Il Foglio sportivo - That win the best
Basta rovinare il calcio con regole da Gioco dell'Oca
Non bastava il Var con tutte le due perversioni, ora vogliono introdurre le espulsioni a tempo
Questa stagione di Premier League, ha scritto Luke Edwards sul Telegraph, è quella della svolta, quella in cui ci siamo scoperti tutti luddisti. Vieni qua fratello Luke, alziamo la pinta e brindiamo insieme contro la fottuta tecnologia che vogliono infilarci da tutte le parti, ora persino per verificare le rimesse laterali, i calci d’angolo e le punizioni. L’avete vista la farsa del rigore dato al PSG in Champions League? Qualcuno può sostenere, restando serio, che serve più tecnologia? Il Var ha trasformato le partite in una serie di squallidi coiti interrotti allo stadio e davanti allo schermo, quasi non si parla più della bellezza di un gol o di una azione, ma del fatto che il Var sia o non sia intervenuto.
Se prima si discuteva sulla possibilità che ci fosse o meno un fallo da rigore o un fuorigioco, ora si discute sulla decisione del Var su un fallo da rigore o un fuorigioco, con l’orrenda pagliacciata dei gol annullati perché l’attaccante aveva un tacchetto oltre la linea del penultimo difendente. L’ultima novità pornografica, che vedo di moda in Italia, è quella di ascoltare gli audio di arbitri e varisti durante gli episodi più controversi e farli commentare al capo degli arbitri: una farsa di regime utile alla narrazione tecnoentusiasta. Ognuno ha le sue perversioni (cit.), ma a tutto c’è un limite. O almeno dovrebbe esserci, ma non c’è.
Martedì, l’International Football Association Board (IFAB) ha deciso di testare una serie di nuove misure, tra cui la penitenza per i peccati commessi in campo: dieci minuti di “prigione” per cattivo comportamento. L’IFAB ha definito il comportamento antisportivo dei giocatori, compreso il dissenso verso le decisioni dell’arbitro, come “il cancro che potrebbe uccidere il calcio”, non rendendosi conto che a forza di aggiungere regole da Gioco dell’Oca lo stanno uccidendo loro, il calcio. Basta “falli tattici”, basta proteste, ovviamente basta cori offensivi e tecnologia che misura anche la lunghezza del pene dei calciatori per vedere se sono in offside: il gioco più bello del mondo si sta trasformando in una lezione di educazione sentimentale, eppure è così ovvio che piace e ci è sempre piaciuto perché in fondo è incorreggibile, ingovernabile e ingiusto, e io ho solo voglia di ordinare Guinness e Ardbeg e brindare alla memoria di Shane MacGowan cantando “Dirty old town” in un pub.
Ma c’è una buona notizia: andando avanti così anche il calcio maschile potrà godere dei versi di Carol Ann Duffy, famosa poetessa britannica che ha appena dedicato a quello femminile una poesia più brutta di una sfida tra Allegri e Mourinho: “Red card for misogyny. Free kick in progress. We’re all onside”, recita un verso. Penso che non ci sia altro da aggiungere.