a malaga
Sinner porta gli azzurri sul tetto del mondo: l'Italia vince la seconda Coppa Davis della sua storia
Gli azzurri bissano il successo del 1976: determinante la vittoria finale di Sinner su De Minaur. Prima di lui aveva vinto anche Arnaldi. E' l'apertura di un ciclo di successi?
Corsi e ricorsi storici: nello stesso anno in cui Jannik Sinner bissa il numero quattro al mondo di Adriano Panatta, come quest'ultimo si porta a casa la Coppa Davis. E' la seconda della storia dell'Italia, visto che l'unico precedente era proprio quello del 1976, quando Panatta, Barazzuti & Co. si portarono a casa la coppa dopo la vittoria in Cile. Dopo aver superato Paesi bassi e Serbia, gli azzurri si trovavano di fronte l'Australia di mister Leyton Hewitt. Una nazione che nel palmares aveva 28 Coppe Davis, con una squadra arrivata per il secondo anno di fila in finale, ma che non possedeva un vero top player in grado di mettersi sullo stesso piano di Sinner. Per questo, molte delle possibilità degli australiani erano riposte sul primo singolare ed eventualmente sul doppio.
I primi a scendere in campo sono stati Matteo Arnaldi e Alexei Popyrin. Il 22enne di Sanremo aveva già giocato la prima partita dell'Italia in queste Finals di Coppa Davis, ai quarti di finale contro i Paesi Bassi. Aveva lottato, ma aveva perso al tie-break del terzo set contro van de Zandschulp. Oggi, complice anche l'infortunio di Lorenzo Musetti, Volandri lo ha schierato sperando in un esito diverso. I due partivano alla pari, stazionando intorno alla quarantesima posizione mondiale, e nei due precenti avevano vinto un confronto a testa. L'equilibrio si è rotto alla fine del primo set, quando Arnaldi è riuscito a strappare il servizio all'avversario e si è portato a casa il parziale. Solo che poi all'inizio del secondo set ha iniziato a commettere una serie considerevole di doppi falli, abbassando la percentuale di prime e cedendo di schianto con un 6-2. Pronti via e nel terzo Arnaldi dimostra di avere ancora difficoltà al servizio. Ma ha il pregio di continuare a lottare, vincendo i suoi turni di servizio annullando sempre palle break. Sul 4-3 avrebbe l'occasione di strappare il servizio ma l'occasione più ghiotta ce l'ha due game dopo: sul 5-4 e servizio dell'avversario coglie che Popyrin è colto dalla tensione. Si porta 30-40 e chiude con un passante di rovescio. Regalando all'Italia il primo punto senza Sinner di questa spedizione a Malaga. E lasciando in lacrime la ragazza (che è australiana).
E quindi tocca all'altoatesino scendere in campo. De Minaur, numero 12 al mondo e giocatore più forte dell'Australia, è forse il meno attrezzato per competere con Sinner. Non a caso nei cinque precedenti incontri ci ha sempre perso. L'ultima volta nella finale del Master 1000 di Toronto dello scorso agosto. L'inizio sarebbe anche favorevole all'australiano, che si porta a casa il game d'apertura a zero, solo che poi Sinner cresce rapidamente e si porta avanti di un break. Sul 4-3 per lui deve fronteggiare una palla break per l'avversario ma si salva, vince il primo set 6-3 e apre una striscia di otto giochi consecutivi. Alla fine, dopo una partita praticamente perfetta, chiude 6-3 6-0 in poco più di un'ora e 20 minuti.
Con questo Sinner, eravamo oggettivamente la squadra più forte. Il numero quattro al mondo chiude con una vittoria prestigiosa e si prenota un posto in prima fila nell'elite del tennis del prossimo anno. Soprattutto dopo le due vittorie in dodici giorni contro Novak Djokovic e una serie di 20 successi e 2 sconfitte nelle ultime 22 partite dell'anno.
Mentre per quel che riguarda la nazionale, con il recupero di Matteo Berrettini, noi che abbiamo dimostrato di non avere un numero due fisso e degno di questo nome, chissà, a livello di Davis potremmo persino aprire un ciclo. Del resto, anche Arnaldi ha solo 22 anni. E Musetti, chi può dirlo, magaro espolderà definitivamente. Tutte considerazioni di poca importanza. Conta essere tornati sul tetto del mondo. E almeno per un anno potremo dire di essere la nazionale più forte di tutte.