A Monza si ragiona già della Formula 1 del futuro. Che tornerà a fare rumore
Prima del Gran premio d'Italia di domenica, il ceo di Liberty media, Stefano Domenicali, ha parlato delle sfide che il circus dovrà affrontare. A partire dal futuro dell'autodromo lombardo. Intanto Lewis Hamilton rinnova con la Mercedes
La Formula 1 del futuro tornerà a fare rumore. È quello che vogliono i tifosi. Stefano Domenicali sceglie il Gran premio di casa sua, la pista in mezzo a un parco martoriato dalla tempesta di qualche settimana fa, per gettare lo sguardo al domani di un campionato che, seppure scontato, continua a collezionare autodromi tutti esauriti in giro per il mondo. Anche qui a Monza domenica arriveranno più di centomila spettatori, mancherà solo Brad Pitt, fermato dallo sciopero degli attori americani. Il suo film sulla Formula 1 continuerà le sue riprese anche qui, comunque. Il tempio della velocità non poteva mancare in un copione hollywoodiano. Qui si è scritta la storia della Formula 1. Ma la storia non basta per garantirsi il futuro. Stefano Domenicali, il ceo di Liberty media, lo ripete una volta per tutte: “Prima di tutto voglio ringraziare gli organizzatori perché basta girare per il Parco e vedere quanti cerotti hanno dovuto mettere. Hanno lavorato senza sosta per tutto agosto per riparare i danni del nubifragio. È quasi un miracolo essere qui. Ma adesso dobbiamo ragionare sul futuro. Ci hanno promesso che appena finirà il Gran premio cominceranno i lavori per rimodernare la struttura…”. Lo hanno promesso tutti, anche i politici. Ma la situazione è complicata. C’è una concessione in scadenza e Aci non ha la certezza matematica di poter gestire l’Autodromo Nazionale anche oltre il 2028. Il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani ha detto in più occasioni che bisogna poter programmare per ottenere il rinnovo del contratto con la Formula 1. Domenicali risponde che: “Non potremo aspettare oltre l’anno prossimo. Ma vogliamo anche capire quale futuro riserverà l’Italia alla Formula 1. Per adesso abbiamo due Gran premi, uno a Imola e l’altro qui a Monza. Dobbiamo capire se l’Italia vuole investire sul motorsport e tenere due gare, oppure se prevarranno altre scelte”. Un futuro incerto. L’Italia resterà in calendario, ma non è certa la permanenza di due appuntamenti anche se Domenicali che a Imola è nato, ma a Monza ha la casa di famiglia ribadisce che la concorrenza è sempre maggiore. Suggerisce anche di guardarsi in giro, di vedere che cosa fanno certi paesi, come l’Olanda per esempio, per intrattenere il pubblico.
“Il dominio di Max non ha fatto calare l’interesse in giro per mondo. Alla gente piacciono i campioni che fanno la storia e dobbiamo riconoscere quello che sta facendo. A me piacerebbe un campionato incerto come quello del 2021, magari senza la polemica finale. Ma il dominio di Max non ha influito sull’interesse. In Italia è diverso, anche per questo mi auguro che la Ferrari possa tornare competitiva. Io credo che l’anno prossimo qualcosa potrebbe cambiare, ma no, non pensiamo al balance of performance usato in altre categorie del motorsport per riequilibrare, credo ci si possa arrivare con lo sviluppo delle vetture”.
Stefano Domenicali guarda anche al futuro. Benedice Hamilton che ha rinnovato per altri due anni (“ha dato tanto alla Formula 1 portandola anche in nuovi mondi. Ha un sogno, l’ottavo titolo”), ma poi va oltre. Pensa a una Formula 1 che possa montare dei parafanghi per aumentare la visibilità dei piloti in caso di pioggia (sempre più frequente), magari qualche marchingegno che si possa montare e smontare. Ma soprattutto assicura: “Quello che ho chiesto è che le auto tornino a far rumore, che ritorni il sound dei motori. Ce lo chiedono i tifosi in giro per il mondo. Sia giovani che vecchi. Il rumore che qualche anno fa era guardato con sospetto, oggi è ancora desiderato. Chissà magari si tornerà solo ai motori termici… macchine più leggere, magari anche più piccole”. Una bella notizia. Così come la fuga dall’elettrico: “Noi siamo convinti che l’investimento sui bio carburanti sia la strada giusta per tutta la mobilità. Non possiamo pensare che tutti, auto, camion, navi, aerei viaggino ad energia elettrica fin che dovremmo produrre energia come lo facciamo oggi”.
Un futuro rumoroso in tutti i sensi. Intanto godiamoci Monza.