Paltrinieri, il nuoto e la riscoperta del mare
Negli ultimi anni stiamo assistendo, da parte del mondo del nuoto, a una “riscoperta” delle cosiddette acque libere. E l'atleta italiano è stato uno dei primi a compiere il passaggio dalla piscina alle onde
Il nuoto, per definizione, è nato in mare. “Le antiche saghe dei paesi germanici raccontano di società nelle quali il nuoto era un esercizio comune, godimento di uomini e donne che si immergevano per diletto nei fiumi e nei fiordi, mentre gli eroi si tuffavano nelle cascate o scandagliavano i laghi più profondi all’inseguimento dei mostri”, scrive Charles Sprawson in quella meravigliosa ode all’acqua e all’azzurro, fin dal colore della copertina Adelphi, che è “L’ombra del Massaggiatore Nero”. Le quattro gare della prima edizione dei Giochi olimpici moderni, Atene 1896, si svolsero in mare, nei pressi del Pireo, e l’acqua era gelida e inospitale, con una temperatura di 13 gradi e le onde che arrivavano fino a quattro metri d’altezza.
Negli ultimi anni stiamo assistendo, da parte del mondo del nuoto, a una “riscoperta” del mare. Molti meriti li ha un italiano, Gregorio Paltrinieri, che nel 2017, campione olimpico dei 1500 metri stile libero in piscina, decise di allargare i propri orizzonti e i proprio obiettivi alle gare in acque libere. Ha cambiato allenatore (da Stefano Morini a Fabrizio Antonelli), ha vinto (tra molte cose, l’oro mondiale nella 10 chilometri nel 2022) ma soprattutto si sente più vivo. “Sono certo che il nuoto di fondo nei prossimi anni diventerà come la maratona: uno sport di massa, sempre più gente lo scoprirà anche perché risveglia tematiche che oggi non si possono ignorare, l’ambiente, la lotta all’inquinamento, il rispetto per l’acqua”, ha detto l’estate scorsa alla Stampa.
Sabato e domenica, nel golfo di Mondello, si svolgerà la quarta e ultima tappa dell’evento “Dominate The Water”, un circuito di gare in acque libere ideato proprio da Paltrinieri. “Il rispetto della natura è uno dei valori fondamentali dello sport e noi tutti come esseri umani dobbiamo rispettare quello che ci circonda”, racconta. “Da quando nuoto in mare, sento ancora di più il senso del rispetto per l’ambiente. Tutte le tappe scelte per il tour hanno qualcosa di speciale e Mondello, tappa finale, è una cornice ideale grazie ai colori del suo golfo e alla macchia mediterranea che lo circonda”.
Paltrinieri non è solo. Il suo più grande avversario, prima in vasca e poi in mare, il tedesco Florian Wellbrock, campione olimpico e mondiale in carica della 10 chilometri, una volta ha detto al sito ufficiale delle Olimpiadi: “Negli ultimi due chilometri il nuoto di fondo diventa come un film d’azione”. Secondo il suo migliore amico, Domenico Acerenza, con cui Paltrinieri ha vinto la medaglia d’oro nella staffetta mista agli ultimi Mondiali, “il mare ti dà altre sensazioni. Spesso lo paragono alla sensazione di volare, perché in mare ti senti molto più libero. È un po’ come immaginarsi il mondo capovolto: ti senti come un uccello che vola, solo dall’altra parte rispetto al cielo”. Federico Burdisso, bronzo a Tokyo 2021 nei 200 farfalla, un mese fa si è cimentato nei 36 chilometri della Capri-Napoli per fare un’esperienza di vita e ne è uscito talmente entusiasta da decidere di cambiare allenatore, da Claudio Rossetto a Fabrizio Antonelli, proprio lo stesso di Paltrinieri.
Il nuoto in acque libere piace agli atleti perché, a differenza delle gare in piscina, aggiunge un elemento in più: quello della strategia. Inoltre riporta il nuoto alla sua dimensione ancestrale e sensibilizza su una questione molto attuale, l’inquinamento dell’ambiente. Le tv lavorano per renderlo ancora più mediatico, e dall’anno scorso nelle gare internazionali sono state eliminate le 25 chilometri, considerate troppo “lente”, ma sapete qual è lo sport che ha avuto i migliori ascolti sulla Rai durante gli Europei di Roma del 2022? Il nuoto in acque libere: esatto.