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coppe europee

La rivincita della Conference League

Andrea Trapani

La terza coppa europea non è una coppetta. E il meglio lo dà in agosto, quando mette a confronto grandi squadre di un tempo che fu e nuove realtà del calcio europeo. Oggi l'andata dei play off per accedere ai gironi

Sembrano lontani nel tempo gli sfottò tra romanisti e laziali sul valore della Conference League (che oggi scende in campo per l’andata dei play off per accedere ai gironi). Nata con il nomignolo di “nuova coppetta” ha saputo conquistarsi, in meno di tre anni, una certa importanza a dispetto del valore che la colloca sul gradino più basso delle competizioni europee. Qualcuno minimizza, soprattutto sui social, appellandola come la sfida tra le settime classificate, ma non è così facile vincerla.

 

La rivincita della Conference League

Il gioco del calcio è pieno di tranelli, grandi tradizioni a volte sono costrette a fare un bagno d’umiltà e in Conference si trovano sempre più spesso grandi nomi. Può capitare a tutti, per un campionato sotto alle attese o per le ‘retrocessioni’ dalle competizioni superiori, di dover giocare in Europa partendo da qui. Si possono trovare quindi tanto una potenziale vincitrice della prossima Premier League quanto un vincente nato come Mourinho.

Non è merito dell’Uefa, anzi. Una competizione che per sua natura regala più posti alle federazioni con il ranking peggiore invece che a quelle con i risultati migliori – Inghilterra, Spagna, Italia, Germania e Spagna possono iscrivere una sola squadra, Lussemburgo e Kosovo tre – riesce a regalare storie e conferme a prescindere dal numero dei partecipanti. Già nella prima finale si sono sfidate due importanti squadre come Roma e Feyenoord, nella seconda il bis con Fiorentina e West Ham. Niente male viste le premesse.

La Conference League 2023-24 è iniziata nel pieno dell’estate ma ancora deve emettere il primo verdetto. Oggi il primo passaggio obbligato per molte squadre che sognano di regalarsi almeno un autunno internazionale.

 

Tra nobili decadute e il futuro del calcio moderno

Il paradosso di questa coppa è che spesso, al contrario delle sorelle maggiori, regala avversari più ostici negli spareggi che nella fase finale. La stessa Fiorentina incontrò la squadra più difficile del suo percorso, finale esclusa, proprio ad agosto, battendo con grande dispendio di energie un Twente che meritava palcoscenici migliori.

Un problema che avrà stasera una tra Bruges e Osasuna, nella sfida tra una squadra eliminata negli ottavi della scorsa Champions e una delle più belle sorprese del calcio spagnolo. Stessa tensione tra Dinamo Kyiv e Beşiktaş che si sono incontrate per la prima volta nei quarti di finale di Coppa dei Campioni quando, nel marzo del 1987, gli allora sovietici vinsero 5-0 a Istanbul, con una doppietta di Blokhin e una rete di Belanov. Un altro mondo, letteralmente. Come quello in cui giocherà la Fiorentina di Vincenzo Italiano che, nel tentativo di ripetere il percorso della scorsa stagione, partirà dai fasti del campo di un Rapid Vienna che fu.

   

       

Poi c’è il nuovo calcio con il Genk – campione del Belgio fino al quarto minuto di recupero dell’ultima giornata di campionato – che affronterà l’Adana Demispor, arrivata quarta con la guida di Vincenzo Montella. Sempre in Turchia si giocherà un’altra sfida che potrebbe essere giocata in competizioni ben più importanti, quella tra Fenerbahce e Twente. Non si sono mai incontrate in Europa Hearts e Paok Salonicco, eppure sono altre due squadre che raccontano storie che hanno attraversato generazioni. Stesse sensazioni per Levski Sofia-Francoforte, altro richiamo della vecchia Coppa Uefa.

Partita da ultima spiaggia invece per un’altra decaduta: con una Coppa delle Fiere nel suo palmares, il Ferencváros - eliminato nei preliminari di Champions League dai faroesi del KÍ Klaksvík - deve salvare la faccia contro i lituani del Zalgiris.

Insomma, la Conference non è una coppetta: l’ampia presenza delle squadre di federazioni meno nobili non ha tolto alcun valore a chi arriva in fondo e, alla fine, anche questa edizione regalerà all’albo d’oro un’altra vincitrice che resterà nella storia. “Ma una volta era diverso, erano competizioni più selettive”, diranno i più critici. Invece eravamo solo noi ad essere diversi.

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