Jean-Louis Trintignant e Vittorio Gassman nel film "Il sorpasso" (foto da Wikipedia) 

Il Foglio sportivo

La passione di Trintignant per le corse: è stato un vero pilota

Andrea Cittadini

L'attore francese, interprete in più film del ruolo di pilota, era davvero un grande amente delle corse. Una passione nata in famiglia 

Ivigneti di Rouge Garant a Saint Hilaire d’Ozilhan, dipartimento della Gard, a una ventina di chilometri da Avignone e altrettanti da Uzès, si apprestano a vivere tra poche settimane la prossima vendemmia. Qui, il protagonista assoluto è il corposo rosso Côte du Rhone, poi viene tutto il resto! Rouge Garant è stato il buen retiro negli ultimi anni di vita di Jean Louis Trintignant, “complice” della famiglia Cortellini nella creazione di questa bella tenuta nel 1996. Proprio lui, il celebre attore, scomparso nel 2022 a 91 anni. Il prototipo del bravo ragazzo, lo studente universitario protagonista assieme a Vittorio Gassman e alla sua Lancia Aurelia B24, del celeberrimo “Il Sorpasso” di Dino Risi, anno 1962. Pochi anni dopo, nel 1966, Trintignant interpreta la parte di un pilota automobilistico nell’altrettanto celebre “Un uomo, una donna” diretto da Claude Lelouch. Sembra una casualità, invece non lo è. Pochi sanno che Trintignant amava veramente le auto e aveva le corse nel proprio dna. Nel film di Lelouch, guida una Ford Mustang bianca con il numero 184 sulle portiere, proprio nel periodo in cui la casa americana domina incontrastata la 24 Ore di Le Mans, con quattro vittorie della GT40 dal 1966 al 1969. In quel periodo però il destino è atroce con Trintignant, perché nel ’69 perde la figlia Pauline all’età di soli dieci mesi, per morte bianca. La primogenita Marie la perderà invece nel 2003, uccisa dal compagno. Trintignant si chiude in sé stesso isolandosi dal mondo e non rilascia più interviste. 

Le vigne dunque come ritorno alla terra, alla pace, alla tranquillità, per provare a non pensare, perché dimenticare è impossibile. Le corse invece come vera passione, assecondata solo in parte per non pregiudicare la carriera principale, quella cinematografica. Una passione durata vent’anni con partecipazioni alla 24 ore di Le Mans e di Spa, ma anche al Rally di Montecarlo, dimostrando un eclettismo da vero mestierante. Il virus delle corse gli era stato trasmesso dal padre, ma soprattutto dagli zii. A cominciare da Louis Trintignant e dalla sua Bugatti Tipo 35C, vittorioso a Nizza e al Passo Klausen prima di morire a soli 30 anni a Peronne, nel Gp di Piccardia. Poi Maurice, il fratello minore, l’ultimo dei sei figli avuti da Fernand Trintignant e Marie-Louise Delaigne. Iniziò a correre usando la Bugatti del fratello e disputò 84 Gran premi in Formula 1, ottenendo due vittorie e dieci podi. Conquistò il successo nella 24 Ore di Le Mans del 1954 con una Ferrari 375 Plus in coppia con Froilan Gonzales e fu il primo pilota francese a vincere in F1 al volante di una Ferrari 625, nel Gran premio di Monaco 1955. 

Maurice Trintignant vincerà un secondo Gp a Monaco, nel 1958 con la Cooper a motore posteriore, e questo lo porta a essere uno dei tre piloti ad aver vinto con monoposto sia a motore posteriore che anteriore, assieme a Phil Hill e Stirling Moss. Anche i fratelli Henry e Raoul Trintignant si cimentarono in alcune gare e parteciparono al Rally di Monte Carlo nel 1936 con una Hudson. Quest’ultimo è il padre di Jean-Louis, che ha solo 3 anni quando lo zio Louis muore, ma ne ha 25 quando l’altro zio Maurice vince a Monte Carlo. 

La passione di famiglia per i motori lo contagia, così decide di iniziare a correre in macchina. Partecipa nel 1966 con Henri Chemin su Mustang al Rally di Monte Carlo e successivamente inizierà a gareggiare di frequente. Passa con disinvoltura – quasi fossero delle parti da recitare – dalla neve del Rally di Monte Carlo alle classiche di durata in circuito, con vetture Turismo e GT. Nel 1980 debutta nella 24 Ore di Le Mans su Porsche 935 K3 con Lapeyre e Vernay, ma esce di strada sul lungo rettilineo dell’Hunaudières. Riesce a raggiungere i box, ma la trasmissione è irrimediabilmente danneggiata. Nel 1981 corre il suo amato rally del Principato con colei che diventerà la sua terza moglie, Marianne Hoepfner (da nubile Fourton), a sua volta pilota affermata, su Peugeot 505: 46esimi assoluti all’arrivo. Sempre nel 1981 arriva il primo piazzamento nella 24 Ore di Spa, equipaggio Trintignant-Hoepfner-Cudini-Bell su BMW 530i, con un settimo posto assoluto, che diventa un secondo – sul podio – nel 1982, assieme a Jean-Pierre Jarier e Thierry Tassin. L’ultima competizione a Monaco avviene nel 1984, con l’Alfetta GTV (47esimo assoluto). Marianne Hoepfner dal canto suo ha corso quattro volte la 24 di Le Mans, anche con la Lancia Stratos, concludendo al 21esimo posto quella del 1975 su Moynet, in un equipaggio tutto femminile con Mouton e Dacremont. Nel 1977 ha partecipato al London-Sidney Rally con Bob Neyret, finendo al 15esimo posto. Faceva parte dell’equipaggio Aseptogyl che schierò tre Fiat 131 ufficiali, le altre due per Giancarlo Baghetti-Thomas Carletti e Cristine Decremont-Yveline Vanon, con Daniele Audetto direttore sportivo. 

Oggi ci rimangono i film per ricordare Jean-Louis Trintignant, specialmente quelli dove interpreta il bravo ragazzo e il pilota automobilistico:  forse quest’ultimo è quello che tutto sommato lo ha divertito di più, e il suo palmares agonistico lo testimonia.

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