Il Foglio sportivo
C'è spazio per il grande nuoto a Milano?
Al Bocconi sport center c'è la Swimmicup sprint. E tra gli atleti spunta Matteo Rivolta, lo specialista di vasca corta
A un mese dagli Europei in vasca corta, che si svolgeranno dal 5 al 10 dicembre a Otopeni, in Romania, il nuoto torna a Milano. Oggi e domani, nella piscina Aquamore Bocconi Sport Center, è in programma la Swimmicup Sprint Edition nella vasca da 25 metri. Tra gli atleti della Nazionale italiana saranno al via Matteo Rivolta, uno specialista della vasca corta, medaglia d’oro mondiale nei 100 farfalla nel 2021, e Anna Pirovano, fresca vincitrice dei 200 misti al Trofeo Nazionale Città di Firenze dello scorso fine settimana. “La Swimmicup nasce per riportare il grande nuoto in città dopo l’esperienza del Trofeo Città di Milano. Non a caso, molti di noi vengono da quell’esperienza”, dicono dal comitato organizzatore. “Stiamo cercando di inserire ogni anno nuovi format. Oltre alla Sprint Edition nei prossimi mesi ci saranno la Night Edition, che si disputerà in primavera in vasca lunga, la X-Master Edition per i nuotatori master, la Hero Edition per i più piccoli e un format a squadre, la novità di questa stagione”.
La piscina Aquamore Bocconi Sport Center è stata inaugurata nel settembre 2021 ed è stata costruita dalla stessa azienda che ha realizzato le piscine delle ultime Olimpiadi. Ha ospitato anche alcune partite della Pro Recco nella Champions League di pallanuoto. È considerata da diverse fonti la struttura al coperto più bella di Milano, se non d’Italia, ed è omologata per le attività federali e internazionali di nuoto, pallanuoto e nuoto di salvamento. Ha però un limite: la capienza. “Oggi la tribuna può ospitare fino a 500 persone, perché è una piscina che deve funzionare 365 giorni all’anno ed è chiaro che non possiamo permetterci un volume da 10mila posti, perché poi bisogna gestirla nel quotidiano”, spiega Matteo Melzi di Bocconi Sport Center. “È un impianto definitivo che non è pensato per i Mondiali, però qualcosa di carino lo si può organizzare”.
A Milano non ci sono mai stati Mondiali o Europei di nuoto, e gli ultimi Campionati italiani assoluti risalgono al 1978, 45 anni fa. Esistono anche motivazioni logistiche per cui da tempo le gare nazionali si svolgono in una città più piccola come Riccione, più comoda per accogliere i mezzi di trasporto delle società di tutta Italia e più economica per il pernottamento, ma la questione di fondo è la mancanza di uno stadio del nuoto in cui ospitare un grande evento, fosse anche una tantum.
“Il movimento del nuoto in Italia è un movimento molto importante, che il nostro presidente nazionale evidenzia avere oltre cinque milioni e mezzo di praticanti”, dice Marco Del Bianco, presidente della Federnuoto regionale. “Nel momento in cui anche solo un praticante occasionale vive, assiste e partecipa emotivamente a un evento internazionale, si lega ancor di più a quella disciplina. Mi immagino la ricaduta sulla pratica sportiva e sull’attenzione e la voglia di vivere le piscine. Pensiamo anche ai giovani: noi come enti abbiamo anche la responsabilità di costruire un ruolo sociale per lo sport. Il fatto di tenere dei ragazzi a fare attività sportiva significa evitare che facciano altro o non facciano niente. E poi ci sarebbe anche un traino turistico, perché un evento che dura più giorni permetterebbe di collegare al biglietto una serie di iniziative turistiche e culturali che valorizzano il territorio”.
L’assessore allo Sport del Comune di Milano, Martina Riva, è un’ex nuotatrice. Ha iniziato a nuotare a sei mesi e ha smesso a 20 anni, faceva agonismo ed era specializzata nel fondo, in vasca e in acque libere. “Non ero la nuova Pellegrini”, ricorda, “anzi, però la mia era una vera passione, nuoto ancora, mi faccio i miei cinque chilometri quando riesco, la domenica”. Milano era tra le città candidate a ospitare una tappa dell’International Swimming League (la lega professionistica fondata dal miliardario ucraino Konstantin Grigorishin) all’Allianz Cloud, l’ex Palalido, ma poi l’edizione di quell’anno fu cancellata a causa dell’invasione russa in Ucraina. “Senza una piscina già esistente”, spiega l’assessore, “montarne una temporanea all’Allianz Cloud, in Fiera o al nuovo PalaItalia, che verrà costruito per le Olimpiadi invernali del 2026, costa circa un milione e mezzo di euro”.