Champions League
Se il Copenhagen è agli ottavi non è per fortuna
I danesi hanno eliminato dalla Champions League squadre più blasonate come Galatasaray (che giocherà in Europa League) e Manchester United. Una squadra che schiera molti giocatori passati per l'Italia guidata da un allenatore giovane e dalle idee chiare
Al momento del sorteggio, stritolato tra Bayern Monaco, Manchester United e Galatasaray, il Copenhagen sembrava destinato al quarto posto, senza neanche potersi permettere il lusso di sognare un ingresso nel discorso per la retrocessione in Europa League. Sei partite e qualche mese dopo, non solo i danesi non sono andati in Europa League, ma hanno strappato in maniera clamorosa il pass per gli ottavi di finale di Champions League. È un successo partito da lontanissimo, dai preliminari superati in serie: prima la goleada con il Breiðablik, quindi il passaggio del turno ai rigori contro lo Sparta Praga, infine una qualificazione soffertissima con il Rakow. Anche per questo, vedere oggi il Copenhagen agli ottavi di finale rappresenta una sorpresa graditissima, un’impresa centrata nonostante alcuni episodi che avrebbero potuto rendere il girone ancora più agevole: l’ingenuità di Jelert, espulso al 73’ della partita d’apertura in casa del Galatasaray fino a quel momento condotta con il doppio vantaggio e poi finita 2-2, il rigore sbagliato da Larsson all’ultimo istante a Old Trafford, per una sconfitta con lo United che sembrava sanguinosa.
La storia del Copenhagen in questa Champions League passa anche da tanti scarti del calcio italiano: al centro della difesa giganteggia Vavro, provvidenziale anche nel finale dell'ultima partita del girone contro il Galatasaray, che ai tempi della Lazio pareva improponibile per questi livelli, in coppia con Diks, arrivato ventenne a Firenze all’alba del Corvino bis e spedito in giro dai viola anno dopo anno, prestito dopo prestito, incluso un passaggio infruttuoso all’Empoli; a destra, sempre in difesa, c’è invece Ankersen, un altro che, come Vavro, ha fatto il percorso Copenhagen-Italia-Copenhagen, scartato dal Genoa dopo una sola stagione senza acuti; sempre dal Genoa era passato l’eroe del girone dei danesi, Lukas Lerager, uno che in rossoblù aveva segnato poco ma bene, con due firme nei derby della Lanterna tra campionato e Coppa Italia. In questo girone ha messo la firma in tutte e tre le gare casalinghe dei suoi: l’illusorio vantaggio contro il Bayern Monaco, il momentaneo 3-3 nel clamoroso 4-3 rifilato al Manchester United, infine il gol qualificazione contro il Galatasaray. Il risultato che ha dato convinzione a tutta la squadra, però, è stato lo 0-0 in casa del Bayern, una corazzata tenuta a bada grazie all’organizzazione difensiva messa in piedi da Jacob Neestrup, allenatore giovanissimo (classe 1988) che ora guarda al futuro con ottimismo: “Dopo aver passato questo girone, possiamo farcela anche agli ottavi”.
Copenhagen come terra di seconde possibilità: qui sta rinascendo Mohamed Elyounoussi, uno che ai tempi di Molde e Basilea aveva convinto al punto da ritagliarsi uno spazio in Premier League, e si sta godendo una nuova giovinezza Viktor Claesson, lucidità e classe allo stato puro; sta crescendo Diogo Goncalves e trovando spazio e fiducia Elias Achouri. E poi c’è il più interessante di tutti, Roony Bardghij, svedese di passaporto e siriano di origini, il match-winner della sfida contro il Manchester United: classe 2005, dribblomane sfacciato, uscito da un calcio che pareva estinto e che invece esiste ancora. Infiamma il Parken con le sue giocate da esterno d’attacco a piede (mancino) invertito, ha steso lo Sparta con un cucchiaio su rigore, nella sua testa c’è un futuro da stella mondiale. È l’emblema di una società che sa lavorare, e bene, anche con i suoi giovani, presi un po’ ovunque: il modo più semplice per garantirsi un futuro sostenibile, l’unica via per provare a competere con i colossi. Non a caso, il Copenhagen ha dominato il suo girone di Youth League: 13 punti in sei partite, con 18 gol fatti e scalpi pesantissimi, dal Bayern Monaco al Manchester United, con i Red Devils mestamente ultimi nel raggruppamento a conferma di un momento nerissimo che va ben oltre la prima squadra. In molti si sfregheranno le mani all’idea di poter pescare il Copenhagen agli ottavi di Champions, e le forze in campo saranno certamente squilibrate. Ma occhio a dare per vittima sacrificale la squadra di Neestrup.
Il Foglio sportivo