a canestro
La rivincita cestistica di Alessandro Gentile
A 31 anni appena compiuti, l’ex promessa della Nazionale è un uomo e un giocatore nuovo. Dice di non avere conti aperti col passato: difficile credergli, guardando l’exploit di domenica contro la sua vecchia Olimpia Milano
In area solo maglie rosse. Alessandro Gentile si butta come un treno, segna e subisce fallo. È il primo squillo di una prestazione fuori programma. Quarto dopo quarto, l’ex di turno trascina la sorpresa Scafati contro la corazzata Milano. E quando nell’ultimo Nikola Mirotic – l’Mvp dell’Eurolega 2022 – riesce finalmente a batterlo in uno contro uno, Ale gli ridà pan per focaccia. Canestro in sospensione, assist per la tripla di Robinson, altra penetrazione vincente: +9 Scafati a un minuto dalla fine e partita in ghiaccio. La squadra di coach Messina raccoglie i cocci dell’ennesimo passo falso stagionale. Ma se in Campania si arriva a festeggiare un successo storico – la vittoria sull’Olimpia mancava dal 2007 –, gran parte del merito è di un Gentile redivivo. Il migliore degli ultimi anni, nel giorno del suo 31esimo compleanno: 15 punti col 60 per cento dal campo, 8 rimbalzi, 2 assist e 17 di valutazione. “Voglio dimostrare di essere vivo”, diceva lui ad agosto, presentandosi con la nuova maglia. Ha già fatto molto di più.
Gentile ne ha, finché gioca, di sassolini da togliersi dalle scarpe. Va riavvolto il nastro a un decennio fa. Avvio di carriera folgorante, l’etichetta del predestinato, i riflettori del Forum. Milano lo adotta come campione del futuro e simbolo della ripartenza societaria: nel 2014, il capitano di uno scudetto atteso per diciott’anni è Alessandro. Con il numero 5 che fu di papà Ferdinando, l’Olimpia e la Nazionale nelle sue mani. È lui il quarto violino designato, negli Azzurri a trazione Bargnani-Belinelli-Gallinari. È su di lui che l’America ha già messo gli occhi: ala piccola tecnica e dinamica, con doti da leader e voglia di spaccare il parquet. Il tricolore arriva poche ore dopo l’attesissimo Draft Nba. Gentile viene scelto dai Minnesota Timberwolves, che lo girano subito a Houston per 1,5 milioni di dollari. Sembra il trampolino dei sogni, è il primo anello di una spirale che inizia a scendere inesorabile.
Perché Gentile aspetta. Risponde sul campo ai primi guai fisici. Poi inizia a giocare meno e peggio. E la chiamata dell’Nba non arriverà mai. Lui manifesta il suo disappunto. L’Olimpia e l’Italia lo scaricano senza troppi complimenti. A 25 anni lascia Milano per farvi ritorno solo da avversario. Ma da Atene a Bologna, da Madrid a Trento – è pur sempre un signor cammino tra i professionisti –, il fuoriclasse si trasforma in cestista ordinario. Poi, a Varese nel tardo 2021, le parole più forti al Corriere della Sera: “Soffro di depressione. Ho questo disagio da tempo, l’ho tenuto nascosto fino a quando non ne potevo più. La salute mentale è fondamentale, ma spesso sottovalutata: ora voglio aiutare chi ha disturbi simili e fatica a raccontarli”. Si potrebbero considerare mille fattori – la pressione ambientale, le aspettative alle stelle non rispettate – ma soltanto Alessandro sa quel che ha passato. Pochi mesi più tardi cade da un balcone pericolante, durante una vacanza in Spagna: “Sono vivo per miracolo”. E per volontà sua, lì Gentile è ripartito davvero.
Scende in Serie A2 con la canotta di Udine, soprattutto diventa padre e torna “ad apprezzare in pieno” ciò che lo circonda. Ma il talento non l’aveva mai abbandonato, la categoria gli sta stretta. E quest’estate Scafati, fresca di salvezza al fotofinish, lo vuole al centro del progetto. “Voglio tornare a vincere e sogno l’Eurolega”, si sfoga lui. “Nel basket spesso non esiste la riconoscenza, ma qui mi sento importante: non cerco riscatto, né rifugio come i panda”. Ditelo all’Olimpia, oggi.