il foglio sportivo
Tutti a lezione di Atalanta
Viaggio a Zingonia, alla scoperta dell’esperimento under 23: “Qui formiamo uomini, non solo giocatori”
È nato tutto da un’opportunità. Di quelle da cogliere al volo, che ti aiutano a crescere e a diventare grande più in fretta. A Zingonia il talento si affina, i ragazzi piano piano diventano uomini. Grazie ai consigli e alle dritte giuste, indispensabili per tenere i piedi ben saldi per terra. “Nel mondo Atalanta i giovani sono una risorsa, non un peso”. Diktat preciso.
Valorizzazione e miglioramenti sono le parole chiave. Si respira questo quando varchi i cancelli del campo di allenamento e ti affacci al campo dove giocano tutti. La prima squadra da una parte, le giovanili dall’altra. Stesso modulo, stesse idee e principi di gioco. Un grande segnale di continuità. “È una cosa che ho visto fare sono all’Atalanta - ricorda Denis, attaccante argentino che ha vestito la maglia nerazzurra dal 2011 al 2016 - tante volte mi capitava, finito l’allenamento, di fermarmi a vedere i ragazzi. Mi sono trovato anche a spiegare alcuni movimenti e a dare qualche suggerimento”.
L’Atalanta da quest’anno ha intrapreso una nuova sfida: portare la seconda squadra, l’Under 23, a giocare in Serie C. Giocano le partite in casa allo stadio comunale di Caravaggio, un puntino nella bassa Bergamasca. Da Zingonia in macchina si impiegano neanche 10 minuti. Insomma, è tutto lì. Al momento in nerazzurri sono settimi nel loro girone, con 23 punti e sette vittorie. Da modello ha fatto la Juve, che ormai da sei anni usa la Next Gen come trampolino per la Serie A.
Leggendo i nomi di chi ci lavora si può intuire fin subito la direzione del progetto. L’allenatore è Francesco Modesto, gasperiniano convinto, che da Gasp è stato allenato al Genoa e da cui ha imparato tantissimo. Anche il modulo è lo stesso. Difesa a tre, quinti di centrocampo e il trequartista. Così come i principi di gioco: intensità, ritmo e nessuna paura di affrontare l’uno contro uno. Marchio di fabbrica di Gasperini, che porta risultati. Chiedere a Gosens o Castagne per averne conferma.
Un’altra figura fondamentale è Fabio Gatti, direttore sportivo che prima dell’Under 23 si occupava del collocamento dei ragazzi del vivaio in prestito in giro per l’Italia. Ora a Zingonia li fa crescere a chilometro zero, senza perderli di vista un attimo. “La prima missione è stata quella di trattenere i ragazzi - ci racconta - noi ci siamo riusciti con la forza del progetto, ma in tanti avevano richieste dalla B. Qui però hanno la possibilità di essere seguiti dal nostro staff e di avere a disposizione strutture da Serie A”. Con una corsia preferenziale verso l’Atalanta dei grandi. L’Under 23 sarà dunque una vetrina importante per molti di loro. Gli fa eco Massimo Donati, ex centrocampista cresciuto nel vivaio nerazzurro e oggi allenatore del Legnago. “All’Atalanta fin dal vivaio si insegnano i valori giusti. Quando sei un ragazzo neanche ci fai caso forse, ma poi te ne rendi conto con il tempo. Io ho avuto la fortuna di andare subito in prima squadra, ma ne vedevi tanti di ragazzi che andavano fuori e magari si perdevano. Crescerli in casa è sicuramente un valore aggiunto”.
E di esempi se ne possono fare a bizzeffe. È una questione ambientale, ma anche di ritmo, di motivazioni e abitudine a un altro tipo di calcio. “In C cambia tutto - prosegue Gatti - dai campi alle strutture. Noi in questo siamo un modello, perché i ragazzi sono trattati come giocatori di Serie A”. Un’altra cosa da sottolineare è chi lavora nello staff di Modesto. Leggi i nomi e capisci che nessuna scelta è casuale e quanto a Zingonia si punti sull’identità più che sull’esperienza. Il gruppo al primo posto. Il viceallenatore è un suo ex compagno proprio al Genoa, ovvero Giuseppe Biava, che in carriera ha giocato anche all’Atalanta e alla Lazio, per poi diventare allenatore e guidare l’anno scorso l’Albinoleffe in C. Fanno parte dello staff anche gli ex atalantini Rolando Bianchi e Giorgio Frezzolini, rispettivamente collaboratore tecnico e preparatore dei portieri. “Noi cresciamo come allenatori, loro come uomini”. Filosofia chiara.
Ecco se c’è una cosa che mette tutti d’accordo è che all’Atalanta niente viene mai fatto per caso. Lo sottolinea chiunque ci abbia passato almeno un giorno. Ogni cosa è calcolata, prevista, studiata. Lo ribadisce anche Guglielmo Stendardo, ex difensore nerazzurro, oggi allenatore della Luiss in eccellenza. “L’Atalanta è una società che va presa come modello. Per strutture, idee ma soprattutto per la concretezza. In tanti parlano, loro fanno. Sono diventati un modello europeo e vanno presi come esempio”.
Quando si parla della società nerazzurra non si può non fare riferimento alla famiglia Percassi. Chiunque abbia lavorato con loro, ripete lo stesso concetto. “Il presidente è uno degli ultimi rimasti tifosi. Ragiona facendo combaciare i sentimenti del cuore e gli interessi del portafoglio”. Questa la formula vincente. Anche perché i bilanci poi sono in positivo e i giocatori lanciati negli anni sono sinonimo di un progetto che funziona. “Quando arrivi qui capisci che è una società che ha grande ambizione, - conclude il “Tanque” Denis - io sono arrivato nel 2011 e già c’era molta voglia di rivoluzionare e raggiungere traguardi. Direi che non c’è bisogno di sottolineare come è andata poi”.
L’Under 23 non è altro che un ulteriore tassello che completa il mosaico. La squadra è tecnicamente fortissima, deve però crescere molto, soprattutto per fare la Serie C. La stellina è Moustapha Cissé, attaccante guineano classe 2003, che ha già esordito e segnato con i grandi. Marzo 2022, zampata decisiva al Dall’Ara di Bologna alla prima in A. L’Atalanta l’ha scovato in un torneo in cui giocava con una squadra di rifugiati, i Rinascita Refugees. Nell’ultima stagione ha giocato in B, prima a Pisa poi al Sudtirol, senza brillare. Normale adattamento. I tanti mandati in prestito, che hanno faticato alle prime esperienze, insegnano che non c’è da preoccuparsi. Ora avranno l’occasione di mettersi in mostra in U23. Gasp li segue.
Cissè non è ovviamente il solo. A destra a tutta fascia c’è Marco Palestra, classe 2005 che ha tutto per arrivare in alto. Un classico quinto gasperiniano. Ha gamba, fisico, tecnica, arriva sul fondo e si inserisce. Deve migliorare nella lucidità e nelle scelte, ma ne avrà modo e tempo. Con lui anche Italeng, attaccante a quota 4 gol o Di Serio, centravanti con un passato tra Perugia, Benevento e Pordenone a soli 22 anni e il giovane Mendicino – classe 2006 – che a Zingonia ha già stregato tutti ed è pronto a prendersi il posto. Testa e geometrie.
Quello dell’Atalanta è un approccio olistico, che va quindi a toccare non solo l’aspetto calcistico, ma tutta la sfera di crescita del ragazzo. “Ti trasmettono i valori giusti, per la vita, non solo per il calcio”, chiude Donati. “Formiamo uomini, non solo giocatori”. Ribadisce Gatti. Insomma, il concetto è chiaro. Si pensa prima alla formazione a 360 gradi del calciatore, poi si affina il talento.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA