Ligue 1
Cosa c'è dietro al grande momento del Nizza di Francesco Farioli
I rossoneri sono primi nella Ligue 1 davanti a Paris Saint-Germain e Monaco. I meriti dell'allenatore italiano, tecnico meno monolitico di come lo si sta raccontando in queste settimane, e di una società capace di trasportare nel calcio l'insegnamento la rivoluzione del Team Sky nel ciclismo
L’uomo più ricco del Regno Unito non ama disperdere le proprie risorse. Sir Jim Ratcliffe, l’uomo che sta dietro al colosso petrolchimico Ineos, conosce bene l’importanza dello sport come veicolo delle proprie attività: dalla Formula 1 al ciclismo, dalla vela al calcio. L’avventura calcistica di Ratcliffe, che i ben informati ora vogliono prossima allo sbarco a Manchester, sponda United, è di base a Nizza, club acquistato nell’agosto 2019. Dietro al boom dell’attuale capolista della Ligue 1, dunque, non c’è solo Francesco Farioli, il tecnico italiano che in estate è stato scelto dal board per quella che doveva essere una rifondazione sul medio periodo e invece si sta rivelando un investimento estremamente fruttuoso anche sul breve.
La storia di Farioli è certamente interessante: un passato praticamente nullo da calciatore, l’ingresso nello staff di Roberto De Zerbi come preparatore dei portieri, quindi le due ottime parentesi in Turchia tra Karagumruk e Alanyaspor. Ma è l’intera filosofia del Nizza a essere profondamente cambiata. Dopo la ricerca di nomi altisonanti, in campo e in panchina, già dall’estate del 2022 la rotta intrapresa è stata modificata: Ineos ha chiesto e ottenuto di razionalizzare un monte ingaggi che era stato appesantito da profili ingombranti e di rendimento discutibile (da Ramsey a Schmeichel, da Barkley a Pepé) per virare su giocatori più giovani e funzionali alle idee di calcio di Farioli, tecnico meno monolitico di come lo si sta raccontando in queste settimane, e di Florent Ghisolfi, il direttore sportivo, giovanissimo (classe 1985), che ha alle spalle anche un passato da allenatore, avendo operato da vice sia al Reims, sia al Lorient. I due hanno iniziato a lavorare fianco a fianco, dopo un primo colloquio, quello che ha poi spalancato a Farioli le porte del Nizza, durato circa sei ore. Ad ascoltare i piani del semisconosciuto Farioli, oltre a Ghisolfi, anche Sir Dave Brailsford, un fedelissimo di Ratcliffe, direttore del ramo sportivo di Ineos dopo essere stato l’architetto dell’esplosione del ciclismo britannico a livello olimpico (e non solo) e dell’allora Team Sky.
Ghisolfi ha parlato spesso dell’importanza del recruiting, dello staff di prima squadra e giovanili, di un concetto di grande squadra più che dei singoli giocatori: una sorta di trasposizione nel mondo del calcio della teoria dei marginal gains cara a Brailsford. Lavorare sui piccoli dettagli per ottenere grandi guadagni in termini prestazionali: “Più competenze abbiamo all’interno del nostro club, maggiori saranno le possibilità di raggiungere il successo”, ha detto Ghisolfi, che non a caso non ha lasciato andare il tecnico ad interim che aveva terminato la stagione alla guida della prima squadra, Didier Digard, affidandogli il ruolo di allenatore della squadra Under 21. “Il suo è stato un grande lavoro, adesso sta per prendere il patentino e penso sia l’uomo perfetto per sviluppare i nostri giovani: la nostra idea è che lavori con Francesco per sviluppare quei ragazzi che vengono aggregati in prima squadra anche senza giocare. La nostra squadra riserve è in Regionale 1: è un’ottima opportunità per la crescita dei ragazzi”, raccontava a inizio stagione, quando ancora in Francia ci si interrogava sull’opportunità di non proseguire con Digard, autore di una buonissima seconda parte di stagione, per puntare su Farioli.
Il tecnico italiano l’ha spuntata non solo per il suo profilo tecnico, ma anche alla luce dell’analisi sulla sua personalità e su come questa gli avrebbe consentito di calarsi al meglio nella realtà Nizza. Il suo dna calcistico ha poi fatto il resto: “Cercavamo un allenatore capace di proporre un calcio d’attacco basato sul controllo del gioco”. Numeri alla mano, invece, il Nizza è una squadra che ha blindato la porta (4 gol subiti) e segnato il minimo indispensabile, 11 reti in 10 partite. Un bilancio da 6 vittorie e 4 pareggi in 10 giornate: davanti a tutti, anche ai milioni del Paris Saint-Germain. Se necessario, la squadra di Farioli lascia il possesso agli avversari, soprattutto quando capisce di avere un gap qualitativo: è stato il caso delle sfide con Psg, Monaco e Lille, tutte nella top 5 del campionato. Un mix di fattori, dunque, e non solo un uomo solo, per quanto bravo e destinato a una carriera di grande successo, al comando.
Il Foglio sportivo - In corpore sano