ciclismo
Viaggio tra le strade tosco-romagnole del Tour de France 2024
Già nel corso della prima tappa, che parte da Firenze e arriva a Rimini, della Grande Boucle ci potrebbe essere lo scontro tra gli uomini che vorrebbero la maglia gialla. Ecco i problemi che dovranno essere risolti per goderci una grande giornata di ciclismo
Per la prima volta nella sua storia, il Tour de France inizia con più di 3.800 metri di dislivello. La notizia non è solo altimetrica, la Grande Boucle nel 2024 partirà da Firenze, nelle strade che hanno reso grandi Gino Bartali, vincitore della grande corsa a tappe nel 1938 e nel 1948, e Gastone Nencini, sul gradino più alto del podio nel 1960.
Quel legame tra Firenze e la Romagna
Il percorso della prima tappa tra Firenze e Rimini non sarà banale, i colli appenninici saranno probabilmente lo scenario di un’immediata e impegnativa battaglia tra i contendenti alla maglia gialla. Una sfida che vedrà protagoniste strade lontane dai percorsi di chi viaggia tra la Toscana e Rimini: è rimasta la ferrovia Faentina per i locali, ma sono lontani gli anni Sessanta con le code sulle strade statali. La motorizzazione di massa ha portato le auto sulle più veloci autostrade ma i collegamenti storici con quella che fu la Romagna toscana hanno fatto la storia di queste terre.
Non sappiamo se i francesi abbiano voluto rendere omaggio anche a questo collegamento, ma il percorso che affronteranno i ciclisti sono l’asse del rapporto profondo tra la città natia di Dante e quella del suo esilio. Ancora oggi la strada statale 67 Tosco-Romagnola collega Pisa con Marina di Ravenna, 232 km il cui culmine è rappresentato dal Passo del Muraglione. La corsa lo eviterà a favore di un’altra stradale che fu nobile, la ex strada statale 9 ter del Rabbi (SS 9 ter), dal 2001 strada provinciale 3 nel tratto forlivese e strada provinciale 9 ter in quello fiorentino: un susseguirsi di curve che si snoda attraverso i comuni della valle del Rabbi (Predappio e Premilcuore) prima di immettersi nella strada statale 67 nel comune di San Godenzo, in località Cavallino.
Lo sconosciuto Valico Tre Faggi
Parliamo di una strada anonima che non ha un gran traffico, basti pensare che il Valico Tre Faggi è appena annunciato dalla segnaletica, su sfondo blu, come se non fosse altro che un mero riferimento topografico. Non sarà così a giugno, quel passo - noto solo ai cacciatori e agli appassionati di geografia - sarà il primo Gran premio della montagna del Tour 2024 e vedrà, forse per la prima volta della sua storia, una volata tra chi vorrà intestarsi la sua conquista. Una sorta di risarcimento per l’ex statale 9 ter del Rabbi che, nei mesi scorsi, ha sofferto i danni dell’alluvione che ha colpito la Romagna nello scorso maggio. Le ferite del quieto (ma feroce) torrente Rabbi sono ancora presenti, una specie di contraltare all’entusiasmo con cui già oggi Premilcuore accoglie la corsa francese.
I lavori (attesi) per una strada che diventerà famosa
Non mancano le preoccupazioni sul fatto che l’asfalto e i cantieri in corso non siano pronti per la prima tappa. In realtà non è tutto fermo, anzi. Già a marzo, nella programmazione dei lavori stradali per l’anno 2023, erano stati previsti circa 240 mila euro di manutenzione straordinaria sulla Sp3 da Premilcuore al confine con la Regione Toscana e 100 mila euro per intervenire sul ponte di confine con la Città metropolitana di Firenze. “Nel 2024 la prima tappa del Tour de France attraverserà i nostri Appennini, nel programmare le manutenzioni stiamo tenendo conto anche di questo. È uno sforzo consistente, ma il passaggio del Tour sarà una grande vetrina per il nostro turismo”, furono le parole del presidente della provincia di Forlì.
La sensazione è proprio questa. Queste strade ignote e silenziose, dove si contano le auto che passano in un’ora sulle dita di una mano, presto si riempiranno di ciclisti che – salendo sulle rampe del Muraglione da San Godenzo – cercheranno il Tre Faggi per raggiungere Premilcuore e da lì Strada di San Zeno per arrivare a Santa Sofia e a San Piero in Bagno. Paesi che facevano parte del circondario di Rocca San Casciano anche quando - assieme al Regno d’Italia - nacque la Provincia di Firenze, una formula gentile per dire che burocraticamente erano sì fiorentine ma con sangue romagnolo. Nel 1923 arrivò la riforma dei confini provinciali voluta dal governo Mussolini, ma non importa: il Tour de France farà rinascere un rapporto che non si è mai interrotto.