Il Foglio sportivo
Velasco ha già diviso il mondo del volley
Chiamato a salvare le Azzurre, ha scatenato le polemiche di Busto Arsizio, Monza e Lega femminile
Non si è ancora seduto sulla panchina della Nazionale femminile – il suo contratto partirà il primo gennaio – che Julio Velasco è tornato a dividere il mondo della pallavolo. Il nuovo commissario tecnico azzurro ha il delicatissimo compito di portare le ragazze a qualificarsi per i Giochi olimpici di Parigi 2024 e poi l’ambizioso obiettivo di tornare a casa con la prima medaglia della storia del volley femminile. Lui è motivatissimo, chiede all’ambiente di non creare eccessive aspettative e alle giocatrici disponibilità incondizionata. Ma la sua avventura è cominciata tra le polemiche. Altro che governo di unità nazionale per il bene del paese. Sotto accusa sono i tempi e i modi del suo insediamento sulla panchina azzurra. Facciamo un passo indietro. Julio Velasco il primo settembre lascia la Fipav, dove era stato per tre anni il direttore tecnico del settore giovanile maschile, per andare ad allenare un club femminile di A1: Busto Arsizio. A 71 anni il vate Julio, non avendo nessuna intenzione di andare in pensione – “mi spaventa solo quella” dirà il giorno del suo insediamento – sentiva che una nuova sfida lo stava solleticando: allenare le donne. Però, nonostante il caso Mazzanti non fosse ancora scoppiato, alla firma del contratto con Busto aveva fatto inserire una clausola di rescissione in caso di chiamata azzurra. Si sa mai. Sesto senso? Slancio di gratitudine? Nessuno può dirlo. Però quando il presidente federale Giuseppe Manfredi gli ha chiesto di tornare lui è tornato. Quindi poteva farlo.
“La clausola che gli avrebbe permesso di allenare la Nazionale c’era – conferma il presidente di Busto Giuseppe Pirola – ma la questione gravissima è che doveva terminare la stagione, lo aveva promesso alle ragazze. Stiamo parlando di fine marzo o appena avessimo raggiunto la certezza matematica della salvezza. Invece Velasco ha mancato di rispetto a una società che ha 53 anni di storia. Non è mai successo che la Federazione togliesse un allenatore a una sua consociata”. Ci si poteva accordare per un democristiano inizio di primo aprile? Si poteva, come in passato è successo a Blengini e Mazzanti, ma Velasco di democristiano non ha niente. E lo motiva: “Di solito l’Olimpiade arriva alla fine del percorso, noi invece iniziamo con i Giochi e il tempo è poco, dobbiamo darci da fare. La situazione venutasi a creare con Busto non è stata delle più facili ma quando chiama la Nazionale bisogna fermarsi e io mi sono dimesso”. Forse sarebbe finita lì, con Busto parte lesa e il tempo a dimenticare la vicenda se in questo scenario non si fosse aggiunta anche la Lega pallavolo femminile. Prima aveva provato a far valere la propria voce su un argomento che però è di esclusiva competenza della Fipav, il doppio incarico, poi a margine della conferenza stampa di presentazione di Velasco in cui è stato ufficializzato lo staff azzurro, la frattura si è definitivamente compiuta. Il motivo? Ad affiancare Velasco in panchina ci saranno Massimo Barbolini, tecnico di Scandicci a fargli da secondo e Lorenzo Bernardi, tecnico di Novara come assistente. Il pensiero del presidente di Lega Mauro Fabris è chiarissimo: “Siamo a stagione avviata. Atlete e staff sono stati composti tenendo conto di mille equilibri.
E invece, dal divieto federale al doppio incarico di allenatore di club e Nazionale, da noi mai condiviso, siamo passati al raddoppio del doppio incarico. Si devono rispettare il lavoro, gli investimenti, i progetti delle nostre società e preservare la regolarità del campionato”. Non proprio un inizio accomodante. Chi altro non risparmia critiche al modo in cui è stato gestito l’affare Velasco è la presidente di Milano Alessandra Marzari. Il suo allenatore, Marco Gaspari (che guida Egonu, Orro e Sylla nel club) era stato contattato da Velasco per completare la triade di allenatori al suo fianco, ma la benedizione della Marzari non c’è stata. “Quando mi è stato chiesto un parere io ho detto che avevo bisogno di tempo per valutare il progetto, invece volevano una risposta immediata, tutto e subito. Io penso che un coinvolgimento degli allenatori sotto contratto sia molto distraente per loro. Poi, nonostante l’unanimità di vedute che come Lega abbiamo preso a riguardo, personalmente sono contraria al doppio incarico.
E Velasco ha annunciato il mio preparatore atletico della squadra maschile che è sotto contratto fino al 2024”. Marzari non condivide neanche le parole che il nuovo commissario tecnico ha pronunciato alla conferenza stampa di insediamento: “Mi auspicavo che Velasco tenesse conto della disastrosa esperienza estiva delle atlete, la durezza che ha avuto non è detto che sia il modo giusto per approcciarsi a loro. Mi aspetto una collaborazione costante durante l’annata sportiva con i club e gli staff che hanno in carico le giocatrici di interesse nazionale, ma in questa organizzazione la vedo difficile”. Velasco raccoglierà l’invito?