quesiti rossoneri
Un Milan sospeso tra curiosità e timore
In questa stagione Stefano Pioli non si gioca solo il futuro, ma anche un pezzo della considerazione di quanto fatto in passato. Che Serie A sarà quella del Milan?
In un mondo parallelo, Stefano Pioli ha lasciato il Milan nell'estate del 2022, come ha fatto lo scorso giugno Luciano Spalletti con il Napoli. Dopo aver portato la squadra in tre anni dal sesto posto allo Scudetto, giocando un calcio moderno e coraggioso, facendo crescere molti giocatori e creando una connessione unica tra tifosi e squadra, sublimata nel successo all'ultima giornata davanti all'Inter, il tecnico rossonero ha deciso di andarsene da vincitore, senza rischiare di intaccare il suo percorso.
Nel mondo reale invece Pioli è rimasto al Milan e ha raggiunto pure un'incredibile semifinale di Champions League, ma la seconda parte di stagione negativa, quasi surreale, ha incrinato il suo rapporto con la piazza e infiammato il partito del #PioliOut. Il gennaio da incubo, i troppi passi falsi in campionato e la disarmante eliminazione contro l'Inter in Champions hanno messo a repentaglio la sua posizione e la sua legacy. Per questo, la stagione che sta per iniziare sarà decisiva non solo per il suo futuro al Milan, ma anche per decidere il suo posto nella storia rossonera: come sarà ricordato Pioli dai tifosi del Milan? Come l'allenatore che ha riportato entusiasmo, risultati e i giovani al centro del progetto, dopo gli anni di Banter Era? O come quello visto in certi momenti della scorsa stagione, un po' a corto di idee, a volte presuntuoso, che faticava a trovare un Piano B e a valorizzare gli ultimi acquisti (De Ketelaere su tutti)?
Con gli addii di Maldini, Massara e Ibrahimovic, Pioli oggi è diventato il principale collegamento tra le varie anime del Milan, tra il passato e il futuro. Dal mercato, al netto della cessione di Tonali, sono arrivati calciatori intriganti, in linea con le sue idee di calcio verticale e intenso, anche se nessuno affermato al cento per cento, o perché ancora troppo giovane, o perché reduce da stagioni non esaltanti: dovrà essere bravo lui a metterli subito a loro agio a livello ambientale e tattico. Quando si cambia tanto, non è mai facile ingranare da subito, e il calendario del Milan è molto impegnativo, perché nelle prime dieci giornate i rossoneri affronteranno la Roma, l'Inter, la Lazio, la Juventus e il Napoli. La dirigenza però è stata brava a mettere i giocatori a disposizione sin da luglio, e il Milan di Pioli ci ha abituato a partenze sprint, come le 10 vittorie e 2 pareggi nel 2021-2022.
Il Milan dello scorso finale di stagione era sembrata una squadra un po' svuotata e prevedibile, capace ancora di grandi prestazioni singole, come nella tripla sfida contro il Napoli, ma bisognosa di rinnovarsi, negli interpreti e soprattutto negli stimoli. I nuovi acquisti, in questo senso, potrebbero portare nuova linfa e motivazioni, fondamentali per un gruppo che ha basato i suoi successi anche su uno stato di carica e armonia mentale eccezionali. Anche chi è rimasto, a cominciare da Leao, sembra determinato a salire ulteriormente di livello. Riuscirà Pioli a incanalare queste energie? Avrà lui stesso la voglia e la forza di cambiare ancora?
I tifosi sono sospesi tra la curiosità e l'entusiasmo da un lato e la paura di rivedere affiorare i difetti visti la scorsa stagione dall'altro. L'obiettivo per il Milan dev'essere almeno tornare a lottare per lo scudetto, e Pioli si gioca tantissimo, a cominciare dalle prime, complicate giornate. Alla luce di quanto fatto da quando, quasi quattro anni fa, si è seduto sulla panchina di un Milan in seria crisi di identità e di risultati, il tecnico rossonero merita, almeno a inizio stagione, di avere ancora la fiducia di San Siro. Se poi quest'anno dovesse andare male, allora, Pioli rischierà di essere ricordato non solo come l'allenatore che ha rilanciato il Milan, ma anche come quello che ha fatto tramontare il progetto di rinascita rossonero. E sarebbe davvero un peccato.