il foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
Sinner, il rosso senza dolore
Uno dei super poteri di Jannik è che respinge la sofferenza come se fosse uno dei suoi proverbiali rovesci. Chissà se in vita sua ha mai pianto. Di sicuro ha imparato a giocare proponendo risvolti tattici con pochi precedenti
Di Jannik Sinner in questi giorni è stato scritto tutto, ma non questo (modestamente). E cioè che una persona con molti capelli rossi in testa, possiede dei super poteri, percependo il dolore in maniera diversa rispetto agli altri. Un “rosso” oltre ad essere raro (rappresenta solo il 2% della popolazione), è speciale insomma. Lo dice la scienza, mica io. Ma che significa esattamente? Non ho indagato bene, mi sono fermato in superficie (sono un superficiale per vocazione), attratto dalla suggestione che Sinner (nella foto Ansa), in quanto rosso, possegga una soglia del dolore più alta degli altri. Ecco perché vince, mi sono detto! Fantastico, tutto si spiega. Chi sa soffrire alla fine trionfa, ma nel caso di Sinner, è opportuno aggiungere una nota a piè di pagina, con l’asterisco davanti. *Sinner non solo soffre meno, ma respinge la sofferenza come se fosse uno dei suoi proverbiali rovesci. Chissà se in vita sua ha mai pianto, bisognerebbe chiederlo a mamma Siglinde e a papà Hanspeter. Un giorno lo farò, a meno che qualcuno non mi rubi l’idea.
Svelato il segreto del nostro super eroe, vorrei sottolineare un’altra questione poco dibattuta (ri-modestamente). Il suo tennis ping pong, con inclinazione naturale a picchiarla sempre più forte, si sta trasformando velocemente, proponendo risvolti tattici con pochi precedenti. Uno di questi, si chiama Adriano Panatta, il giocatore più talentuoso e intelligente che lo sport della racchetta abbia mai espresso. Panatta vinceva di tecnica ma anche di tattica (Borg è ancora lì che non capisce). E questo aspetto non è stato sottolineato con sufficiente convinzione (e ci risiamo, modestone). La famosa “veronica” con cui smashava di rovescio, altro non fu che l’elaborazione di un gesto che istintivamente gli veniva bene. Adriano si avvicinava tanto alla rete per effettuare volée definitive, questo lo rendeva vulnerabile in pallonetto, che molto spesso gli veniva somministrato incrociato. Con la “veronica”, Adriano impediva alla palla di sorpassarlo. Punto per lui, 40-30.
Sinner, giocatore opposto come caratteristiche al romano, gioca però applicando la stessa intelligenza, utilizzando la strategia più di quanto si pensi. Incrociato, incrociato, lungo linea imprendibile, il suo schema preferito. Ci sarebbe dell’altro, come ad esempio il recente ricorso al diritto trasversale stretto, quello con cui ha fatto parecchio male a Djokovic. Un colpo che fino a un po’ di tempo fa non gli veniva così spontaneo. Con Medvedev perdeva sempre: ha cominciato a vincere attaccandolo. Con Alcaraz invece gli è sempre bastato (si fa per dire) picchiare più forte. Diversifica il nostro, a seconda dell’avversario, spostandosi veloce come una fiamma di colore rosso. Senza paura e senza ritegno. Ma soprattutto, senza dolore.