomo ha twittato: “Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l’età. È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrare negli spazi creati per le donne. Quanto è difficile da capire? È patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport”. Brava Navratilova, chissà se lo capiranno anche tutti quei giornalisti (uomini, of course) che sono convinti di difendere l’inclusione spingendo per la partecipazione dei trans nati uomini agli sport femminili (oh, mai che succeda il contrario) e nel contempo pompano a dismisura gli sport femminili. Martina, quando ti avranno fatta fuori da tutto, ti aspetto al pub e ti offro una pinta di quella buona (che sarebbe la bionda).
Magari guardiamo insieme qualche partita di Premier League, la gioia della mia vita che ricomincia questo weekend con un meraviglioso Chelsea-Liverpool alle vostre 17.30 di domani, ma soprattutto con il mio Sheffield United contro il Crystal Palace oggi (è già iniziata ieri con il City, lo so, ma l’articolo l’ho scritto prima). Lo scorso fine settimana i principali campionati inglesi esclusa la Premier hanno registrato il record assoluto di spettatori allo stadio. Voi tenetevi la Serie A in svendita e la Serie B in tribunale, io mi coccolo Championship, League One e League Two. La cosa mi riempie a tal punto di gioia che chiederò a Paolo Condò che cosa danno dal bere al suo pub: la sua proposta di far entrare le squadre del campionato saudita nella nostra Champions League non si spiega solo con il caldo (che non c’è) di metà agosto. E come direbbe Cristiano Ronaldo, amen.