Dopo il calcio ora ci sono tennis e padel nel mirino arabo

L’invasione araba nel mondo dello sport non si ferma. Non solo il calcio, Arabia Saudita e Qatar puntano infatti anche altrove, dal tennis al golf, nelle strategie che proseguono per allargare la propria sfera di influenza nel mondo sportivo. Come se non bastassero le super offerte per calciatori e allenatori (vedi Roberto Mancini), l’Arabia Saudita nei giorni scorsi si è anche aggiudicata l’organizzazione delle Next Gen Atp Finals, il torneo di fine stagione riservato ai migliori giovani tennisti a livello internazionale che negli ultimi anni era stato disputato in Italia tra Torino e Milano. Il segreto? Anche una offerta super per il montepremi, con oltre 2 milioni di dollari in palio per ogni singola edizione che si svolgerà a Gedda tra il 2023 e il 2027.

Un torneo che si aggiunge ai corposi investimenti sauditi nello sport, con il fondo sovrano Pif principale protagonista tra calcio, golf (con la fusione tra la lega saudita Liv Golf e il Pga Tour), boxe (tra gli altri ha portato in Arabia Saudita il match tra Andy Ruiz e Anthony Joshua nel 2019) e Formula 1 (Aramco, una delle principali controllate di Pif, è uno dei sei principali sponsor della F1 e anche del team Aston Martin). D’altronde, dal 2020 a oggi gli investimenti nello sport sono stati pari a oltre 44 miliardi per i sauditi, nella strategia al centro della Saudi Vision 2030 che ha come obiettivo quello di far diventare l’Arabia Saudita uno dei principali paesi a livello sportivo.

Non che i vicini del Qatar siano meno protagonisti: il Qatar Sports Investments (Qsi), il fondo qatariota proprietario del Paris Saint-Germain, continua a puntare sullo sport. In particolare sul padel, visto che nei giorni scorsi ha acquistato l’intero circuito mondiale (World padel tour), unificando quello che erano due circuiti internazionali (Premier Padel e Wpt).