Calhanoglu/ Ansa

IL RITRATTO DI BONANZA

Calhanoglu è il Miles Davis del calcio

Alessandro Bonan

Il grande trombettista americano suonava di schiena per guardare il resto della band. Un po' come fa il centrocampista dell'Inter, che insieme al Bologna è la migiore jazz band della serie A

Vi siete mai chiesti perché Miles Davis suonasse di spalle? Prima di mandarmi a quel paese provate a rispondere. In molti pensano ancora oggi che lo facesse per timidezza, o addirittura arroganza nei confronti del pubblico. In realtà, il grande trombettista americano, suonava di schiena per guardare il resto della band. Nel jazz si improvvisa “guardandosi”, con dialoghi stretti dove uno chiama e l’altro risponde, in un intreccio musicale vorticoso dove l’arte d’improvvisare esalta il talento di tutti e mette nelle condizioni il leader di emergere. Miles Davis era il leader, e la funzione dei musicisti intorno a lui era quella di supportarlo nelle varie scorribande tra il bebop e il ribelle, con divagazioni acide e dissonanti che nel tempo sono diventate il suo marchio di fabbrica. 


Ogni tanto, guardando le partite, mi chiedo quale sia la squadra che si comporta così, e dove sia il Miles Davis del calcio. Il Milan avrebbe Leao, vero solista, che però non guarda in faccia nessuno e parte da solo alla caccia dello spazio. Tra i rossoneri manca il fraseggio e una base ritmica importante che lo sostenga. C’è poco swing, e l’unico ad esaltarsi quando la squadra gira, è il solido Giroud, il leader tra gli undici di Pioli. La Juventus improvvisa meglio, giocando un calcio estemporaneo fondato sui singoli. Non è una gran musica ma il risultato la premia. Il leader è il giraffone Rabiot, il quale riesce a fondere corsa, dialogo, inserimento e tiro in porta.  Le migliori jazz band sono Inter e Bologna. Thiago Motta fa giocare i suoi con grandissimo rispetto dell’armonia (nel jazz l’armonia si smonta e rimonta), sfruttando i solisti offensivi, su tutti il nuovo “poeta” Zirkzee. Nel Bologna, l’improvvisazione è talmente perfetta da risultare codificata. Questi due aspetti non sono in contrapposizione, lo stesso Davis era un maniaco della codifica entro la quale provocare depistaggi, persino note stonate ad arte. Il Bologna funziona in quanto si organizza e sorprende, in un’alternanza costante e vincente. 


Nell’Inter, l’uomo che suona di spalle è Calhanoglu. Guarda e tesse, poi stiletta con il suo piede migliore, il destro, acuto che fende l’aria. Intorno a lui si muove un manipolo di musicisti di alto livello, ognuno in grado di dare e poi ricevere. L’Inter è la squadra con il maggiore tasso di talento della serie A. Tutti sanno fare tutto, si aiutano, si cercano, forse si amano. È la vera jazz band del campionato. Il grande Miles, forse, ne sarebbe un vero tifoso.

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