Il Foglio sportivo
Un affare chiamato Sommer
Perché l’Inter ci ha guadagnato a passare da Onana al portiere svizzero
La scorsa estate, quando l’Inter decise di lasciar partire André Onana (grande protagonista della stagione che ha visto i nerazzurri tornare in finale di Champions a tredici anni da quella vinta con José Mourinho in panchina) per sostituirlo con un trentaquattrenne ex riserva del Bayern Monaco, pochi avrebbero scommesso sul buon esito dell’operazione.
Il camerunese, arrivato a Milano soltanto un anno prima, era ben presto diventato un idolo della tifoseria nerazzurra grazie alle sue parate e, soprattutto, a quel gioco preciso con i piedi che è parte fondamentale del modello tattico di Simone Inzaghi.
Per il tecnico interista è infatti essenziale poter contare su un numero uno che sappia anche impostare. E, da questo punto di vista, Onana era una garanzia. Con i suoi piedi da centrocampista infatti il camerunese contribuiva alla costruzione bassa dell’Inter, potendo anche lanciare direttamente in campo aperto gli attaccanti.
E invece, a distanza di qualche mese, l’arrivo di Yann Sommer in nerazzurro si è rivelato essere un grande mossa di mercato, con il nuovo portiere che sta facendo meglio del suo predecessore. Insomma, all’Inter si è ripetuto quanto successo tempo addietro sull’altra sponda dei Navigli quando il Milan, dopo aver perso a parametro zero Gigi Donnarumma (ora criticato al Paris Saint-Germain), lo ha sostituito con un numero uno probabilmente superiore come Mike Maignan.
Una volta ceduto Onana (al Manchester United per cinquanta milioni di euro) Beppe Marotta e Piero Ausilio si sono fiondati immediatamente su Sommer, portiere già nel mirino da tempo e in rosa al Bayern, club dove era arrivato nel gennaio 2023 per sostituire il titolare Manuel Neuer, incautamente infortunatosi durante una uscita sugli sci.
Tutti si aspettavano un downgrade nel passaggio da Onana allo svizzero. E invece… a furia di parate e anche di giocate con i piedi, Sommer non ha fatto rimpiangere Onana. Se si pensa poi alla stagione che Onana sta vivendo a Manchester, si può addirittura affermare che l’Inter ci abbia guadagnato dall’avvicendamento fra i pali.
Sì perché l’ex Onana si ritrova in mezzo alla crisi di risultati dello United, che lo ha fatto finire nel mirino di stampa e tifosi come una delle cause principali dei problemi che stanno avendo gli uomini di ten Hag. Soprattutto in Champions dove, nell’ultimo turno, il portiere si è reso protagonista di due topiche clamorose sulle due reti realizzate dal marocchino Hakim Ziyech del Galatasaray. Il fatto poi che, a fine partita (un pareggio 3-3 che mette seriamente a rischio le possibilità dello United di qualificarsi agli ottavi) solo Altay Bayindir (la riserva di Onana), il già menzionato Ziyech e Fernando Muslera (portiere del Galatasaray) siano andati a consolare il portiere degli inglesi, rende bene l’idea del momento di Onana e della solitudine dei numeri uno, specialmente quando le cose vanno male.
A tal proposito, guardando i dati Fbref, si evince come in Europa l’estremo difensore del Manchester abbia concesso 2,4 gol in più del dovuto, soppesando la qualità dei tiri ricevuti. Tutto ciò in netto contrasto con l’Onana versione Premier. Sì perché, a dispetto di un inizio di campionato disastroso, il numero uno dello United si è poi ripreso, arrivando a postare un dato di 3,9 reti evitate rispetto a quanto previsto, sempre in base alla qualità delle conclusioni affrontate.
Da parte sua, Sommer ha risposto da pari, evidenziando una straordinaria solidità sia in Europa che in campionato (con un +1,5 in termini di gol evitati in Serie A ed un +1 in Champions). Meno spettacolare del collega, Sommer ha comunque mostrato di avere un repertorio importante in termini di parate. Come si è visto anche nella supersfida del Maradona contro il Napoli dove lo svizzero ha sfoderato un paio di interventi da campione, opponendosi prima al destro di Elmas e, successivamente, alla conclusione mancina di Kvaratskhelia. Grazie anche a queste due prodezze Sommer è riuscito a tenere la porta dell’Inter inviolata per la nona volta in 14 partite di campionato. Abbastanza per non ripiangere Onana.
Ma Sommer si è dimostrato utile anche con i piedi. Un numero uno completo dunque, come conferma Patrick Folletti, suo allenatore al Grasshoppers e nella nazionale rossocrociata.
”Yann è stato uno dei primi portieri svizzeri a saper gestire tutte le fasi di gioco, sia con i piedi, sia con le mani, ad un livello tecnico-tattico incredibile – racconta Folletti – È stato il primo a saper gestire non soltanto la porta e lo spazio ma anche la palla con piedi, diventando davvero l’undicesimo giocatore in campo in fase offensiva. Qualità tecniche eccezionali”.
“Non essendo un portiere di stazza (183 cm per 79 kg) ha sviluppato delle capacità atletiche e di lettura di gioco importanti per compensare la mancanza di struttura”.
Un talento, fin dagli esordi. “Già da giovane si capiva come fosse un giocatore di prospettiva. Yann ha giocato in tutte le nazionali giovanili svizzere, con un secondo posto all’Europeo Under 21 nel 2011. Portiere talentuoso che, con tanto lavoro (è un professionista incredibile) ha saputo crescere negli anni passando dall’essere un talento al diventare un grande giocatore”.
Ma Sommer non è solo un ottimo guardiano dei pali. Stiamo infatti parlando di un personaggio poliedrico. “Yann è un estroso – dice Folletti – Può sembrare molto tranquillo, introverso, ma è versatile, ha mille interessi: suona la chitarra, canta, cucina… è molto interessato quando arriva uno stimolo nuovo. Davanti alle novità tanti si nascondono e hanno paura… Yann invece si esalta e questa caratteristica lo ha portato ad avere tanti hobby fuori dal campo”.
Avrà sentito la pressione di dover sostituire Onana? “Tutti dicono di non leggere i giornali ma è una bugia”, sorride Folletti. “E anche se non li leggono, qualcuno ti riporta cosa viene scritto. L’influenza dell’opinione pubblica gioca sempre un ruolo. Yann, dopo la mezza stagione al Bayern, solo per il fatto che l’Inter abbia fatto di tutto per portarlo a Milano era più entusiasta che preoccupato ed era desideroso di raggiungere un grande club come l’Inter. Io non l’ho sentito né sotto pressione né bloccato mentalmente.
Possiamo ben dire allora che la porta dell’Inter è finita in buone mani (e in buoni piedi).
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