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Addio vecchia Champions League: chiusa l'ultima fase a gironi della storia di coppa
La riforma ormai è nota: girone unico, partecipazione di 36 squadre – contro le attuali 32 – e otto incontri per ogni squadra da disputare nella prima fase, tutti contro avversari differenti scelti in base al ranking
Addio gironi addio. La Champions League, così come Conference ed Europa League, hanno detto ufficialmente addio alla fase a gironi nei tornei continentali: quella conclusasi nei giorni scorsi infatti sarà l’ultima, prima della rivoluzione che andrà in scena a partire dalla stagione 2024/25, con l’arrivo del famigerato modello svizzero.
Introdotti per la prima volta nel 1991/92 con l’esordio della nuova Champions League (seppur di fatto in sostituzione di quarti e semifinali) e poi dal 2003/04 nel format che abbiamo imparato a conoscere (otto gironi da quattro squadre), i gironi sono ufficialmente andati in soffitta, spinti dalla ricerca della Uefa di Ceferin di avere nuove sfide interessanti e big match fin da subito, senza dover aspettare gli ottavi.
La riforma ormai è nota: girone unico, partecipazione di 36 squadre – contro le attuali 32 – e otto incontri per ogni squadra da disputare nella prima fase, tutti contro avversari differenti scelti in base al ranking (quindi due partite contro squadre di prima, seconda, terza e quarta fascia). Significa cioè due potenziali big match per ciascuna squadra, fattore che avrà un impatto anche in termini di ricavi e che anzi in parte lo ha già avuto: la Uefa ha infatti stimato ricavi dalle coppe pari a complessivi 4,4 miliardi nel 2024/25, al ribasso per ora rispetto all’obiettivo iniziale di 5 miliardi, ma in crescita di quasi un miliardo rispetto ai 3,5 miliardi della stagione 2023/24.