nuoto
La domenica bestiale del nuoto italiano agli Europei in vasca corta
I nuotatori italiani hanno vinto sei medaglie d’oro in poco più di due ore
Sembra Wimbledon!, urlavano in tempi più felici i tifosi del Milan, l’11 maggio 2001 nel famoso derby del 6-0, e sembrava Wimbledon anche ieri a Otopeni, in Romania, nell’ultima giornata degli Europei di nuoto in vasca corta. L’Italia ha vinto sei medaglie d’oro in poco più di due ore, con Nicolò Martinenghi (50 rana), Lorenzo Mora (200 dorso), Simona Quadarella (400 stile libero), Alberto Razzetti (400 misti), Benedetta Pilato (50 rana) e di nuovo con Mora, Martinenghi, Silvia Di Pietro e Jasmine Nocentini (staffetta 4x50 mista mista), oltre a due medaglie d’argento (Simone Cerasuolo nei 50 rana e Alessandro Miressi nei 100 stile libero) e una di bronzo (Nocentini nei 50 rana). Sei ori nello stesso giorno: non era mai successo prima nella storia del nuoto italiano.
Merito (o colpa…) di un calendario bizzarro, che ha condensato nell’ultima sessione di gare alcune delle specialità in cui l’Italia schierava i suoi nomi migliori. Prima di domenica gli azzurri avevano conquistato 13 medaglie, con un’enorme sproporzione tra gli ori (uno, quello della staffetta 4x50 mista maschile nel secondo giorno) e gli argenti (ben 10), ieri invece ne sono arrivate nove, tutte insieme, e la nazionale italiana ha fatto un balzo fino al secondo posto nel medagliere finale (22 medaglie, 7-12-3), dietro alla Gran Bretagna ma davanti alla Francia grazie al maggior numero di secondi posti raccolti (ecco a cosa servivano!). E per tornare al Milan di Berlusconi e Galliani, se c’era Ceccon… Il fuoriclasse veneto sabato è stato squalificato per la seconda volta, dopo quella nei 200 misti, nella semifinale dei 100 misti di cui è campione del mondo in carica per una gambata non regolare nella frazione a rana. In finale Giovanni Izzo è arrivato quarto, a otto centesimi dal podio.
“La vittoria di Simona Quadarella allo sprint mi ha gasato molto mentre ero in camera di chiamata. Mi sono detto che era una bella giornata per l’Italia e avrei voluto renderla ancora più speciale”, ha detto Alberto Razzetti alla Rai dopo il successo con il nuovo record italiano e dei campionati (3’57’’01). A volte il nuoto è così: un oro tira l’altro, come le ciliegie. Ci sono giornate in cui una controprestazione in avvio di programma demoralizza il resto del gruppo e giornate in cui una vittoria carica tutti gli altri. Anche Benedetta Pilato ha realizzato il record dei campionati (28’’86), mentre Lorenzo Mora (1’48’’43) e Alessandro Miressi (45’’51) hanno nuotato i nuovi record italiani. Per Simona Quadarella, invece, il 3’59’’50 con cui ha finalmente battuto la russa naturalizzata francese Anastasija Kirpichnikova è il nuovo primato personale. Dicono che sia uno sport individuale il nuoto, ma la squadra conta eccome: pensate a Jasmine Nocentini, al debutto in nazionale, che una settimana fa non conosceva nessun compagno, neanche il direttore tecnico Cesare Butini, e in questi giorni ha dato un contributo straordinario alle staffette, con un oro e due argenti. “Ero stanca e i miei compagni mi hanno aiutata a non mollare”, ha detto dopo l’ultima fatica.
Il 12 agosto 2022, agli Europei in vasca lunga di Roma, l’Italia aveva vinto quattro ori nello stesso giorno. Nello stesso anno, circa un mese e mezzo prima, il 25 giugno, ai Mondiali in vasca lunga di Budapest, erano arrivati i trionfi ravvicinati di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero e della staffetta 4x100 mista maschile (Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi), oltre all’argento di Benedetta Pilato nei 50 rana. Per l’importanza del palcoscenico, forse la giornata più gloriosa nella storia del nuoto azzurro. Ma ieri è risuonato per sei volte “l’inno più bello del mondo”, come da gag dei perfetti seppur malaticci telecronisti Rai Tommaso Mecarozzi e Luca Sacchi, a un certo punto, tra le 18.26 e le 18.38, addirittura tre volte di seguito.