Euro 2024
L'Italia avrà la sua estate pallonara, con polemica annessa
È stato più intenso il tocco di Cristante o il lasciarsi cadere di Mudryk? La Nazionale si qualifica agli Europei grazie a uno zero a zero contro l'Ucraina e molte discussioni sull'arbitraggio
Zero a zero. È bastato questo risultato alla Nazionale italiana di calcio contro quella ucraina per qualificarsi all’Europeo del 2024. È bastato il minimo sindacale, ciò che non poteva non essere portato a casa.
Zero a zero. Sarà pure il risultato perfetto di una partita perfetta, come diceva Gianni Brera, ma alla BayArena mica tanto. A Brera piaceva il calcio difensivo e difensivista, ora va di una gran moda giocare all’attacco. È tutto un parlare di attaccare e mai di difendere, di spazi creati e immaginati, di giochi offensivi e mirabolanti creazioni e novità tattiche che poi ci si dimentica che un esterno di attacco non dovrebbe entrare in area con il pallone e che ci dovrebbe essere sempre un centrocampista a prendere in consegna l’avversario che taglia il campo per ricevere il pallone nei pressi del dischetto del rigore.
A saperlo prima che andava così, che l’attacco non bastava, uno avrebbe ripassato l’abc della fu marcatura. E invece fortuna che l’arbitro Gil Manzano non si è accorto o non ha voluto accorgersi di nulla. L’intervento di Bryan Cristante su Mychajlo Mudryk non era falloso, ha prima detto l’arbitro per poi trovare le conferme al Var. Alla fine c’ha ragione l’ex arbitro Gianpaolo Calvarese: salvo pochi casi e molto evidenti al Var uno continua a vederci quello che pensa di aver visto.
Otto mesi di partite di qualificazione agli Europei, due commissari tecnici, tanti proclami di gioco “propositivo” – chissà poi che proposta avevano e hanno Mancini e Spalletti da offrire a tutti, quali proposte concrete – e poi tutto in fondo decade in un piede che tocca un altro piede e un ginocchio che tocca un altro ginocchio, quello di Cristante contro quello di Mudryk. E per giunta nella area di rigore dove staziona Gigio Donnarumma.
E così tra proclami offensivi e dimenticanze difensive, tra fasce laterali piene e reti vuote, l’Italia si trova a parlare di Europei conquistati e, soprattutto, di appassionanti inezie, quelle che però riempiono, e con gusto, i discorsi dei tifosi: ossia se è stato più intenso il tocco di Cristante o il lasciarsi andare a terra di Mudryk. E forse non poteva che andare che così, perché in fondo è questo che ci è sempre piaciuto del calcio: essere motivo di polemica in un paese di polemiche.
L’Italia avrà la sua estate calcistica. Dal 14 giugno al 14 luglio, se tutto andrà bene per più di tre partite, avremo il nostro posto sul divano, la nostra sedia al bar o il nostro metro quadro in piazza e qualche nuovo ricordo, chissà se felice o triste, tinto d’azzurro. Non chiedevamo altro. Ed è già qualcosa visto come è andato per gli ultimi due Mondiali.
Nel frattempo rimane la sicurezza di un posto agli Europei e la consapevolezza che sabato 2 dicembre alle ore 18 l’Italia sarà o in terza o in quarta fascia, quella che una volta pensavamo fosse destinata soltanto alle nazionali scarse, ma che ora non lo pensiamo più perché ci sono gli Azzurri. E allora ci si appellerà al fato, sperando che non sia troppo severo con noi, che ci escluda dal cosiddetto "girone di ferro" che ogni manifestazione internazionale concede, non capendo che per arrivare in finale serve vincerle le partite e non sperare soltanto che quelle forti si eliminino tra loro e che il sorteggio è un'inutile patimento che anticipa quelli futuri.
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